Abass al Bayern così finalmente sapremo quanto vale

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Due giorni a Trieste che non basta definire fantastici. Come dice sempre Boscia Tanjevic di Amadeus e Abass. E adesso dovrei parlarvi della nazionale di MaraMeo? Veramente non ne avrei la minima voglia. Una volta c’era il professor Aza Nikolic del calcio al secchio di latte. Adesso c’è il professor Tanjevic del culo che mangia pigiama. Unico, geniale, pieno di vita. Che mi domanda a bruciapelo: anche a te sta tanto sul cazzo la morte? Sì, Boscia. E ci siamo capiti senza dover aggiungere una parola. Mentre lui s’accende il toscanello al caffè e io la marlboro rossa: a entrambi fa male fumare, ma non occorre che qualcuno ce lo ricordi. Passeggiando in riva e andando incontro alla notte. Che sul golfo è invece piena di mille piccole luci. Due giorni super con gli amici e tra gli amici: una meraviglia. Dove per qualche ora Paperoga Crespi è anche stato nostro prigioniero molto gradito e molto gradevole. “C’è uomo più stupido del bianco americano?”. Non credo pensando a Ronald Trump, ma non facciamoci sentire da Matteo Salvini. Riusciranno a rovinare anche Luka Doncic: ne sono strasicuro. Come hanno già guastato Danilo Gallinari, però non è stata tutta e solo colpa loro. La nazionale del ciapa e tira era lì, a portata di mano, ma le ho dato appena uno sguardo. Toccata e fuga: mi spiace, ma è oggi troppo lontana dal mio cuore. Se quello non viene perché non sa ancora quale squadra della Nba lo riempirà dal prossimo autunno di dollari e Mamma Rosa è assai preoccupata e quasi angosciata per lui. E se gli altri due sono rimasti in vacanza dopo una stagione di lavori forzati nelle miniere turche di Zeljko Obradovic e hanno come minimo bisogno di un paio di mesi di vacanza per recuperare le energie e per racimolare, già che ci sono, qualche soldino dagli sponsor in giro per l’Italia. E ancora li coccoliamo. Stupidi pure noi, non loro. Che ora mi ricordo anche come si chiamano: Marco Belinelli, Gigi Datome e Nicolò Melli. Che non si possono toccare, altrimenti s’arrabbiano e neanche a settembre si degneranno d’indossare la maglia azzurra per la seconda fase di qualificazione ai Mondiali di Cina 2019. E intanto il quarto, che mi sembrava il meglio intenzionato, ma Sacchetti giura che ha il naso più lungo del burattino di Collodi, ha inaugurato ieri a Roma assieme a Virginia Raggi un playground al parco della Cecchina e aveva intorno tutti i ragazzini che gli imploravano una foto. Però adesso non chiedetemi se l’ha fatto gratis o meno: queste domande le dovete rivolgere a Ciccioblack Tranquillo che è il suo mentore e gli ha sempre insegnato che a un bambino non si offre mai una caramella e, meno che meno, una pizza dopo il camp: costa(va) troppo. C’era persino lui a Trieste e proprio per questo sono andato al PalaRubini così non l’ho sentito in televisione. Anche se non faccio fatica a credere, come mi hanno raccontato da casa, che abbia esaltato la partita dei leoni azzurri domati solo alla fine da una squadra di fenomeni di un altro pianeta. Ora lo sappiamo tutti che questa Croazia è invece la più scarsa degli ultimi cent’anni e che l’Italia è quello che è soprattutto sotto canestro senza Melli, Datome e Gallinari. Però Cusin magari non sarebbe stato di troppo. In più si è scavigliato Hackett e anche Cinciarini domani con l’Olanda a Groningen ci avrebbe fatto comodo. Però queste cose non si possono dire: è vietato. Come era proibito la scorsa estate scrivere che Messina e Sacripantibus, il suo assistente, non si potevano vedere. Né io ho voglia, come premesso, di parlare oggi della nazionale di Giannino Petrucci che mi piacerebbe molto di più se sulla Repubblica invece d’accostare Sacchetti a Zidane, quando non mi risulta che MaraMeo abbia mai dato nessuna testata a Materazzi, avesse piuttosto fatto notare come la Francia abbia battuto di cinquanta punti la Bosnia avendo potuto contare, oltre che su Thomas Heurtel (Barcellona) e Nicolas Batum (Charlotte Hornets), anche sul miglior giocatore d’Europa, quel Nando de Colo che mi sembra non abbia battuto la fiacca sino all’altro giorno con il Cska di Mosca e al quale basta e avanza un mese di ferie all’anno. Che poi anch’io abbia un debole per molti azzurri questo è tutto un altro paio di maniche. Cominciando da Danny Boy Hackett a Ricciolino Della Valle, che Tanjevic chiama Amadeus con molta più fantasia della mia, e continuando coi fratelli Vitali, preferendo addirittura a volte Michele a Luca, ma non posso nemmeno chiudere un occhio sui loro limiti che ai massimi livelli continentali sono evidenti al mondo. Awudu Abass (classe 1993) per esempio è stato giudicato da Mamma Rosa il migliore degli azzurri l’altra sera contro i croati cancellando con un colpo di spugna tutto il suo primo tempo a dir poco acquoso: un solo punto in un quarto d’ora e dando comunque ogni colpa a Pianigiani che lo faceva giocare poco nell’Armani. D’accordo, ma adesso basta con ’sta storia: Abass andrà al Bayern, come vi avevo anticipato il 22 febbraio scorso, e così una volta per tutte conosceremo il suo reale valore. Anche e di nuovo in EuroLega. Contenti? Boscia di sicuro. Mentre domani è il primo di luglio. Così finalmente la Reyer potrà annunciare l’arrivo di Giacomo Baioni a Venezia come assistente di Walter De Raffaele e io avrò perso la cena con Virginio Bernardi. Non sempre si può vincere. Ma almeno ci ho guadagnato un pranzo con Acciuga Allegri.