Ci è mancato poco per battere l’Australia: forse il Gallo?

fontecchio

Poche ciance: una partita di basket o di volley, ma anche di pallanuoto, per la quale stravedo, o di 3×3 non si può vedere su Raidue senza correre il rischio di spappolarti il fegato perché magari sul più bello della sfida la tivù spezzatino interrompe la diretta per passare la linea, sparo a caso, ma poi non proprio, al combattimento di judo (kg 73) con Fabio Basile, campione olimpico a Rio ma eliminato al primo turno dal coreano An Changrim, o alle finali della canoa slalom, dove non ci sono italiane da medaglia, soltanto per far contento il fastidioso Franco Bragag-na che sa sempre una pagina più del libro e non si può più sentire come (quasi) Ciccioblack Tranquillo. E allora che faccio? Mi guardo Australia-Italia sul tablet e su Eurosport Player per la telecronaca dei due Andrea, Solaini e Meneghin, che oltre tutto sono anche bravi. Peccato che Eurosport 1 sia pure fulminato e al secondo match della nostra nazionale di pallacanestro molto atteso abbia preferito la prova a cronometro donne di ciclismo sua strada della quale perdonatemi ma non m’importa proprio un tubo. E quindi? Mi cospargo il capo di cenere e torno umilmente sulla seconda rete della nostra povera tivù di Stato dove trovo Maurizio Fanelli e Sandro De Pol che, imbarazzatissimi, devono farci il riassunto dei primi sette minuti (15-17) del duello con i Boomers, i canguri di Brian Warwick, che dovrebbero saltare molto più di noi, ma non contro Nicolò Melli che è partito alla grande stoppando Jock Landale, il loro pivot alto e grosso e con la barba. Tutto questo perché Auro Bulbarelli, il capo spedizione di Tokyo 2020, nonché direttore di Raisport (per fortuna) ancora per poco, che disprezza la palla nel cestino almeno quanto io detesto lui e il suo sponsor Salvini, non ha voluto rinunciare al tiggì olimpico delle 17 e 20 giapponesi, condotto dalla simpatica Sabrina Gandolfi, e alla successiva mostruosa pubblicità su Netflix, Britgestone, Conad e Toyota. “E io pago (il canone)!”. Domanda: ma come fai a sapere che Melli ha sotterrato il due metri e undici di Melbourne? Perché mi sono abbonato per un mese pure a Discovery Plus. Così domani posso anche non comprare leggere la Gazzetta e al massimo leggermela al bar come fa tutti i santi giorni il caro Paron Zorzi. E vi posso anche dire i primi cinque azzurri che il trafelato MaraMeo Sacchetti ha spedito sul parquet: Spissu, Tonut, Fontecchio, Polonara e Melli, rinunciando a Nico Mannion e Danilo Gallinari. Hanno innestato subito la quinta marcia Fontecchio (nella foto) e Tonut, i migliori anche con la Germania, però Aron Baynes (Boston Celtics) e Matisse Thybulle (Philadelphia 76ers) ci hanno poi subito castigato con le triple e Patty Mills, la superstar dei San Antonio Spurs e portabandiera dell’Australia a questi Giochi, che “è entrato in classe e ha cominciato a spiegare la lezione”. Come ci ha raccontato l’amico De Pol al quale ora passo la palla mentre prendo appunti. 15-21, bomba di Tonut dall’angolo, ma difendiamo male anche a zona e l’ingresso dei figli di Pace e Vittorio non hanno per il momento migliorato di molto le cose. In compenso le seconde linee, Pippo Ricci e Riccardo Moraschini, ci rimettono in corsa sul 25 pari alla sirena del primo quarto. Intanto E.T. l’extra-terrestre Fanelli ci informa che la Germania si è riscattata con la Nigeria (99-92) e non so se questa sia una bella o una cattiva notizia per noi. Secondo periodo: stringiamo le maglie in difesa con Melli, Faccia tosta Mannion (ventenne di Siena) fa il diavolo a quattro in attacco ed è brutto dirlo ma paradossalmente l’Italia è più tosta con Polonara che con il Gallo