Un caffè sull’amaca con Trump sbirciando la sua Melania

magoo

Oggi è il nove. E domani il dieci. Lo dico a voi così me lo ricordo anch’io. Arsenico e vecchi ritagli: potrebbe essere il titolo delle trentatré righe quotidiane del mio scacciapensieri estivo. In verità fa troppo caldo anche solo per pensare e allora mi tuffo in un mare di ritagli dal quale pesco il primo che mi capita a tiro. Dall’Amaca divertente (a volte) di Michele Serra: “Il passaggio di Trump in Medio Oriente richiama quello di Mister Magoo in una strada affollata: dopo di lui la catastrofe, ma il simpatico vecchietto ipovedente non se ne accorge. Trump, a differenza di Magoo, non è neanche simpatico. Un’altra differenza sostanziale è che non è un cartoon, anche se lo sembra, ma il presidente degli Stati Uniti d’America. Circostanza che continua a sembrarci incredibile”. Una pesca fortunata. Ancora Trump nel Caffè (senza zucchero) di Massimo Gramellini: “Hanno persino insinuato che Bergoglio gli avrebbe parlato in spagnolo per sfregio, anziché per la semplice ragione che non sa l’inglese. E se la figlia Ivanka in un’osteria romana scambia la foto del laziale Chinaglia per quella di un santo, tutti a darsi di gomito”. A me piace la moglie Melania: posso? No, apriti cielo. Mattia Feltri è il figlio di Vittorio ed è più simpatico del padre, ma non ci vuole molto. Da un suo coraggioso Buongiorno: “Quando, il 24 giugno 1981, la Madonna apparve a sei ragazzi compresi fra i dieci e i sedici anni, Medjugorje era un piccolo e poverissimo paese della Jugoslavia. Molti vivevano in case senza riscaldamento e acqua corrente, non tutti avevano l’energia elettrica. Da allora, e soprattutto dopo la guerra, il giro d’affari è stato di quasi 12 miliardi di euro. Medjugorje ha 5 mila abitanti, di cui 2 mila impiegati nel turismo e 20 mila posti letto. Il paese è ormai una new town, fatta d’alberghi color salmone dai nomi celestiali, decine e decine di negozi di oggetti sacri, pizzerie, rivendite di borse Fendi e Prada finte. Papa Francesco ha appena lasciato intendere che le apparizioni del 1981 sono credibili, mentre le successive, a centinaia, sanno di buca postale”. Cosa voglio dire? Io niente: ve l’ho già detto che oggi non ho voglia di pensare e meno che meno di scrivere di palla nel cestino. Domani è sabato 10: cominciano i playoff scudetto tra Venezia e Trento. Non me lo sarei comunque dimenticato. Oggi è il 9 e stanotte alle 3 si gioca gara 4 della finale Nba: devo forse puntare la sveglia? Neanche ci penso. Anche se spero che i Cleveland Cavaliers vincano almeno una partita della serie con quegli odiosi dei Golden State Warriors.