“E’ uno di quei giorni che ti prende la malinconia”. Cantava Ornella. Molto meglio Claudio Baglioni: “E’ uno di quei giorni in cui ti prende la malinconia”. E’ meno bello, ma l’italiano è almeno quello di Dante e non di Federica Sciarelli. O di Flavio Tranquillo. Come? Non lo conoscete? E comunque avete una grande fortuna se non sapete neanche chi sia. Ieri è stato uno di quei giorni in cui mi ha preso la malinconia e difatti non mi sono mai mosso di casa, ho disinnescato il telefonino, non ho sfogliato i quotidiani. Né ho scritto perché per me scrivere è una gioia. Oltre che libertà. E mi sono perso nell’afoso pomeriggio dietro al golf dalla Svezia. Dove si è giocato l’ultimo giro del Masters e ha vinto per la prima volta in vita sua Renato Paratore. Che ha vent’anni, le spalle strette, un nonno che è un famoso latinista e il padre rettore alla Sapienza. E così adesso mi piace (anche) pensare che Renatino, come lo chiama affettuosamente Rosario Fiorello, avesse poca voglia di studiare, odiasse il latino e per questo ha trovato la via di fuga nel golf. Ed è diventato intanto ricco coi 250 mila euro che ieri ha intascato solo col primo premio vinto nel torneo dell’European Tour. Poi magari diventerà anche un campione. Lo spero per lui. Che non mi sembra neanche un romano. Tanto è silenzioso e ben educato. Il romano tottiano ha invece fischiato Gigi Buffon all’Olimpico. E questo non gliela perdonerò mai. Domani avrei una pro-am al Paradiso del Garda: diciotto buche per scappare dall’inferno dei ricordi di Cardiff, ma mi annunciano che pioverà che Dio la manda. E ti pareva: non me ne va più bene una. Gli amici gobbi mi invitano lo stesso a sputare il rospo e a raccontare come la penso della finale di Champions persa. Mi ero sognato che il Real l’avrebbe vinta ai calci di rigori. Ma il 4-1 è stato molto peggio dell’incubo: una malinconia, una tristezza infinita, una rabbia, un vuoto sotto vuoto spinto che non vi dico. Però non vorrei nemmeno farne una malattia o una tragedia perché anche questa soddisfazione non voglio dare a chi, riemergendo dai tombini della fogna, si vanta d’aver vinto solo lui il triplete. Cos’è successo nel secondo tempo? Non l’ho ancora capito. E non so se l’abbia capito nemmeno Max Allegri. Il Real Madrid è stato più forte della Juve, ma non è più forte della Juve e il primo tempo l’ha dimostrato. Quattro gol la BBBC non li aveva mai presi in tutta questa Champions. E già tre sarebbero stati tanti. Penso piuttosto che i bianconeri si siano spenti nei secondi quarantacinque minuti tutti insieme come le luci di un lunapark. E la festa è qui finita. Un corto circuito? Un fulmine a ciel sereno? Un segno del destino? Niente e nessuno è riuscito ancora a spiegarmelo e a convincermi soprattutto che così è perché la Coppa con le orecchie è per la Juve maledetta. Ero all’Heysel: la polizia a cavallo, gli hooligans ubriachi di birra che due notti prima mi avevano rincorso per le stradine di Liverpool dove sono nati i Beatles, la stessa paura e il panico di sabato in piazza San Carlo. Quella per me è stata una Champions maledetta. Trentanove morti, dei quali trentadue nostri fratelli: li ho contati. Erano stesi sul selciato davanti alla tribuna centrale raccolti in sacchi di tela verdi tutti eguali. Ho visto un padre aprire la cerniera e riconoscere il figlio. Una scena straziante. Quella fu una vera tragedia. Non questa. Anche se per poco non lo è stata ancora. “A Torino come a Londra e come a bordo della Costa Concordia, la paura non è la gola che si strozza, i capelli che si drizzano, gli occhi che si velano e le gambe che si piegano: la paura è la voglia di svignarsela”. E poi è il panico. Scrivessero tutti come Francesco Merlo di Repubblica i giornali non sarebbero oggi così in crisi. Il crollo della Juve a Cardiff poteva anche essere evitato se Allegri magari avesse difeso a tre con Barzagli, Bonucci e Chiellini, infoltendo il centrocampo ed escludendo Mandzukic o Dybala. Sì, proprio Marione che ha segnato un gol da favola e aveva ricucito tutti i sogni bianconeri? Piuttosto Dybala per come ha giocato. Troppi se e troppi punti interrogativi: non vi pare? Però la sconfitta non era annunciata. Così come neanche la Juve poteva essere favorita alla vigilia. Lo si sapeva prima che Ronaldo è meglio di Higuain. Ma anche nessuno si sarebbe immaginato che la mia Joya avrebbe fatto in finale una figura del genere.