Tre arbitri di serie A2 che non dovrebbero più fischiare

treviso

Ho mezza intenzione di scrivere di A2 almeno una volta alla settimana. Magari al giovedì. Ovvero il giorno dopo che Tuttosport e il Corriere dello sport le hanno regalato una bella pagina colorata con tanti fiori di lillà e tutte le ragazze che passavano di là dicevano che bella la Gazzetta in Canada. Mamma Rosa invece, quando non se ne dimentica, spende al massimo dieci righe per i risultati e le classifiche (spesso) sbagliate d’entrambi i gironi, ma lo sapete come è fatta: non fa mai niente per niente e, se non le allunghi una mancia come è abituata con la Lega di serie A, nemmeno ti saluta se t’incontra per strada e, anzi, si gira dall’altra parte sotto braccio a Papà Urbano. Il quale l’ha ribadito più volte alla redazione delle varie: “La pallacanestro mi fa schifo e quindi o paga o vada al diavolo”. Però se chiamano Proli e Zanetti si mette diritto sull’attenti e si piega soltanto quando deve raccogliere con il basco l’elemosina dell’Armani e della Segafredo. A proposito, vi dico subito che oggi Milano rischia il primo capitombolo in campionato a Desio perché l’ho vista proprio spompata giovedì in EuroLega al Forum. Mentre il Torino dove gioca? Stasera a San Siro contro i rossoneri di Ringhio Gattuso. Ebbene gli auguro di perdere. Perché non posso? No. E allora devo essere ipocrita come i milioni e milioni di poveri italiani che sabato, indottrinati in rima baciata da Sconcerti(no) e il triestino (Condò), hanno soffiato da destra a sinistra perché la palla sul tiro di Gagliardini, dopo aver sbattuto sul palo, rotolasse in rete invece che tra le braccia di Szczesny o come cavolo si scrive? Suvvia, fate i bravi e piuttosto domandate a Massimo Oriani se oggi non si taglierebbe un braccio purché davvero Cantù col nuovo sponsor (Acqua San Bernardo) da centomila euro riesca a mettere in croce il Nazareno. Che dovrebbe ugualmente già dare un bel calcio sul sedere a Kuzminskas e spedirlo diritto nel giardino di Livio Proli o di Giorgio Armani a raccogliere le foglie morte che sono cadute dagli alberi se alla proprietà piace così tanto l’indolente lituano che si sta separandosi dalla compagna che non so se sia ancora la bellissima Egle Andreikaite, l’ex cheerleader del Lietuvos Rytas. Di cui sarei geloso anch’io e comunque l’avete mai beccata una cheerleader lituana che fosse brutta? Io mai. Anzi, quelle dello Zalgiris di Sarunas Jasikevicius sono tutte da far girar la crapa. L’A2, vista da est o da ovest, è un mondo intrigante. E difatti mi sono abbonato a Lnp Tv, un po’ cara rispetto a Dazn e a Eurosport Player, ma coprire sedici partite ogni settimana in tutta Italia ha i suoi costi non da poco. Mercoledì sono stato anche al Palaverde e oggi sono stato indeciso sino all’ultimo se tornare a Treviso per seguire la sfida tra le due damigelle d’onore della Fortitudo, ovvero la De’ Longhi di Dominez Burnett (nella foto con Imola) e la Forlì di Giorgio Valli e Renato Pasquali. Alla fine ha vinto mio nipote Rocco. E così andremo al Taliercio per ReyerVarese, bene o male seconda contro terza, con l’okappa dello stesso Max Chef Menetti che ha capito benissimo i doveri di un buon nonno. Il quale adesso non si gonfia comunque il petto come un tacchino per aver predetto che Davide Casarin, il figlio quindicenne di Federico, dopo averlo visto una settimana fa nella NextGen Cup, sarebbe stato un vero sballo anche nella nazionale di Gregor Fucka che ha vinto il torneo under 16 di Iscar, in Castiglia, battendo ieri in finale proprio la Spagna. Anche un cieco se ne sarebbe accorto e difatti Davide, la guardia mestrina di uno e 92, ma può ancora crescere, è stato eletto miglior giocatore dell’importante manifestazione internazionale giovanile. Il basket ce l’ha nel sangue e ha una mano d’oro. Insomma diventerà una stella: ne sono sicuro. A patto che giri alla larga da Ciccioblack Tranquillo che potrebbe montargli la testa come ha già fatto con qualche altro azzurrino di belle speranze che poi si è perso per strada. Ma ci penserà il padre-presidente a farlo volar basso. Rocco mi dà fretta tirandomi per la giacchetta e allora devo chiudere subito. Non prima però d’avervi segnalato il raccapricciante arbitraggio di Costa, Lestingi e Giovannetti nell’anticipo di A2 ieri sera a Ravenna che ha condannato la povera Jesi ad una immeritata sconfitta per 107-101. Ecco, andatevi a vedere gli ultimi trenta secondi della partita e poi domani sappiatemi dire se secondo voi i tre signori in grigio possono ancora fischiare…