Milano si tiene Cinciarini e così Filloy torna in laguna

vanoli

Cosa ve lo racconto a fare che Simone Pianigiani a 15 secondi dalla sirena, dopo una tripla di Mike James corta come la settimana scolastica, con Milano ancora avanti di tre punti (95-92) su Sassari, ha chiesto un time-out giusto apposta per ficcare nelle zucche del suo quintetto, un po’ confuso e un cincinin bollito, di spendere un fallo su uno qualsiasi dei giocatori sardi, perché andasse pure in lunetta a tirare due liberi, sapendo benissimo che un eventuale tempo supplementare sarebbe stato un suicidio, come poi lo è stato, per la sua squadra attaccata ormai alla bombola dell’ossigeno? Tanto, insufflati come siete dai pregiudizi di chi in totale malafede non ve la spiega giusta, neanche mi badate e comunque in ogni caso non mi credereste. In fondo sta bene a tutti voi che stasera l’Armani esca di scena. Perché era la gran favorita per rivincere lo scudetto come ho sempre pensato anch’io e non lo rinnego. Perché è la più ricca del mondo e alla povera gente urta di vedere i soldi buttati spesso e volentieri dalla finestra. Perché volete mettere quanto sono invece più simpatiche le squadre di Aldo Vanoli con la barba e di Stefano Sardara con la pelata? Tutto vero, anzi verissimo. Però che attorno a Simone Pianigiani ci sia adesso il deserto, questo non mi piace e mi fa anzi schifo. L’hanno abbandonato i suoi collaboratori più stretti che, guarda caso, appartengono ora mai quasi tutti alla scuderia di Virginio San Bernardi. L’hanno tradito molti suoi giocatori, cominciando dagli italiani e per primo Amadeus Della Valle che si è già accasato all’Alba Berlino. Inoltre è da un pezzo che tutta la stampa milanese gli ha aizzato contro il popolo solo perché l’allenatore senese non le ha mai leccato il sedere. Deve però stare molto attenta anche la Banda Osiris a fare i conti senza l’oste. Perché Livio Proli se ne andrà, ma quando? E il presidente dell’Olimpia anche stamattina ha ribadito la sua fiducia a Pianigiani. A meno che Giorgio Armani, accontentando la corte dei miracoli e la sorella, o il maestro di tennis, non lo cacci domani e, povero lui, si metta nelle mani della spregiudicata loggia massonica del nostro basket. Il che non è nei suoi costumi e poi sono cavoli suoi. Insomma ci pensi. Anche perché non è tutto oro quel che luccica nella Banda dell’Osiris. Maurizio Gherardini portò nel 2006 Andrea Bargnani da Treviso a Toronto e in Canada ancora se lo ricordano o, meglio, i Raptors hanno dovuto vincere quest’anno il titolo a est per dimenticarselo. Ettore Messina ha avuto almeno dieci colloqui con altrettante società della Nba e nessuna l’ha voluto neanche per sogno come head-coach. Senza dimenticare il clamoroso fiasco al preolimpico di Torino della nazionale azzurra da lui pilotata. C’è poi il caso di Andrea Cinciarini in scadenza di contratto che ha bussato alla porta della proprietà che glielo ha rinnovato in quattro e quattr’otto (come già successe per Cerella) senza chiedere il parere al tecnico che magari avrebbe voluto Ariel Filloy al suo posto. E così a Venezia me lo possono smentire quanto vogliono, ma l’argentino di Cordoba tornerà nella prossima stagione a vestire la maglia oro-granata della Reyer insieme probabilmente ad Achille Polonara che è nel mirino di Federico Casarin da anni annorum e che con Enzino Esposito quest’inverno era caduto in depressione, mentre è oggi il miglior italiano dei playoff. Ma Alice non lo sa e neanche San Meo da Altamura. Sono stato di parola: è dall’inizio dei playoff che non ho saltato di scrivere un giorno e anche oggi il mio blog si è occupato di palla nel cestino. Mentre sta per iniziare gara 4 di semifinale tra Treviglio e Treviso che è quasi un gioco di parole. E David Logan sarà in campo per qualche minuto col contagocce. Mentre sto scappando a Trivignano per vedere la finale tra il mio Basket  Mestre e Monfalcone che vale la promozione in serie B. Poi dopo cena Sassari-Milano e qui non ho dovuto disturbare il mio oracolo (Walterino Fuochi) per sapere come andrà a finire. Infine nella notte la seconda sfida per l’anello Nba tra i Raptors, che hanno vinto la prima anche senza il Mago Bargnani e Belin Belinelli, e i Golden State che restano i miei favoriti pur dovendo ancora rinunciare a Kewin Durant. Sono partite come questa, ci ha spiegato Tranquillo, che valgono anche il sacrificio di una sveglia nel cuore della notte. Giusto, però non dovrei spiegare io a Ciccioblack che esiste My Q di Sky grazie al quale posso registrare quattro partite contemporaneamente pure dormendo e russando. Quindi mi sa tanto che anche domani, prima della gara 3 al Taliercio, nella foto Ruzzier contro Vidmar in un duello molto improbabileavrò qualcosa ancora da scrivere per i miei aficionados. Che, mi spiace per voi, ma non sono neanche pochi.