Un tuffo al cuore, un trancio di Fazio e le orate morte

fabio

Il lunedì nero della borsa cinese: Shanghai in un solo giorno ha perso l’8,5 per cento. Mi piacerebbe dire: ma chi se ne importa. Come cantava Gianni Morandi. Ma come si fa? Siamo circondati dai cinesi. Che sono un miliardo e 334 milioni nel mondo. Dei quali più di 270mila in Italia e solo 18mila a PratoGli Hu a Milano sono quanti i signor Rossi. Non so se avete capito il problema? Il martedì d’oro di Tania Cagnotto: batte proprio due cinesi ed è campionessa del mondo nel salto dal trampolino di un metro. Due anni fa a Barcellona l’He Zi l’aveva sconfitta per un centesimo di punto. Ieri la bolzanina, che sta diventando donna ed è ogni giorno più carina, ha preceduto la Shi Tingmao di un punto e 65. Che in fondo non è poi molto su 310 punti totali. Con un ultimo tuffo, l’uno e mezzo rovesciato carpiato, che a me, e non solo al chierichetto Stefano Bizzotto, non è sembrato impeccabile. Ma le è bastato per vincere. Un tuffo al cuore. Oggi, all’improvviso, è saltata fuori la storia, vecchia di almeno nove mesi, tirata fuori da Panorama, dell’esagerato stipendio che becca Fabio Fazio dalla Rai. Quando invece avrei potuto magari parlare del 50 per cento dei limoni e il 41 per cento dei peri tagliati in Italia negli ultimi tre lustri. O della strage dei pesciOrbetello: duecento tonnellate di orate, muggini e anguille della laguna morte in tre giorni per l’effetto dell’ultimo caldo esagerato. E ho subito pensato al mio amico Nico che, leggendo questa notizia, potrebbe anche diventare matto. Le mucche producono meno latte, le galline meno uova e le api meno miele. Per non dire dei trichechi e degli orsi polari che muoiono per lo scioglimento dei ghiacci in Alaska e si spiaggiano. Però quel milione e 800mila euro che ogni anno sino al giugno 2007 becca Fazio danno molto fastidio a chi paga il canone Rai e non solo a quelli di destra che lo odiano per partito preso. L’ha tranciato nei giorni scorsi Vittorio Feltri che l’ha definito il principe delle interviste alla melassa. E ancora: “E’ accomodante, totalmente privo di senso dell’umorismo, un raffinato specialista in banalità reiterate”. Per chiudere: “Il suo profilo è talmente alto da annegare in una pozzanghera”. Più tenero Bruno Vespa: “Fazio non è un comunista: è solo paraculo”. Stroncato anche da Aldo Grasso: “Sotto le parole niente”. O dal Foglio di Ferrara: “Barbetta odiosa. Cravattino taccagna. Sorrisetto eterno. Balbuzie studiata. Savonese avaro e cortese. Non basta, non regge, non spiega il portentoso successo”. E l’esagerato guadagno. C’è molto di vero. Anche se viene dalla destra più becera. Intanto la Juve vince a Danzica prima che cali la sera: 1-2 col Lechia. In principio a segno Pogba, nel finale Mandzukic. Che per schernirlo lo chiamano Manzutin. Lui intanto segna. E la figura delle bestie la fa fare ai suoi denigratori.