La Juve non giocherà mai la Champions: è poco ma sicuro

vlahovic

Non ci voleva molto a capire che la Juventus aveva vinto a Bergamo. Ma sono andato avanti lo stesso con il divertente esperimento sino al primo pomeriggio d’oggi. Quando dopo oltre quattro giorni e quattro notti mi sono stravaccato sul divano in soggiorno per vedere in santa pace la partita della squadraccia del contestatissimo Acciuga Allegri con l’Atalanta di cui ancora incredibilmente – lo giuro – non conoscevo il risultato dopo quasi dieci minuti di recupero oltre il novantesimo. Tanto è continuato a piovere a scrosci sin quasi al tramonto, governo ladro e pure fascista, e di mettere il naso fuori dalla porta con l’ombrello mi era passata da un pezzo la voglia. D’accordo, è da domenica che non apro un quotidiano e incredibilmente sono sopravvissuto lo stesso. Così come è pure vero che ho sempre accuratamente evitato di finire in bocca ad un programma televisivo in cui si parlasse di pallone. Col quale, oltre tutto, sono culo e camicia – è risaputo – ormai dal giorno in cui alla Signora omicidi hanno estorto solo quindici punti, e perché non cinquanta?, in classifica quando avrebbero potuto invece benissimo radiarla sbattendo per qualche lustro Andrea Agnelli, il cugino dell’affettuoso John Elkann, e i suoi compari di merende, Nedved e Cherubini, nelle patrie galere. Dove per altro non c’è mai finito il pregiudicato d’Arcore, oggi senatore della Repubblica, ieri presidente del Milan, condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale da un tribunale rappresentato nemmeno da un solo giudice con la toga rossa. Sciocchezze.

E non dovete neanche pensare che in questi ultimi quattro giorni, a parte oggi, mi sia tappato in casa per non conoscere l’esito finale di Atalanta-Juve 0-2 e non abbia incontrato per strada nessuno che abitualmente non mi parla d’altro che di calcio. Ma di una Juve che batte la squadra del tremendo Gian Piero Gasperini scoppiettante di salute e reduce da ben tre squillanti vittorie consecutive non sarà mica una notizia di cui perdere del tempo a parlarne? Soprattutto se per mesi sei andato avanti a sostenere che Allegri dopo cinque scudetti di fila e due finali di Champions andava preso a calci sul sedere. Per questo avevo cominciato col dirvi che non mi ci era voluto molto per capire che la Juve aveva vinto a Bergamo e che ora è seconda in classifica alla faccia di chi le vuol male. Che non sono pochi ma almeno una trentina di milioni d’italiani. Compresi quei miseri e ingrati tifosi bianconeri malati del bel gioco e ora incantati dal Napoli di Lucian(in)o Spalletti che non conquistava un titolo da 33 anni e dovrà aspettare un nuovo Mondiale in Qatar sotto l’albero di Natale per vincerne un altro.

Ora non m’illudo che cambierà qualcosa. Se non sarà Gabriele Gravina, presidente di quell’obbrobrio che è da tempo la nostra Federcalcio, sarà Aleksander Ceferin, presidente dell’Uefa di cui è meglio che non dica niente, a negare alla Juventus la partecipazione alla prossima Champions in favore d’entrambe le milanesi che pure proponevano la Super League al fianco di Andrea Agnelli e Florentino Perez, ma dalla quale, impavidi conigli, Inter e Milan si sono precipitosamente staccate strizzando anzi l’occhio agli emiri senza scrupoli che hanno piantato le tende a Parigi e Londra. Come? O ridandogli una dozzina di punti di penalizzazione in classifica o escludendola d’emblée per un anno da tutte le competizioni europee. Allegri lo sa per primo. Difatti quando ha sussurrato all’orecchio di quella pettegola che è il mio amico Beppe Marotta “t’auguro d’arrivare sesto” e non quinto è perché sa e sapva benissimo che ai suoi generosi ragazzi negheranno comunque la soddisfazione di piazzarsi in Italia tra le prime quattro squadre o di disputare la Champions vincendo magari l’Europa League.