nell’aia, pardon nell’area: 36-30 e 42-37, ma punteggio sempre in altalena e azzurri avanti di un solo punticino all’intervallo. Nota breve a caldo: forse Sacchetti ha fatto raffreddare troppo in panca Stefano Tonut. Polonara dagli otto metri, poi una scorribanda di Nico Mannion, che mette a sedere Della Vedova, e uno stand beach alla Stephen Curry, suo maestro nei Golden States Warriors, ci prendono per mano e ci portano in cielo (52-46), ma l’Australia è squadra da medaglia non per scherzo e con un break di 12-0 rivolta in un amen la frittata (52-58). Irresistibili sono le penetrazioni di Millis e le schiacciate di Landale. E’ finita? Non ancora. Polonara e Gallinari insieme non si pestano più i piedi, Alessandro Pajola torna a sporcare tutte le linee di passaggio, Michele Vitali non è venuto a Tokyo in vacanza-premio: riprendiamo coraggio con Fontecchio e siamo di nuovo lì: 62-63. Ultimo quarto, scrivendo sempre in diretta e in apnea: tre punti di Vitali dall’angolo. Ma che Azzurra è mai questa? E pensare che nessuno avrebbe mai pensato, io per primo, che sarebbe mai venuta a Tokyo. Mai dire mai. E io l’ho già detto cinque volte. Sempre sperando che sul più bello Fanelli non passi la linea per il tiggì olimpico a Enrico Cattaneo che d’abitudine commenta lo sci. O mi sbaglio? Peccato che il più bello forse l’abbiamo già giocato perché ora i Boomers prendono tutti i rimbalzi offensivi che sin qui sono già quattrordici: li ha contati De Pol e di lui mi fido. Che trasformano in altrettanti secondi o terzi tiri che prima o poi finiscono per bucare la nostra retina. Cominciamo a respirare a bocca aperta e a non segnare più da fuori. Tonut è scomparso. Gallinari centro, e solo contro tutti, è disarmato e disarmante: 67-75 quando MaraMeo chiama a raccolta i suoi e si gioca negli ultimi quattro minuti le sue carte migliori: Mannion, Tonut, Fontecchio, Polonara, Melli. Tre più uno più due di fila di un magnifico Simone Fontecchio che fanno in tutto 22 punti oltre che 73-77: di nuovo il più bravo. E pensare che Erode Messi(n)a l’ha scartato due anni fa dall’Armani. O mi sbaglio? Meditate gente, meditate. Soprattutto è un’Italia che non abbassa la guardia pur soffrendo da matti lo strapotere fisico dell’Australia e ci crede ancora. Mannion s’inventa un’entrata con piroetta finale d’altissimo coefficiente di difficoltà e pure un canestro impossibile, ma mancano solo 24 secondi al suono della sirena e tre punti (79-82) non si possono più recuperare a Mills e compari che hanno il possesso-palla. E’ stato comunque molto bello lo stesso. Chapeau. E adesso? Vediamo se sono bravo a fare anche quattro calcoli. Per passare ai quarti si batte sabato la Nigeria e siamo a posto: secondi nel girone. Ma per qualificarci possiamo anche perdere con i watussi africani di 8 punti e siamo sempre secondi o di 12 e saremmo ripescati come terzi. Sempre che i salsicciotti tedeschi non vincano con i Boomers, ma non credo e tocco ferro. Infine le pagelle degli azzurri (tra parentesi i loro punti realizzati) con mezza riga di commento cominciando da Spissu 5 (0): più di lui sarebbe servito Abass; Mannion 9 (21): semplicemente fantastico; Tonut 6 (8): parte benissimo, poi lo intristisce Sacchetti; Gallinari 5 (5): non è un leader, né un centro; Melli 6.5 (0): un leone in difesa, un agnellino in attacco; Fontecchio 9 (22): un’altra partita strepitosa; Ricci 6.5 (7): sa rendersi più utile del Gallo; Moraschini 6 (2): non è proprio da buttare; Vitali 7 (6): a me piace moltissimo; Polonara 7 (12): pure per lui ho un debole che penso sia oltre tutto ben riposto; Pajola 6.5 (0) mezzo punto in più per la sua grinta. All.: Sacchetti 5.5: pasticcione nelle rotazioni e nei cambi.