Putin a Roma con l’assaggiatore non dormirà sul suo letto

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Non ho capito o, meglio, fatemi capire, come dicono quelli che parlano bene: Putin sarà domani a Roma. D’accordo. Una visita lampo che non dovrebbe durare più di dieci ore. A meno che Vladimir Vladimirovich non voglia, dopo la cena di Stato a Villa Madama offerta dal Conte Giuseppe, dormire una notte sul suo lettone in una delle sette camere di Palazzo Grazioli. Per la verità il Cremlino ha sempre smentito che il presidente russo abbia fatto questo regalo a Silvio Berlusconi. E allora sarebbe bello domandarglielo. Magari tra la visita al Vaticano, dove per la terza volta vedrà Papa Francesco, e la colazione con Mattarella al Quirinale. O anche nel pomeriggio alla Farnesina durante il Forum per il dialogo italo-russo spero tra sordi. “Eravamo quattro ragazze su quel grande letto a baldacchino con il premier: io ero l’unica vestita” ha testimoniato l’ex escort Patrizia D’Addario al tribunale di Bari. “All’improvviso ho poi sentito che mi accarezzavano in un posto in cui non dovevano. Siccome io un’orgia non l’ho mai fatta, sono scappata in bagno dove mi ha raggiunto Berlusconi che mi ha calmata”. Ecco, ma non è neanche questo. Quel che mi ha sconvolto è stato sapere che Putin si porta sempre dietro da Mosca un fido assaggiatore. Di cui non sapremo mai il nome e tanto meno quanto guadagna al mese: penso più di un primo ministro. Però ora fatemi capire. Capisco benissimo che il leader del Cremlino tema d’essere avvelenato e che quindi cibi e bevande vadano scrupolosamente analizzate e controllate. Ma deve proprio un essere umano fargli da cavia? Nonostante alla cena di Villa Madama parteciperà pure il suo amico Matteo Salvini (nella foto) dal quale dovrebbe imparare come ci si spara tranquillamente due cheese-burger con cipolle al primo fast-food che incontri per strada. Magari sottobraccio a Francesca Verdini che chissà per quale ragione – fateci caso – lo bacia sempre sul collo sotto l’orecchio: non sarà forse per evitare il fiato pesante del fidanzato che è più vecchio di lei di vent’anni? Qui poi siamo in Italia e non in Russia. Proprio oggi Michele Serra, dondolandosi sulla sua Amaca, avvalora la tesi sposata anche da Andrea Scanzi secondo la quale più prendi per il sedere il vicepremier leghista e più fai il suo gioco. E più difendi i migranti più Salvini raddoppia i voti. E allora dobbiamo lasciargli fare ciò che vuole e dire per esempio che Carola Rackete, discolpata e rimessa in libertà da un giudice della nostra Repubblica, è “una pericolosa fuorilegge criminale”? No, mi spiace, ma io non ne sono capace. E, se penso che una causa è giusta, la sostengo. Anche se il vento del momento soffia in senso contrario? Meglio ancora. A testa alta. E più dura del marmo. Che non si rompe neanche coi manganelli della propaganda gialloverde. Stavolta non è un temporale in un bicchiere d’acqua, ma tuoni e fulmini da far paura. Così non andrò stasera in Piazza San Marco con Spider-Man e mio nipote. Peccato. E scriverò allora di basket: povero Paperoga Crespi, non gliene va bene una. Mentre Stromboli s’incazza e David Maria Sassoli, ex giovane collega ai tempi del Giorno, è diventato presidente a Strasburgo nonostante i voti contrari dei neo-sfascisti. Finalmente una buona notizia nella notte scura e le parabole di Sky che ingaggiano un feroce duello con il vento che soffia minaccioso dal mare. Povera Italia.