Rovigotti alla ribalta: dopo Lele Mora ora la Casellati

lele

Questa è proprio bella. Dall’inserto d’economia del Corsera: “Provate voi a vendere riso ai cinesi: noi ci siamo riusciti”. Garantisce Valentina che di cognome fa Scotti ed è la maggiore delle tre figlie di Dario, il doottor Scotti! E quindi come si fa a non crederle? Però vedete com’è fatto il mondo: avessi io venduto i ghiaccioli agli esquimesi sarei stato arrestato seduta stante per circonvenzione d’incapaci e rinchiuso a vita in un igloo. Con due trichechi all’ingresso che mi sconsigliavano di tagliar la corda. In verità non c’è più da meravigliarsi di niente dopo che il Milan di Berlusconi è stato venduto a Li Yonghong, anche se ho sempre fatto fatica e finta di crederci, e Maria Elisabetta Alberti Casellati Viendalmare, forzista della prima ora e fedelissima del Pregiudicato, grande amica dell’ex Doge Galan, che si vanta d’averla scoperta e presentata all’ex Cavaliere, è la prima presidente donna del Senato della Repubblica Italiana eletta con i voti dei grillini e dei leghisti, amici per la pelle in nome del qualunquismo ad un tanto al chilo e del populismo a nastro. Evviva. E per fortuna che meno di dieci giorni fa Beppe Grillo aveva assicurato a Repubblica: “L’epoca dei vaffa è finita, ma non comincerà quella degli inciuci”. Come no? Quand’ero bambino la nonna m’insegnò la filastrocca: “Venexiani gran signori, padovani gran dotori, vicentini magna gati, veronesi tuti mati, trevisani pan e tripe”. E i rovigotti? “De Rovigo no me intrigo”. Oggi non più. Maria Elisabetta Alberti Casellati infatti più che dal mare viene da Rovigo e come lei il celebre sciupa femmine Lele Mora che è nato a Bagnolo di Po, dove dirigeva un salone di parrucchiere, prima di spiccare il volo verso Arcore e diventare il manager tra gli altri di Simona Ventura, Luisa Corna, Christan De Sica, Aida Yéspica, Sabrina Ferilli, Valeria Marini, Walter Nudo, Costantino Vitagliano, Rocco Casalino e di Irene Pivetti, ex presidente della Camera. Oltre che dell’allora minorenne nipote di Mubarak, che partecipò al bunga bunga di Villa San Martino assieme a Emilio Fede, e di Fabrizio Corona. “Col quale ebbi una relazione – ha dichiarato ai pm di Milano – e per lui spesi circa due milioni di euro provenienti da fatture false. In più gli ho comprato otto autovetture e un appartamento”. Condannato per spaccio di droga (1 anno e mezzo) e per favoreggiamento della prostituzione (7 anni) nell’ambito del processo Ruby Bis, Lele Mora ha alla fine patteggiato sei anni e un mese di reclusione anche per bancarotta. Insomma gli è andata pure di lusso. A proposito di Karima el Mahroug ha titolato giusto oggi il Fatto Cuotidiano in prima pagina sopra la testata: “Ruby Ter: B. e 4 olgettine andranno a giudizio per aver testimoniato il falso per soldi. Il Parlamento, invece, pensò davvero fosse la nipote di Mubarak”. Come raccontò Elisabetta Casellati, rodigina di nascita ma padovana d’adozione: “Quando Berlusconi incontrò ufficialmente il presidente dell’Egitto fu proprio Mubarak a parlargli di questa sua nipote”. Ma va? Che poi a Marco Travaglio stia qui la presidentessa di Palazzo Madama non l’ha mai nascosto. Nel settembre del 2013, durante una puntata di Otto e Mezzo condotta da Lilli Gruber, le urlò a due mani: “Questa signora dice puttanate” e minacciò d’abbandonare lo studio. Mentre domenica, intervistato da Lucia Annunziata durante il programma “In Mezz’ora in più”, ha rincarato la dose: “E’ la quintessenza della casta, quella che Cinque Stelle e la Lega di Matteo Salvini volevano cancellare. Anche se in Forza Italia il più pulito ha la rogna e la Casellati è forse la più presentabile di loro”. Meno male. Intanto “Il patto è servito: Casellati-Fico”. Finalmente un bel titolo in rima baciata del Gazzettino. Peccato che poi abbia rovinato tutto il corsivo di Marco Gervasoni che ormai si è capito: ce l’ha a morte “tu quoque” con Matteo Renzi ed è più spietato di Travaglio con il Cainano.