Pensate davvero che De Ligt e Lukaku valgano tanto?

funghi

Se me la sbrigo in fretta, facciamo in meno di un’oretta, magari potrei sfornare ogni giorno uno Scacciapensieri prima che scenda la sera e prima di leggere i giornali dopo la dolce pennichella della calda domenica al termine del trionfo di Andrea Dovizioso, su Ducati, in Austria nel MotoMondiale. Ci provo, ma non vi garantisco nulla. Nella notte di San Lorenzo non ho visto una stella cadente nemmeno a pagarla oro, ma neanche le lucciole che di solito danzano frenetiche tra i cespugli che accompagnano il torrente a valle. E sono bellissime. Nel cielo una luna gonfia, e pure un po’ pallida, che sarà tonda (e piena) solo a ferragosto, ma che intanto giocava a nascondino tra le stupide nuvole. Come ieri Cristiano Ronaldo che contro l’Atletico di Madrid ha fatto di nuovo flanella e tanta confusione, ma questo non si può dire nell’Italia bianconera: altrimenti ti mettono al muro. Dove invece ci sbatterei qualcun altro e chi mi conosce sa bene a chi mi riferisco. Piuttosto quel De Ligt, che di nome fa Matthijs, siete proprio sicuri che sia un fenomeno? Alla Juve è costato 75 milioni di euro più un’altra decina di bonus: non vi sembrano forse troppi per un difensore? A me pare francamente di sì. Anche se è calcio d’agosto e il ragazzo che viene dall’Ajax compirà soltanto domani vent’anni, ma mio nipote di otto non sarebbe stato così allocco sul 2-1 di Joao Felix e goffo nell’autorete regalato all’Inter del Conte Antonio. Al quale è bastato poco per fargli passare il mal di pancia: bastava comprargli Romelu Lukaku che nemmeno lui poi vale così tanto. Però non volevo parlarvi oggi di pallone. Né di queste benedette plusvalenze che mi piacerebbe davvero sapere chi le ha inventate. Di sicuro un mezzo furfante. Piuttosto dicevano che quest’anno non ci sono funghi in montagna perché i boschi son troppo secchi. E questi meravigliosi finferli del Cadore che vi mostro nella foto (in girotondo sull’apertura di Repubblica) da dove sono saltati fuori? Li ha raccolti Roberto Lacedelli col figlio Federico stamattina, poco dopo l’alba, nel posto tra gli abeti che conoscono solo loro e che non vi rivelerebbero, come mi pare giusto, neanche sotto tortura. A me li hanno poi regalati per l’imminente compleanno e li mangeremo insieme stasera a cena con le tagliatelle. Mentre a pranzo la dozzina d’ombrelle giganti sono finite sulla griglia e non vi dico quanto siano state apprezzate. Meglio che in pastella, indorate e fritte. E persino dei porcini crudi in insalata. Che però dovete credermi: non sono avanzati. “C’eravamo tanto odiati” è un titolo che mi piace. Ma pure “Compagni di merende” avrebbe fatto la sua bella figura. Grillo con Renzi: perché no? Qualsiasi accrocchio, come lo chiama Salvini, mi sta al momento bene se servirà per salvare il Paese da una dittatura dopo quasi cent’anni dalla marcia su Roma e di Mussolini che nel comizio del bivacco chiese (e ottenne) i pieni poteri. Gli stessi che vuole quel pirlone. E difatti sosterrò il partito contrario al voto dovessi usare anche le ultime forze che mi sono rimaste. Senza guardare in faccia nessuno. E magari pure con una molletta che mi chiude il naso già abbastanza tappato del suo.