Lo amereste lo stesso se Chicco Molinari fosse comunista?

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Non stacco la spina. Mai. Neanche in vacanza. Almeno sino al giorno in cui non me la staccherà il Padreterno. Anche se la Fiat non ha dato nemmeno il tempo a Marchionne di spegnersi in santa pace che già lo aveva sepolto e sostituito senza tante storie, in quattro e quattr’otto, con l’inglese Mike Manley, nuovo amministratore delegato di Fca. Che guidava la Jeep e andava veramente fortissimo. Al punto da superare il tarantino Alfredo Altavilla su Ferrari che sembrava il favorito nella corsa alla successione di Sergio Marchionne, ma l’ha tradito il motore in vista del traguardo e per questo si è ritirato proprio come Sebastian Vettel a Hockenheim. Mi spiace, ma credo che saprò comunque farmene una ragione. Esauriti i coccodrilli in lacrime sull’uomo in pullover che non è ancora morto, Repubblica ha regalato ieri a Chicco la sua foto in prima pagina: “Golf, storica impresa per Molinari, primo italiano a vincere un Major”. Magari agli italiani bisognerebbe anche spiegare cos’è un Major, un putter o un sand iron, ma sarebbe soltanto tempo perso. Quello del golf è un mondo troppo lontano dal nostro. Domenica mattina, per esempio, ero al circolo del Lido di Jesolo e nel terrazzo della club house sorseggiavo l’Espresso assieme ad un succo d’arancio con ghiaccio e leggevo un articolo molto carino di Beatrice Dondi su Temptation Island, il reality prodotto da Santa Maria De Filippi che è andato in onda giusto ieri sera su Canale 5 e del quale mi sono perso purtroppo anche la terza puntata. “Una scatola talmente vuota che non può essere falsa e un bestiario troppo accurato per essere anche finto”. Ebbene i golfisti con le sacche in spalla passavano e mi guardavano come una bestia rara, ma non ne avevo capito il motivo finché uno non ha dato di gomito alla compagna di gioco sussurrandole ad un orecchio: “C’è ancora chi compra l’Espresso”. E lei: “Non pensavo che a un comunista fosse dato il permesso di frequentare il nostro club”. In effetti non è scritto da nessuna parte, ma il golf è davvero proibito nel Belpaese del golf se non si è un po’ stupidi, come consigliava G.B. Shaw, e un pelo stronzi. Cioè francesi, come dicono di loro gli italiani che non sono juventini e non si vedono allo specchio. E meglio ancora se sei di destra: sfascista o leghista, non fa molta differenza, ma si accettano anche i grillini dell’ultima ora che si portano la banana da casa e imbrogliano sin dalla prima buca. L’importante è detestare pure i tedeschi di Angela Merkel. Basta che non sia Vettel e corra per la Ferrari. E non tifare per Lewis Hamilton perché è campione del mondo con la Mercedes. Difatti forse è il caso che non si sappia troppo in giro che Francesco Molinari vive da anni a Londra con la moglie Valentina, che si chiama pure Platini, e i figli Tommaso e Emma. Ed è più inglese di Mike Manley. Così come a me non dovete ricordare che Chicco è interista. Dunque intertriste e prescritto. Ora sesto nel ranking mondiale. Ma ne siete proprio certi? Un golfista italiano? Che non gioca nemmeno a battaglia navale con Matteo Salvini e domenica ha stretto la mano a Tiger Woods (nella foto, ndr) che è più nero della pece. E magari è pure di sinistra. Non si sa mai. Qualche anno fa ho avuto anche la possibilità di chiederglielo alla sei di Villa Condulmer, un par cinque che lui chiuse con un birdie, sbagliando il putt dell’eagle, e io fortunosamente con un bogey. Ma non ho trovato il coraggio di domandarglielo in quella unica buca dimostrativa. Anche perché il ragazzo mi era sembrato timido, riservato, taciturno, educato. Poco italiano e molto britannico. Torinese per sbaglio. E quindi perché disturbarlo con le mie sciocche curiosità politiche da quattro soldi? A domani. Sperando che il ritorno della Mela Marcia alla Juve in cambio del Pipita Higuain sia l’ennesima bufala di Mamma Rosa e Papà Urbano. Mentre nel pomeriggio scriverò di palla nel cestino. Dal quale ne ho pescata qualcuna di bella tutta da raccontare a Giannino Petrucci e Napoleone Brugnaro. Tempo al tempo. Ma adesso scappo a Mirano da Luciano: ho la schiena a pezzi e proprio bisogno di un signor massaggio.