Se Dio vuole dopo cento giorni è finita la sbornia che ogni anno, ormai da due lustri, prende i giornali d’Italia per la Beneamata e soprattutto la Gazzetta che è una tifosa nerazzurra pazzesca, per non dire spudorata e vergognosa. E’ bastato il gol di capitan Chiellini a Parma, venti minuti appena e il castello delle stupidaggini che ci ha insistentemente raccontato dalla fine dello scorso campionato, sino all’inizio di questo, le è subito scoppiato in mano come un palloncino bucato dallo spillo di un monello. Che mi sarebbe piaciuto fosse stato Paolino Dybala, ma Marx Sarri, con le idee ancora più timide che confuse, non l’ha neanche fatto giocare. Forse per dar modo a Cristiano Ronaldo, che costa alla bulimica Signora pur sempre mezzo milione a partita, di divorarsi ancora un paio di reti che la Joya avrebbe probabilmente segnato soffiandosi il naso. Tutta la propaganda di regime ci aveva infatti proprio sperato che Gervinho e Inglese potessero davvero fare del male a Szczesny e invece i due bianco-crociati non l’hanno nemmeno costretto ad una sola mezza parata. E così ieri mattina Mamma Rosa, con la faccia come il culo, è arrivata al punto di titolare in prima pagina: “Dove eravamo rimasti?”. Già. E pure ce lo chiede. Eravamo rimasti con la Juve di Allegri campione d’Italia per l’ottava volta consecutiva, e in vacanza da Pasqua, il Napoli secondo, però staccato di undici punti, e l’Atalanta terza con l’Inter di Spalletti a ventuno (!) promossa in Champions per il rotto della cuffia. Ovvero soltanto perché nell’ultima giornata di campionato a San Siro contro l’Empoli, battuto 2-1 sudando le pene dell’inferno, l’avventurosa deviazione di D’Ambrosio all’89esimo sulla sua porta aveva fatto solo tremare la traversa, ma la palla era tornata in campo tra le braccia sicure di Handanovic anziché rotolare in rete. Eppure, facendosi coraggio un con l’altro, per tutta l’estate i giornali ci hanno riempito la zucca di titoli rassicuranti: Inter è da scudetto! E lo hanno ripetutamente urlato ai quattro venti come l’insopportabile Riccardo Trevisani che spesso si perde nel bosco assieme al pastorello Daniele Adani sempre vestito con l’abito della prima comunione che ormai gli va molto stretto. Ma poi è arrivato il lupo che non ha perso il pelo che, anzi, gli si è infoltito sul petto con gli acquisti di De Ligt, Ramsey e Rabiot, e nemmeno il vizio di continuare a vincere con il minimo scarto pur non giocando bene come gli azzurri di Ancelotti. Stasera la Beneamata – ha sparato oggi il ridicolo quotidiano sportivo di Papà Urbano – andrà all’assalto del Lecce che non so nemmeno da chi sia allenato e davanti a settantamila ubriachi spezzerà le reni ai giallorossi di Fabio Liverani che si proteggeranno dallo scontato diluvio universale nerazzurro sotto gli ombrelli di Rispoli, Rossettini, Lucioni e Calderoni. E così domani saremo di nuovo sepolti da una valanga d’elzeviri che, sostenendosi uno con l’altro, ancora cercheranno di convincerci che il gap dell’Inter nei confronti della Juve e del Napoli si è ormai ridotto al lumicino, ma stavolta non mi morderò la lingua come ho fatto l’altra sera a cena a Baita Fraina con un intertriste che mi dava del buzzurro soltanto perché gli avevo fatto notare che in passato era lui che andava in giro dicendo o, meglio, strillando che il Conte Antonio e la Marmotta Marotta (nella foto con il suo grande ex amico) erano due pericolosi imbroglioni. Del resto avevo promesso alla Tigre di fare il bravo e di non parlare a tavola di politica (o di calcio) nemmeno se provocato, ma adesso basta: mi avete stremato e sono stufo di sentire anche da Sky che l’Inter si è rafforzata in tutti i reparti dal momento che questo non è assolutamente vero nonostante abbia buttato via duecento milioni al supermercato. Dalle chiacchiere ai fatti e una domanda: siete proprio sicuri che l’undici bianconero che in partenza Martusciello non ha schierato al Tardini (Buffon, Danilo, De Ligt, Demiral, Cuadrado, Emre Can, Betancur, Ramsey, Rabiot, Dybala, Bernardeschi) sia tanto più debole di quello titolare nerazzurro che stasera polverizzerà il povero Lecce con Handanovic, D’Ambrosio, De Vrij, Skriniar, Candreva, Vecino, Brozovic, Sensi, Asamoah, Lukaku e Lautaro? Io certamente no. Tanto più che alla Juve avanzano pure Rugani e Mandzukic che in settimana venderà alla Roma e al Barcellona per sistemare anche il bilancio, mentre l’Inter ha perso Nainggolan e Perisic, sacrificati ai capricci di Conte, che non sono roba da poco, e ha sempre Icardi nel cestello come una mela marcia che potrebbe fare anche i vermi da qui al prossimo gennaio. Insomma poche balle: erano infondate le lacrime da coccodrillo dei sottopancia di Mamma Rosa che, sollevando le gonne alla Signora, erano seriamente preoccupati per la sua salute e la vedevano persino magra e coi nervi scoperti. Quando invece avrebbero dovuto accorgersi prima o poi che Marotta era stato preso per i fondelli da Fabio Paratici e da Wanda Nara durante tutti questi ultimi tre mesi e mezzo. Perché adesso o svende Maurito alla Juve o se lo tiene sul gozzo.