Perché un gobbo dovrebbe comprare il Corriere di Torino?

cairo uLo Scacciapensieri altro non è che il primo pensiero che mi passa per la testa e lo scrivo. Al quale ne seguono altri senza arte né parte. E così mi cambia la luna. Tra un mese è Natale: da oggi dieta non proprio ferrea. Magari con qualche strappo alla regola: soltanto tre o quattro. Le caldarroste non sono più buone. Ora c’è il sole dopo il vento e la pioggia di un mattino terribile. Non ho ancora letto i quotidiani: preferisco farlo alla sera. Ho sfogliato solo l’Espresso e mi ha divertito la Satira preventiva di Michele Serra. Che è scomparso dalla prima pagina della nuova Repubblica. Peccato. Giovedì è nato il Corriere di Torino con una grande festa al Regio. C’erano tutti, da Sinisa Mihajlovic ad Andrea Belotti, ma neanche uno juventino famoso. A parte Massimo Giletti. Che adesso lavora per Urbano Cairo ed evidentemente non ha potuto farne a meno. Non è l’Arena, ma Non è (neanche) la Rai, ha sfiorato su La7 al debutto il 9 per cento di share: un successo. Dite? La fiction con Giulia Michelini ha fatto il doppio dell’audience su Canale 5 e anche Fazio non è andato mai sotto i tre milioni e mezzo di telespettatori. E io che speravo in una tivù senza i Fabio, i Gramellini, i Bartoletti e i soliti del ghiro che ridono per niente e si divertono solo tra loro. Trentatré righe al giorno: cosa ci vuole? Spero di mantenere questa promessa almeno sino a Natale. Così poi raccolgo tutti gli Scacciapensieri in un libro. Che presenterò a Che tempo che fa. Sempre che possa permettermelo, ma non credo se mezzo minuto di pubblicità nel programma su Raiuno costa ottantamila euro e ancora non bastano. Belen ha lasciato ai box Iannone con la moto in panne e sono cinque notti che non dormo. Multato il sindaco Brugnaro a Venezia. Ma a quanto andava? A venti chilometri all’ora. State scherzando? No, ma in bacino San Marco. Dove il limite di velocità è di sette. Insomma si fa prima a nuoto. E si fa prima a lasciarlo in pace. Io anche ci provo, ma non sempre ci riesco. Venerdì il primo numero del Corriere di Torino ha aperto con questo titolo: “Salta anche Cioccolatò”. Niente da dire: una buona notizia, così quanto meno salvo la dieta, ma una notizia più ghiotta non c’era per battezzare l’ultimo nato? In prima hanno scritto anche la Gramella e Sconcertino. E ti pareva. Gramellini: “Il Corriere a Torino è una delle tre cose che mai avrei creduto di riuscire a vedere nel corso della vita. Le altre due sono la Dc all’opposizione e la Juve in serie B”. Sconcerti: “Anche senza Bonucci la Juventus è più forte dell’anno scorso”. Mi tocco. E nello sport due pagine d’intervista di Giampiero Timossi al Gallo Belotti. Trovatemi però allora una sola buona ragione per la quale un gobbo torinese dovrebbe comprare il Corriere della sera con l’inserto granata di papà Urbano. “Che non è poi così male come si racconta in giro” si sono affannati a ripetermi in Galleria San Federico. Dove un tempo c’era la sede degli odiosi bianconeri dell’Avvocato e di Giampiero Boniperti e adesso c’è la redazione di Cairo. Forse perché la Stampa è più granata ancora?