Mi spiace per gli aficionados di basket, ma oggi non dedicherò più di una trentina di righe al nostro sport preferito dopo che ieri almeno su Facebook mi avete dato pochissima soddisfazione. O forse non v’interessano le serie minori? Vi sbagliate. E di grosso. Sono gustosissime. Né farò le ore piccole per commentare il prolungamento pluriennale del contratto della Reyer ad Olivetta Spahija dopo il no di Gianmarco P(r)ozzecco a Napoleone Brugnaro, che ultimamente non ne indovina più una di giusta, e il sì del furbo croato a Federico Casarin per far giocare di nuovo suo figlio Davide a Venezia. Quanti minuti a partita? Li conteremo insieme. Paolo Banchero non indosserà la maglia azzurra del Poz neanche in maschera a Carnevale: mica è scemo. Perchè cosa avevo scritto sul mio blog la scorsa estate? No, per convincervi che il bravo ragazzo degli Orlando Magic non giocherà mai per l’Italia dovevate leggerlo anche sulla Gazzetta che piomba sempre sulle notizie con qualche settimana di ritardo e difatti non ha scritto ancora niente del Messi(n)a che ha dato un calcio sul sedere agli assistenti di Scariolo. Forse perché la Lega con il direttore della sua area sportiva Francesco Riccò nega il brutto episodio? Ma per piacere. Nemmeno il president-coach dell’Armani, che tiene tutti per i fili come marionette, avesse bisogno anche del supporto del poco stimato (solo da lui) Umberto Gandini per dare scacco matto al Re del Caffè Segafredo. Scoppiando dal ridere, vi posso piuttosto già dare le designazioni arbitrali di Citofonare LaMonica per le prime gare dei quarti di finale di sabato. Carmel(it)o Paternicò non sarà dato in pasto alla Segafredo Arena come mi auguravo scherzando, ma lo avrò sott’occhio al Taliercio di Mestre (ore 19.30) insieme al buon Lorenzo Baldini e Andrea Bongiorni come già una decina di giorni fa nel pasticciaccio brutto del Palaverde. Il signor Rossi, il giovane Giovannetti e il genovese Gonella dirigeranno invece al Forum (ore 18) Milano-Pesaro. Mentre Sahin, Attard e Borgo alle 20.30 arbitreranno a Bologna le vu nere contro l’Happy Casa di Brindisi. E Silvia Marziali, raccomandatissima da Petrucci ad inizio stagione, che fine ha fatto? Resterà a Roma a guardarsi le partite dei playoff in televisione. Peccato, perché per me è stata quest’anno il miglior fischietto della serie A. Soprattutto quando, spesso e volentieri, il fischietto se lo dimenticava a casa o in tasca.

Bene. Anche stasera mi sono perso i bianconeri contro il Siviglia. Poco male. Mi sono registrato la partita e, se avrò tempo, me la vedrò domani. Altrimenti fa lo stesso: per me non cambia nulla. Mentre parlando del più e del meno con Don Gel Scariolo mi ha detto che era soddisfatto della sua Inter che evidentemente ieri sera ha battuto il Milan come da (mio) pronostico, ma con quanti gol di scarto? Questo non glielo ho chiesto anche perché francamente del superderby me ne importa ancora meno. Piuttosto, ancor prima di sfogliare i giornali che da domenica ho accumulato sino ad alzare una torre di carta di quasi un metro che la mia Tigre vorrebbe buttar giù dalla finestra, devo essere sincero: la Juve a Bergamo è stato più fortunata che brava, ma se non altro quei beceri di tifosi atalantini coi loro cori razzisti hanno scatenato l’ira di Vlahovic (nella foto) che ha segnato un magnifico gol in contropiede almeno per lui d’altri tempi. Quelli di quando vestiva di viola e aveva praterie davanti per volare a rete. Mentre a Torino i difensori avversari gli stanno sempre addosso non concedendogli mai nemmeno un centimetro. Così che non gli riesce uno stop che sia uno o un uno-due che non sia indecente. Tanto che oggi come oggi non sono l’unico a pensare che la Juve si è tirata in casa un altro mezzo brocco come Chiesa e Bernardeschi arricchendo quello smargiasso di Rocco Commisso. E dunque all’attaccante serbo devono ogni volta cantare la canzone dello zingaro? Non ho detto questo. Anzi. Al posto di Daniele Doveri avrei sospeso la partita e invece lui ha ammonito Vlahovic. Robe da matti. Ma Vlahovic gioca nella Juve: ve lo eravate per caso dimenticati? Ed è già stato grasso che cola se eccezionalmente domenica all’ora di pranzo l’arbitro di Volterra non ha fischiato il solito rigorino contro Danilo o Cuadrado. Però stavolta Rugani, forse il migliore in campo dei bianconeri, si è legato le mani dietro la schiena col fil di ferro e così neanche Daniele Orsato avrebbe avuto il coraggio di punirlo con un tiro dal dischetto. Tanto la prossima Champions comunque la Juventus di Allegri non l’ha da fare: scommettiamo?