Tranquillo-Mamoli, clamorosa lite in diretta nella notte

LEBRON

Possibile che non ne abbia parlato nessun giornale manco di sfuggita? E non ditemi che Golden State-Cleveland si è giocata nel cuore della notte e che per questo non l’ha vista anima viva. Sky ha mostrato il match-clou della Nba in diretta, ma anche almeno altre tre o quattro volte nei giorni successivi in differita. E quindi? Semplicemente sono io lo scemo del villaggio che ancora si meraviglia che tra moglie e marito nessuno s’azzardi più a mettere il dito. E’ accaduto che mi stavo rigirando nel letto senza riuscire a dormire. Eppure a cena non avevo mangiato pesante: un’insalata di tonno e un paio di mandarini coi semi che mi fanno venire i nervi. Come gli strilli di Jerry De Rosa, il più grande tifoso di Milano dopo Edi Denbinski e Claudia Angiolini. Meglio i mandaranci, che non hanno i semini, e Niccolò Trigari. Sì, lo so: Niccolò con due ci, mi raccomando, altrimenti s’offende con me. Ad ogni modo forse mi ero perso, ora ricordo, dietro alla serie dei delitti del BarLume che m’attizzano da morire correndo dietro alla Tizzi (Enrica Guidi) e a Massimo (Filippo Timi) che ha un bar a Marciana Marina, nell’isola d’Elba, ed è quasi alla fame, depresso e lunatico, ma divertente. Come Paperoga Crespi, oggi Ezechiele Lupo, quando non ci spiega gli schemi e si offre in televisione ad allenare l’Armani o il Banco di Sardara al posto di Gelsomino Repesa o Pasquino Pasquini. Il che è molto scorretto: non vi pare? Saranno state comunque le due e con il telecomando stavo ancora saltando da un programma all’altro, provando invano ad addormentarmi, quando mi ha incuriosito sapere cosa ci facessero quei tre con le cuffiette in testa rinchiusi in uno sgabuzzino a quell’ora della notte. Uno sbadigliava, l’altro s’infilava le dita nel naso e il terzo, tanto per cambiare, giocava con la lavagna. Insomma c’era da giurare che avrei in un amen preso sonno, come mi succede sempre con Basket Room o Rom o come cacchio si chiama, se il trio Lescano non avesse cominciato a ridere e a non fermarsi più. Dice Mamoli: “Loro sono in due” indicando i commentatori Nba di TNT. “E noi in tre”, lo corregge Tranquillo che ha il faccione che non sta più nello schermo e il doppio mento che è ormai diventato triplo. “Il nostro Chris Webber è Davide Pessina”, aggiunge Ciccioblack ovviamente in camicia nera. Il nonno di Heidi con la barba bianca non afferra la battuta da caserma e confessa orgoglioso: “Ci ho anche giocato contro”. “Il ruolo in effetti era simile”. “Anche in difesa?”. Ahahah: bella questa. E non ci crederete, ma si stavano pisciando addosso dalle risate. Ormai sono sveglio più di un grillo, i Golden State dilagano, Qui Quo Qua s’ingrassano per Steph Curry e Kevin Durant, 36-22 alla fine del primo quarto, sempre tanti (52) a pochi (34) quando c’è quasi un frontale a metà campo tra Draymond Green e LeBron James dal quale il Titano dei Cavs esce peggio finendo al tappeto. “Ma è possibile che questo debba sempre simulare?”, si domanda uno dei tre: di sicuro il più coglione. “Flopping non lo so, però non mi sembra un fallo cattivo”. Detto e visto: Ciccioblack è subito smentito dal replay. Come gli succede spesso. E allora imbastisce al volo una pappardella pazzesca di 93 secondi e 8 decimi in difesa degli arbitri che vi risparmio perché vi voglio troppo bene. Vi racconto invece la lite scoppiata in diretta tra Mamoli e Tranquillo. Saranno state le tre di notte. O giù di lì. L’official review richiesto dai tre scrupolosi fischietti stava andando parecchio per le lunghe e così il mite e ossequioso Alessandro, che di solito va sempre su e giù con la testa quando parla Tranquillo, s’azzardava a domandargli: “Scusa Ciccioblack, pardon Flavio, non ti sembra che il tempo dedicato a prendere questa decisione è esagerato solo perché sono stati coinvolti nello scontro LeBron James e Draymond Green?”. Apriti cielo. S’inalberava Tranquillo poco tranquillo. “Zero, zero, zero: tre volte zero. Questi lo fanno di lavoro”. Chi? “Gli arbitri”. Cosa? “Stabilire che tipo di collisione (flagrant 1 o 2?) c’è stata tra il 23 in maglia bianca e un altro 23 in maglia vinaccia: due sconosciuti. Lo vuoi capire o no?”. E urlava che l’hanno sentito anche a Casalpusterlengo. “Fate i bravi”, li ammoniva invano il buon Davide stretto tra l’incudine e il martello. E comunque in mezzo ai due litiganti. Ma Mamoli non si lasciava intimidire e, anzi, spavaldamente insisteva: “La domanda te l’ho fatta apposta per mandarti fuori di testa”. Insomma mai avrei immaginato di potermi divertire così tanto nel cuore della notte. Nemmeno all’ultimo dell’anno. Mentre arrivava pure la minaccia del calabrese nato a Milano: “Attenzione a generare il sospetto, mio caro”. E per fortuna non aggiugeva “attento che rischi di perdere anche il posto di lavoro” ben sapendo che i suoi padrini, Andrea Zappia e Matteo Mammì, non aspettano altro che poter licenziare un bel po’ di giornalisti. Per giusta o ingiusta causa che sia. Specie quelli che fanno uno sgarbo al Maestro, l’unico intoccabile del gruppo di Murdoch. Robe da matti.