Non chiedetemi se sia peggio Sky, Dio Aurelio o Balotelli

ancelotti

E’ un mese esatto che non fumo neanche una Marlboro nemmeno dopo cena: lo giuro. E quindi avevo messo in preventivo d’ingrassare come la Peppa Pig. Che vagamente somiglia non so se più a Matteo Salvini o a Carletto Ancelotti.  E pure d’essere un po’ più nervosetto e cattivello del solito se mi fanno saltare la mosca al naso come quelli di Sky. Che hanno perfezionato nelle ultime ore l’accordo con la Rai per la diretta al mercoledì della partita più appetitosa delle italiane in Champions League. Cominciando da Real Madrid-Roma del 19 settembre e continuando con Napoli-Liverpool (3 ottobre), Barcellona-Inter (24 ottobre), Juventus-Manchester United (7 novembre), Tottenham-Inter (28 novembre) e Young Boys-Juventus (12 dicembre). Tutte su Raiuno, tutte gratis, tutte in chiaro. E io pago il canone alla tivù di Stato come mi pare giusto, ma anche a Sky che mi costa dieci volte tanto e mi aveva promesso l’esclusiva dell’evento dopo averlo lasciato in pasto nei tre anni passati a Mediaset Premium. Ma io devo essere proprio un deficiente? Ebbene sì, lo ammetto convincendomene ogni giorno sempre di più. Dal momento che la televisione satellitare di Murdoch e di Nonna Papera neanche si sogna di fare un solo euro di sconto ai suoi sciocchi abbonati. Divertendosi piuttosto a prenderli in giro. Come fa Dio Aurelio De Laurentiis coi napoletani. Che un tempo erano i più furbi del mondo e adesso sono mozzarelle in carrozza impanate e fritte da uno degli uomini più repellenti della terra. Ronald Trump compreso o escluso: decidete voi, mentre io posso anche allargare il campo degli odiosi con i Belpietro, i D’Alema, i Brugnetta e i Caressa. E chi più ne ha più ne metta. Questa è l’Italia dei padreterni, ma poi c’è pure quella che fischia Martina ad un funerale di Stato e fa un selfie in chiesa con il maiale di Pontida. Non fumo e quindi state molto attenti a quel che dite e scrivete perché quest’anno non ve ne lascio passar liscia una. Soprattutto se beccate i soldi di Paolo Condò e Alex Del Piero che mi affretto ad inserire nella Banda Osiris in quanto affezionati fan di Ciccoblack Tranquillo che è la vera rovina della nostra pallacanestro e quei due muli, dei quali uno di Trieste, non l’hanno ancora capito. Intanto Alessandro Bonan mi rassicura: “Dazn non c’entra niente con Sky”. Gli credo, ma lui creda a me: Marco Bucciantini va benissimo in seconda serata, non all’ora di cena. Quando la critica della ragion pura applicata al gioco del pallone dell’ex direttore dell’Unità (e tuttora tifoso viola) non è per la verità in cima ai pensieri e ai desideri del tifoso in attesa della partita. “Vorrei mandare una cartolina a Sarri: a Napoli tutto bene e così spero di te. Mi manchi!”. E chi se ne sbatte? Tanto più che di lì ad un paio d’ore ad Ancelotti non è andata proprio benissimo: tre peri dalla Sampdoria e tutta Napoli che solo a sentir parlare di Bucciantini ha cominciato a fare le corna con entrambe le mani e a toccar ferro con l’indice e il mignolo insieme. In settimana il Mattino ha intervistato l’allenatore dei 91 punti e dello scudetto perso in un albergo a Firenze. Almeno a sentire Marx Sarri. E non da Koulibaly espulso all’ottavo minuto? Ognuno legge la storia come vuole e quello 0-3 al Franchi non fu invece per caso un peccato mortale di Sir Sar che rinunciò subito a Jorginho per un tal Tonelli?  “Stavo cenando, ho acceso la tivù e ho visto l’ingresso alla Filmauro di Ancelotti. Cosa ho pensato? Quello che pensavo prima, ma lo tengo per me”. Eternamente abbottonato. Un coniglio. Mi spiace, ma continuo a non andare pazzo per lui. Come per Mario Balotelli. Che non farei giocare nemmeno nel mio giardino se avessi i soldi degli Agnelli. Indisponente, voglia di far niente saltami addosso, scoraggiante. Stupidello o incompreso, non importa: non lo posso e non lo voglio più vedere vestito d’azzurro. E poi poche storie: ci è andata bene e si meritava di perdere con la Polonia. Meches Mancini come il povero Gian Piero Ventura se Gianni Mura ha scritto e sono d’accordo con lui: “La verità è che siamo rimasti dove eravamo, ossia vicini allo zero. Questa squadra non è più forte di quella che non riuscì a battere la Svezia”. Domani il Portogallo (senza Ronaldo) e come direbbe mia nonna: “Ma ’sti benedetti fioi non i lavora mai?”.