Il Gallo furioso coi nottambuli e Frates tra le donne

GALLOBARRI

Pluvet ergo scribo. Renatus Cartesius aveva il dono della sintesi. Io molto meno. E comunque piove. Quindi scrivo. Dallo stadio olimpico di Cortina d’Ampezzo. Dove non mi sarei mai aspettato che sopra il ghiaccio srotolassero un parquet e si potesse giocare a basket. Veramente il ghiaccio prima l’hanno sciolto e poi hanno sistemato i canestri per gli allenamenti della Treviso liberata di Paolo Vazzoler e Andrea Gracis. La squadra di Stefano Pillastrini è qui infatti da qualche giorno, ospite del sindaco Franceschi, e vorrebbe restarci, potendo, anche sino a fine settembre. Due canestri nel cuore della capanna dei Giochi del 1956. Un’emozione unica. Uno spettacolo nello spettacolo. Anche se le tribune in legno sono ancora vuote e la gente accorrerà solo domani pomeriggio per l’amichevole con Verona. Il Pilla contro Paperoga Crespi. Due dei migliori coach del Belpaese, anche se per il momento di A2. In tempo di Europei. Che cominceranno tra ventiquattr’ore. E di cui non vorrei parlare nel mio canto libero. O, meglio, io vorrei, non vorrei, ma se vuoi. Perché ho paura. Tanta. I barbagianni di Sky Osiris parlano con disinvoltura di medaglie. Io m’accontenterei di battere intanto i turchi. E non sarà semplicissimo. Anzi. Di Ateman, che mi piace come allenatore più di Djordjevic, non mi fido. Lui dice che non finirà tutto con la prima partita. Io invece penso che, se gli azzurri dovessero perdere domani all’esordio, preferisco neanche pensarci. Cogito ergo sum. E questo mi basta. Grande Cartesio. Di certo Davide Pessina non ha il dono della sintesi: sta infatti ancora raccontando un canestro che nel frattempo ne hanno già segnati altri due. Ma non è il peggiore di Sky. Dove, se anche tra loro non sono cani e gatti, concedetemi almeno che me li immagini separati in casa con il coltello a serramanico automatico. E comunque io di qui non mi muovo. Sto troppo bene. Come del resto la De’ Longhi Treviso. Guardando dall’albergo a quattro stelle (e mezza) il vecchio trampolino di Zuel che mette ancora soggezione. Saltando di palo in frasca e chiacchierando piacevolmente del più e del meno. Tra amici. Dei quali ne ho sempre meno. Pochi ma buoni. Come il Pilla e il Vazzo. O il Pittis in forma strepitosa che ho rivisto molto volentieri. Berlino è lontana, ma a Cortina le notizie mi arrivano lo stesso. Anche se un po’ in ritardo. E non per posta o dalla Gazzetta. Starei fresco. O dai siti di Cacasotto e di Cacasenno. Che s’inventano di Tanjevic braccio destro di Pianigiani dopo gli Europei. Discorsi senza senso, come se l’Italia potesse avere due capi di Stato. Parole al vento: tanto per muovere l’aria e nascondere dell’altro. Li hanno visti e fotografati dalle parti di Jesolo Lido. E non era mezzanotte. Anzi, lo era passata da un pezzo. Di chi parlo? Non chiedetelo a me. Io lo so, ma non ve lo dico. E so anche che il Gallo è molto incazzato con qualche compagno (non di stanza) che è rincasato quando lui si era appena alzato dal letto. E stavolta Danny Boy pare non c’entri nulla. Domandatelo semmai a Giannino se ne sa qualcosa. Io non faccio il guerrafondaio a tradimento. Come quelli della Confraternita di Tranquillo che non possono vedere il cittì dai tempi d’oro di Siena e hanno buttato giù un piano segreto: convincere intanto Petrucci che l’allenatore ideale per la nazionale femminile è Orate Frates. Come no? E già che ci sono perché allora non propongono Matteo Salvini portavoce dei profughi in Italia? Niente riesce comunque più a meravigliarmi. Tranne che Claudio Silvestri dall’interno possa appoggiare una simile candidatura. Proprio lui che è cresciuto al fianco del Principe Rubini che chiamava “bulgari” quei giornalisti che teneva lontani da sé almeno un chilometro. Difatti non ci credo. Lo stadio olimpico del ghiaccio potrebbe benissimo ospitare anche le finali di SuperCoppa di basket: sarebbe fantastico. E così me ne potrei restare a Cortina sino ai primi d’ottobre. Quando inizierà la serie A. Domani pomeriggio intanto c’è Treviso-Verona da non perdere. E, quando sarà già buio, Italia-Turchia. Io penso che ce la possiamo anche fare. Perché, come ha scritto il Boccaccio, se dieci uomini possono a malapena soddisfare una donna, basta un gallo per dieci galline. E noi, nel pollaio, ne abbia uno di veramente eccezionale. Anche se ha scritto un libro con Cicciobello. Ma nessuno nasce perfetto.