Treviso in serie A, Venezia con l’elmetto contro gli arbitri

Jack Cooley Banco di Sardegna Sassari - Umana Reyer Venezia Legabasket Serie A 2018-2019 Playoff Finale -  Gara4  Sassari, 16/06/2019 Foto Giulia Pesino / Ciamillo-Castoria

Adesso ci si diverte sul serio. Ora che Jack l’angioletto Cooley (nella foto) ha mandato all’ospedale Julyan Stone. Un’involontaria testata, per carità di Dio, ma intanto il ballerino della Reyer, giocatore molto corretto, è uscito dal parquet del PalaSerradimigni che qualcosa aveva da dire al Cicciobello, grande e grosso, di Evanston, nell’Illinois, che però non è nato nello stessa maternità dove è venuto al mondo Peterson. Come Dindondan puntualmente ci tiene a precisare. Una tac cerebrale dall’esito fortunatamente negativo per Stone alle tre di notte: neanche questo è bello ed è più pallacanestro. In questi playoff di serie A che sono diventati un inferno, una mattanza, una far west: scegliete voi l’immagine che più vi rende l’idea di un caos brutale che si sarebbe potuto evitare se solo non si giocasse un giorno sì e uno no e la Lega di Bianchi non avesse una gran fretta di chiudere bottega nemmeno fosse rincorsa dalla tarantola il cui morso procurerà anche dolore ma non è velenoso. Con le forze al lumicino e un caldo da deserto del Sahara. Dove la sabbia è bianca e fine, ma il mare è a chilometri e chilometri di distanza. Adesso viene il bello: lo scudetto al meglio delle tre partite ci raccontano quelli delle tivù che non sempre dicono quello che pensano e pensano a quello che dicono. Eccezion fatta per Andrea Meneghin che mi piace non perché è il figlio di SuperDino, ma perché di fronte a certi fischi casalinghi non ce la fa proprio a dire che li condivide. Anche Sandro De Pol è fatto della stessa pasta, ma ieri sera non so se è stato altrettanto obiettivo come il suo ex compagno di squadra dal momento che su Sky Q posso anche registrare quattro avvenimenti contemporaneamente, ma non più di uno dal digitale terrestre e su Rai Uno alla medesima ora c’era pure Italia-Spagna dell’Europeo under 21. Come del resto domani sera: Venezia-Sassari gara 5 alle 20.45 e Brasile-Italia del Mondiale femminile alle 21. Parliamoci chiaro: non sono stato contagiato da tutto l’entusiasmo che noto in giro per le azzurre di Milena Bertolini da Correggio. Alla quale nemmeno Emanuela Audisio, un’altra gustosissima firma di Repubblica che la nostra pallacanestro ha perso negli anni del colera, ha il coraggio di domandare se ha mai pensato di sposarsi. Barbara Bonansea mi ricorda molto Gigi Riva. Cristiana Girelli ha più culo di Righetto Sacchi: beata lei. Anche Sara Gama e Aurora Galli sono juventine, ma il 23 % di share sbandierato ai quattro venti per Italia-Giamaica 5-0 non è che mi abbia convinto a desistere dall’andare domani al Taliercio. Anche se il rischio di morire in quel forno sarà molto elevato e noi del basket dovremmo solo star zitti avendo la premura di nascondere il record d’ascolti della stagione: 336.326 telespettatori su Raisport e 72.259 su Eurosport in gara 2 di finale tricolore. D’accordo all’audience tivù bisogna dare il peso che merita se il Grande Fratello di Barbara D’Urso e Temptation di Simona Ventura fanno spesso il botto con milioni e milioni d’inverosimili contatti, ma finché le nazionali di MaraMeo Sacchetti e Paperoga Crespi sono in mano a Sky, e Giannino Petrucci non gliele strappa per regalarle magari alle reti ammiraglia della Rai almeno per i Mondiali di settembre in Cina, non ci rimane altro da fare che continuare a piangere e a lamentarci. Tornando a bomba e aspettando che finisca la partita di Capo d’Orlando con lo champagne già in frigo per brindare al ritorno di Treviso in serie A, non voglio gettare altra benzina sul fuoco, ma come si fa a tacere di quel che sta succedendo nella serie tricolore tra il Banco di Sardara e la Reyer di Brugnaro? Domenica 39 tiri liberi per Sassari contro i 18 per Venezia, ma soprattutto 120-77 complessivi nelle quattro partite di finale per cui non si può solo parlare d’arbitraggi casalinghi, ma di fischietti davvero impazziti che all’angioletto Cooley permettono tutto, anche di spingere con la pancia e d’alzare i gomiti, come a Pozzecco di mandarli ogni tre secondi a quel paese, mentre basta che Mitchell Watt e Gasper Vidmar provino ad addentare quel salsicciotto per finire presto fuori per (cinque) falli senza cena e senza senape. Tanto che domani sera gli oro-granata scenderanno in campo con l’elmetto in testa per proteggersi dal pericolosissimo Jack dell’Illinois, ma anche dagli agguerritissimi arbitri che non voglio neanche sapere chi saranno dopo che pure Begnis e Biggi mi hanno ieri parecchio deluso. Intanto la De’Longhi, trascinata da un illegale David Logan (36 punti) ha battuto (65-76) per la terza volta un’Orlandina a pezzi che, dopo gli americani Triche e Trapani, stasera ha perso per infortunio anche Laganà e persino la guida di Marco Sodini che nel secondo tempo è rimasto nello spogliatoio per un lieve malore accusato nel primo. Mi spiace molto per lui. Però non nego che sono anche strafelice per Max Chef Menetti che a Treviso ha fatto quest’anno un lavoro coi baffi. Cin cin. Evviva. E che cominci la festa.