Neanche stasera Petrucci è a Siena: qual è mai la scusa?

Giannino si è inventato una buona scusa per non partecipare alle esequie della Mens Sana che nessuno a Siena chiama più Montepaschi e non vi devo spiegare io la ragione. Domani l’Italia della Sottana affronterà a Ragusa il Portogallo in una partita da non perdere per le qualificazioni europee. E lui non poteva mancare ad un evento del genere che non accadeva in Sicilia dai tempi delle battaglie dei pupi tra i paladini di Francia e i saraceni. Tanto che anche Cristiano Ronaldo ha tirato fuori la bella scusa di un ginocchio sinistro sotto ghiaccio, e di un tendine rotuleo a ramengo, e ha lasciato la sua nazionale in braghe di tela rinunciando a giocare in un clima torrido la partita di Manaus con gli Stati Uniti d’America. Domani infatti il Pallone d’oro sarà in Trinacria vicino alle sorelle portoghesi, ma ditegli per favore, se siete nella sua manica, che esiste anche una Ragusa in Slavonia e che per questo deve noleggiare un charter dall’Amazzonia che lo sbarchi direttamente all’aereoporto di Comiso. Dove sin da oggi lo aspetta il nostro caro presidente della pallacanestro italiana che gli sta scaldando il posto e lo farà accomodare tra lui e il figlio, cronista di Sky al seguito della Lazio, che si è preso una settimana di ferie per sostenere le nostre azzurre impegnate pure mercoledì, sempre a Ragusa, nel match del secolo con la Lettonia. Che poi Siena non abbia ancora ricevuto gli oli santi, è stata una sorpresa per il mondo intero e soprattutto per gli ipocriti e i farisei che si erano accalcati giovedì sera intorno alla bara e versavano lacrime dall’inconfondibile odore acre delle cipolle crude di Tropea. Quelle che piacciono da morire al Bear Eleni e che hanno intanfato oggi tutto il corridoio dell’albergo di Siena dove alloggiano anche gli arbitri della partita di stasera. Piangevano tutti, disperati. Soprattutto quelli che da otto anni vanno raccontando sui loro giornali che Siena, vincendo uno scudetto dietro l’altro, aveva ammazzato il basket che senza i trionfi di Milano o di Bologna non aveva motivo d’esistere o anche solo di sopravvivere. Non epigrafi, ma volantini per la verità contro Giorgio Armani giravano nella tribunetta stampa del Palaestra: una storia vecchia di più di un mese, tirata fuori dal Sole 24 Ore e distrattamente ripresa dai quotidiani che beccano un mare di pubblicità dalla blasonata casa di moda, dove si parla di una transazione con il Fisco di 270 milioni per il quieto vivere. E con questo volete forse dire che chi è senza peccato deve scagliare la prima pietra magari facendo di tutta l’erba un fascio? Ma dove vivete? Sul pero? Scendete allora con i piedi per terra e indicatemi per favore qualcuno che, di fronte ad un dentista o a un avvocato, o solo ad un trattore, che vi offrono uno sconto di pochi euro se non esigete la fattura, s’indigna e paga il conto per intero. Così è sempre stato anche nella pallacanestro italiana. Da Bolzano a Trapani. Nessuna società esclusa. Ma è comunque meglio far finta di nulla. A meno che ingenuamente non si chieda in una locanda nel cuore di Siena chi ha costruito questa squadra che sta mettendo paura persino a Milano. Rischi il linciaggio e, se tieni famiglia, t’ingoi subito il nome del demonio che avevi sulla punta della lingua. Però lasciatemi almeno applaudire al pezzo di Roberto De Ponti sul Corriere della sera: ci vuole coraggio per scrivere oggi certe cose sulla Mens Sana. E lui l’ha avuto. Bravo.