Zap, Datome, Marchionne e il quinto tragico Fantozzi

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Mi piacerebbe chiedere al conte Umberto Zapelloni Mazzanti Vien dal Mare, vicedirettore di Mamma Rosa, che bocciò a metà settembre l’Europeo della nazionale di Simone Pianigiani definendolo un “totale fallimento azzurro”, cosa ne pensa della Ferrari di Sergio Marchionne che non ha vinto il quinto Gran Premio del 2016, dopo aver perso i primi quattro, tutti dominati da Nico Rosberg, nemmeno il giorno in cui le due Mercedes si sono scontrate tra loro alla quarta curva finendo entrambe sfasciate nella sabbia. State tranquilli o, meglio, sereni: non ho nessuna intenzione di parlare oggi di Formula 1. Non ne capisco un tubo, come del resto lui di zuppa di pesce e di basket anche se viene dal mare e scriveva di pallacanestro sul Giornale. E andateglielo pure a dire. Però che domenica a Montmelò, in Spagna, si sia imposto un ragazzino fresco fresco di patente mi sembra davvero il colmo dei colmi. Magari Max Verstappen è anche un fenomeno, ma che Vettel e Raikkonen le prendano pure dalla Red Bull mi sembra quanto meno spassoso. Tanto più che al via di un Mondiale che corrono in quattro, due Frecce d’argento e due Rosse di Maranello, non l’ho mica dichiarato io che sarebbe stato per tutta la stagione un duello alla pari tra Mercedes e Ferrari, ma un omino in cachemire con gli occhiali che somiglia moltissimo a Walter Fuochi, new entry di Repubblica nella Confraternita dell’Osiris, e guadagna come duemila operai di Pomigliano e il quadruplo del suo presidente John Elkann. Dai, facciamo flic e facciamo floc, dandoci il mignolo e non pensiamoci più: propose il ragionier Fantozzi all’arcivescovo de Vetanza al quale la contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare aveva già provveduto a tagliare il mignolo durante il varo di una nave. E così sono andato a vedere sulla Gazzetta di lunedì se per caso Umberto Zapelloni Mazzanti Vien dal Mare avesse scritto qualcosa sull’ennesimo insuccesso di Sergio Marchionne nel Gran Premio di Spagna. Niente di niente: manco una riga. Un vero peccato perché gli avrei anche suggerito un titolo ad hoc: Il quinto tragico Fantozzi. Che sarebbe se non altro piaciuto molto a Luca Cordero di Montezemolo. Ho trovato invece Pino Allievi, storica firma della Formula 1, il cui pensiero ho sottoscritto in pieno: “La Ferrari ha stavolta sprecato un’occasione da gol a porta vuota”. Facendo oltre tutto i complimenti alla Red Bull che in pochi giorni ha battuto due volte il cavallino di Maranello: “in gara e nel garantirsi Verstappen anche per il futuro”. Di un flirt tra Rosberg e la Ferrari per il 2017 ha invece ieri raccontato il Corrierone. Al quale stranamente la Gazzetta non è andata dietro. Vedremo. Intanto senza volere ho parlato anch’io di motori e me ne scuso con i baskettari che avrebbero tutte le ragioni d’essere con il sottoscritto arrabbiati dal momento che tra un’ora iniziano le semifinali dei playoff e non mi sono ancora sbilanciato nel pronostico tra chi andrà ad affrontare Milano per lo scudetto. Di sicuro Reggio Emilia e Avellino giocano in Italia la migliore pallacanestro, ma dovete credermi: non c’è una vera favorita se non forse la GrissinBon che avrà il fattore campo dalla sua nel caso in cui la sfida si prolungasse alla settima partita. Prevedo invece un 4-1 per l’Armani nel duello impari con Venezia, ma sarei felicissimo se la Reyer del riconfermatissimo Walter De Raffaele clamorosamente mi smentisse. Vi confermo piuttosto di non essermi sbagliato quando la settimana scorsa avevo dato la notizia di Pierino Bucchi a Pesaro. Mentre Frank Vitucci non si muove da Torino. E ha fatto bene. Visto che la Manital e il nuovo giemme Atripaldi si erano già guardate intorno e avevano fatto un pensierino a Vincenzo Esposito, che ancora scalpita e non vorrebbe restare a Pistoia, ma anche a Paperoga Crespi che a Verona ha ormai fatto il suo tempo. Quanto al “totale fallimento azzurro” agli ultimi Europei vorrei solo in chiusura ricordare al tuttologo Zapelloni, detto Zap,  e a chi per lui, come ad esempio i cari Giannino Petrucci e Ciccioblack Tranquillo, e ridagliela, ancora loro?, che forse l’Italia di Simone Pianigiani avrebbe potuto anche far meglio del quinto posto ex aequo con la Grecia se almeno nei quarti di finale, per altro persi al supplementare con la Lituania, avesse potuto contare su un certo Gigi Datome che avete visto alle final four di Berlino cosa sia stato capace di fare. A domani. Quando magari troverò il tempo per raccontarvi finalmente anche come la scorsa estate l’Armani si è lasciata sfuggire il fuoribordo del Fenerbahce dalle mani.