Adesso vi spiego quando il Napoli vincerà lo scudetto

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Stamattina sono stato da Bulgari, la boutique della frutta e verdura, e non ho resistito alla tentazione di comprare i pomodoro neri che costano come una villa a Cortina. Ho esagerato? Forse. E allora mi correggo al volo, anche se ultimamente le case nella Perla delle Dolomiti te le tirano quasi dietro: costano come un fronte mare a Sottomarina. Però con Jacuzzi, sauna e piscina. La mia passione per i pomodoro è conosciuta nel mondo. Lo stesso Massimo Gramellini l’ha citata in uno dei suoi affermati articoli: è pari, ha scritto, alla (sua) passione per scovare le notizie di basket e di calcio. Insomma mi ha dato del cane da tartufo e lo ringrazio. Anche se non mi piacciono né i cani, in particolare i barboncini, né i tartufi. Nemmeno quelli di Alba. Il pomodoro nero ha il colore delle prugne, la buccia dura, una polpa rossa ciliegia e un sapore leggermente asprigno. Insomma è una libidine. Prima d’oggi in verità neanche immaginavo che esistesse. Difatti non avevo che occhi per i cuore di bue di Albenga. Che più grandi e carnosi sono, più sanno essere dolci e deliziosi. Tagliati soprattutto a fette come i filoni di pane. Con un po’ d’olio e un cininin di sale. Per loro potrei anche arrivare ad uccidere, mentre per il Sun Black, come anche chiamano il pomodoro nero, sono ora disposto persino a fare un mutuo. Perché si mangia così come è. E uno tira l’altro. Proprio come le ciliegie. Dicono poi che rallenta il processo d’invecchiamento e garantisce benefici alla salute. Insomma è un elisir di lunga vita. Ma perché vi racconto tutte queste cose? Perché sto scrivendo e ne addento uno. Perché questo è il mio gazzettino e nessuno mi può dire quello che devo scrivere. Perché ne ho le scatole piene della cronaca nera e del nero di Siena. Di cui magari ve ne parlo domani nella rubrica di basket. E sarà una corsa al blog per leggere le mie esclusive rivelazioni o le solite stupidaggini. Dipende dai punti di vista e comunque vedremo. Intanto vi dico subito che l’idea che è venuta ieri ad Andrea Agnelli e al Kalle Rummenigge non sarà nemmeno nuova, ma mi trova completamente entusiasta e favorevole. A parte una postilla. E cioè che la Superlega tra le big d’Europa sia un campionato d’elite a diciotto e non a venti squadre. Così escludiamo il Napoli e pure il Lione che nella Ligue 1 dopo venti giornate è sesta in classifica, come in serie A il Sassuolo, e a ben 25 punti dalla capolista Paris Saint Germain, come l’Inter dalla Juve nelle tre passate stagioni. Così, senza la Juve, il Milan, l’Inter e la Roma tra i piedi, il club dello zio Aurelio De Laurentiis potrà finalmente smettere di piangere e vincere lo scudetto. Così Sconcertino Sconcerti vedrà avverato il sogno di quand’era bambino: un appassionante duello sino all’ultima giornata tra la Fiorentina e il Napoli. Così a Ponte Vecchio e alle falde del Vesuvio non si dirà più che la Juve ruba. Anche quando vince il campionato con 30 o 40 punti di vantaggio sulle mediocri inseguitrici. Così anch’io potrò finalmente disdire i due abbonamenti a My Sky che mi costano quasi più di un chilo di pomodoro nero. E così, già che ci siete, e visto che stasera c’è Chi l’ha visto?, perché non mi aiutate anche a trovare Pirlo, Vidal e Tevez che non so più che fine abbiano fatto? Sino a un paio di mesi fa i nostri tre eroi erano infatti  ogni domenica sulla bocca di tutti gli opinionisti della tivù di Murdoch, mentre adesso sono misteriosamente scomparsi in chissà quale continente come nel film dei grandissimi Sordi e Manfredi. O esagero di nuovo?