E’ Frank Vitucci da Cannaregio l’allenatore dell’anno

Vitucci Happy Casa Brindisi - A | X Armani Exchange Olimpia Milano Legabasket Serie A 2018/19 Brindisi, 20/01/2019 Foto Ciamillo-Castoria

Magari se mi do una mossa, prima d’infilarmi sotto le coperte potrò finalmente anche vedere gli highlights delle tre partite di serie A di domenica scorsa che ancora mi mancano: Pistoia-Pesaro, Virtus-Trieste e Cremona-Trento. Delle quali non so niente di niente: nemmeno chi ha vinto e, di conseguenza, chi ha perso. E un cincinin me ne dispiaccio, curioso come sono, più di George e Ted, l’uomo dal cappello giallo. Però volete mettere quanto ci ha guadagnato la mia salute a non leggere per cinque giorni di fila il Vangelo della pallacanestro secondo Mamma Rosa e i suoi compagni di merende? I quali quotidianamente ti spappolano il fegato travolgendolo con una valanga di fritti misti cucinati sempre nello stesso olio di s(c)emi. Ecco, fate conto che per una settimana mi sia infrattato in una clinica privata per disintossicarmi dal basket. Ebbene ne sono uscito che quasi quasi, guardandomi ora allo specchio, neanche più mi riconosco. Ce l’avete con Simone Pianigiani perché piange che sembra la fontana del Nettuno? Probabilmente non avete torto e difatti non controbatto. Però nemmeno riesco ad immaginare quanto potreste anche voi piangere se sul serio dovesse arrivare James Nunnaly a Milano direttamente dagli Houston Rockets. Come sembra e come mi dicono che ha scritto l’unico di cui ancora mi fido nella redazione della Gazzetta. Ovvero Vincenzo Di Schiavi. Ce l’avete con Pianigiani perché, guardando la difesa dell’Armani, vi viene da piangere? Per carità di Dio, se così la pensa Sandro Gamba sulle pagine meneghine di Repubblica, non sarò certo io a contestare il mio amato cittì. Però mi piacerebbe da lui anche sapere cosa ne pensa della difesa acqua e zucchero di tutte le squadre allenate dal suo caro Romeo Sacchetti. Il quale non vuole in nazionale tra i piedi Boscia Tanjevic. E allora mi domando e chiedo (rafforzativo): come si fa a difendere a spada tratta MaraMeo se si è anche amici fraterni del Professore montenegrino? Spiegatemelo, per favore, perché io ho rinunciato a capirlo. E comunque per la mia religione manichea è vietato tenere il piede in due staffe. Ma ugualmente non mi arrabbio come avrei fatto la settimana scorsa. Dal momento che ormai mi sento un altro e non ho la minima intenzione di tornare indietro. Difatti avevo anche una mezza idea di rinunciare alle quattro giornate di Firenze a metà del mese prossimo. Dove nelle final eight partiranno favorite la Vanoli, che gioca una partita ogni morte di Papa e sarà dunque fresca come una rosa, e la Segafredo dopo le ultime dichiarazioni che mi raccontano abbia rilasciato a Repubblica il braccio destro, nonché occhio sinistro, di Massimo Zanetti conte di Villorba. Secondo il decano dei decani cestistici, Luca Baraldi, la Virtus infatti può vincere la Champions essendo anche come budget più forte della Reyer e della Sidigas. Buona a sapersi. E quindi perché non dovrebbe far sua la coppetta d’Italia eliminando subito nei quarti l’Armani che non difende neanche puntandole una pistola alla tempia ed è nelle mani dello sbandieratore della Lupa che, oltre a non aver voglia di far niente dalla mattina alla sera, è il più grande perdente di successo della storia della nostra pallacanestro? O forse mi sbaglio? Può darsi. Intanto ieri sera Milano ha raccolto a spese dello Zalgiris di Kaunas, ovviamente in tono minore e con le pezze sul sedere, come vi avranno senz’altro raccontato i giornali di regime, il 25esimo successo della sua disgraziatissima stagione in 38 partite giocate nell’arco di nemmeno quattro mesi. Ebbene nella Nba gli Houston Rockets di Barba Harden, che non sono proprio da buttare, e di Michelino D’Antoni, che è per voi il più grande coach dell’universo, hanno vinto solo un paio d’incontri più delle nostra sfigata Olimpia, però in 47 partite. Eppure non mi pare che siano nell’occhio del ciclone negli States come sono invece le scarpette rosse in quello della terribile Banda Osiris. Che durante la Coppa Italia organizzerà la sua convention invernale a braccetto con la Lega di Zio Fester Aloi e le scuole di Firenze per spiegare ai più giovani che la mela marcia del basket italiano è Milano. Poche storie. Ma lo sa Livio Proli? Non credo. Ed è questa una delle ragioni per le quali me ne sarei volentieri rimasto a casa in quei giorni. Ma poi mi sono interrogato: posso non vedere dal vivo una finale tra la Bologna di Sacripanti(bus) e la Cremona di MaraMeo, i due purosangue della scuderia di San Bernardi, per una guerra dei bottoni che in molti purtroppo ancora sottovalutano? Sia mai. Intanto oggi e domani gli arbitri di serie A sono in raduno a Rimini: prove atletiche, test scritti e riunioni tecniche. E tutti e trentasei che si domandano cosa ci faccia l’ex collega Emanuele Aronne in Lega. Gioca ai fantasmi e così d’ora in avanti lo chiamerò Fantasmino. Mentre c’è poco da scherzare: è Frank Vitucci (nella foto) da Cannaregio l’allenatore dell’anno e non perché ha battuto domenica la stremata Armani o perché Artiglio Caja contemporaneamente ha perso con Varese a Brescia. E ci sta. Ma perché a Brindisi ha fatto le nozze con i fichi secchi e con il deparecido Moraschini. Ed è questo quel che più conta in questi tempi di vacche magre nei quali si cerca di trovare il pelo solo nell’uovo di Milano o di Venezia. E magari non ci si accorge invece che tutto intorno è noia. O quasi. Maledetta noia. Se non peggio. Ovvero mondezza.