Peggio degli intertristi ci sono ormai solo i salvinisti

conte

Di quel che dice e fa Marteo Salvini non mi stupisce più niente. Tranne una cosa: mi meraviglia che non sia interista perché così sarebbe stato uno stronzo perfetto. Ovviamente ce l’ho soprattutto con gli intertristi, e non sono pochi, che hanno votato per la Lega di Zaia e Giorgetti che non sarebbero neanche poi così male se non fossero legati al Carroccio come i due buoi di razza chianina che lo tirano. Quelli che non sanno perdere e ancora parlano distorcendo i fatti proprio come i salvinisti che di Carola Rackete dissero che era una sbruffoncella comunista, criminale e pirata oltre che ricca di famiglia. “Io ricca? Bella questa. Mio padre è un pensionato che, quando ero una teenager, non aveva i soldi per mandarmi in vacanza e allora dovevo andare a lavorare dopo gli studi”. Gridano e insultano nonostante siano ormai un paio di lustri che la loro Beneamata non conquista neanche la Coppa Fragola al torneo della parrocchia. Quelli che leggono il giornale di Mamma Rosa e Papà Urbano e che si convincono ogni estate che l’Inter strapperà lo scudetto dalle maglie della Juve perché finalmente ha un allenatore e una squadra forte in ogni reparto come ripete regolarmente lo Zio Bergomi. Poveretto. Che in tutta la sua fiammante carriera ha vinto un campionato con Giovanni Trapattoni che non sarà neanche un gobbo, ma un ciavit, però non di sicuro un bauscia o un fanfarone nerazzurro. L’altro giorno ha scritto super partes il romano Fabrizio Bocca di Repubblica: “L’Inter è un club sadomaso che prova piacere a percuotersi. Mai vista una squadra che dichiara guerra così aperta e totale al suo giocatore più importante”. Si chiami Mauro Icardi o Radja Nainggolan. La Gazzetta invece ha titolato: “Icardi e il Ninja epurati: una scelta coraggiosa”. E Fabio Licari ha in aggiunta commentato: “Da prese di posizione così nette si capisce che all’Inter sono arrivati Marotta e Conte con quello spirito decisionista alla base dei loro più recenti successi”. Chi avrà visto giusto? La mia risposta è troppo scontata e difatti non la do. Però so che il Conte Antonio (nella foto coi due separati in casa) è già nero più del carbone e furioso con Beppe perché va bene tutto, le questioni di principio e Wanda Nara, però intanto in attacco ha solo Lautaro e per il centrocampo col cavolo che il Barcellona gli molla Vidal. Ieri il mio Parrucchino ha messo le mani avanti: “A me basta avere l’un per cento di possibilità di vincere” per non dire che ne ha zero con una Juve che davanti ha Ronaldo, Dybala, Higuain e Mandzukic, più Kean e Pjaca. Non solo: ha pure in tasca il sì di Chiesa padre e figlio. E, proprio volendo, se Marotta non vuole darle Maurito, s’accontenterà di portargli via sotto al naso Lukaku. Mentre ha già preso Rabiot e la sua riserva (?) Ramsey e in difesa sistemerà le cose (che ne dite?) con De Ligt dopo essersi assicurata dal Sassuolo il turco Demiral che è un ventunenne molto promettente di un metro e 92. E venderà anche Cancelo, e pure magari Bonucci, ma non credo Douglas Costa e Cuadrado. Di modo che, quando Conte ha ricordato, forse per farsi coraggio, che “alla Juve partimmo dal settimo posto dell’anno prima e vincemmo il campionato, così come al Chelsea dal decimo e arrivammo”, qualcuno sotto voce ha commentato: “Povero Antonio, non si è ancora reso conto che adesso allena l’Inter”. Nel pomeriggio mi hanno infilato in un tubo e mi hanno gentilmente spiegato, tappandomi le orecchie, che era una risonanza magnetica. Santa pazienza e solo perché faccio fatica a respirare dal naso. Per trequarti d’ora ho allora ripensato, che – lo so – non è il mio forte, a quel che ha detto Padre Bartolomeo Sorge: “I porti chiusi sono disumani come le leggi razziali”. Quelle promulgate dal regime fascista nel 1938 contro gli ebrei. Un raffronto molto forte, ma reale, che lascerà comunque indifferenti l’orda dei cristiani salvinisti che continua ad ingrossarsi in questo paese al quale non è bastato sbagliare una volta, ma che deve ancora precipitare nell’inferno per ravvedersi. Forse. Mentre, saltando dal sacro al profano, in un’ora e un quarto Federer ha liquidato Berrettini che ci è rimasto così male che avrebbe voluto scappare da Wimbledon e nascondersi in casa. Come quell’anticristo che “bestemmia se chiede alla Madonna di benedire i porti chiusi, la licenza di sparare (e di uccidere), la tassa a chi fa il bene e la multa per ogni naufrago salvato”.