Soprattutto Torino non ci sta con Cortina olimpica 2026

CORTINA

Non solo basket, Bonucci e Ronaldo. Che mi stanno sulle palle. Posso? O vi devo chiedere il permesso? Non penso. Questo è il mio scacciapensieri dell’estate. Scrivendo la prima cosa che mi salta in mente. Trentatré righe al giorno. E alla trentaquattresima tagliatemi pure le dita: ve ne do licenza. Sarei un bugiardo se vi raccontassi che ieri sera dopo cena il temporale ha rinfrescato il bosco. Era stato un altro pomeriggio molto caldo e umido: anche 32 gradi all’ombra del gigantesco abete. Ma i corvi avevano chiamato la pioggia: speriamo. In verità ne è poi venuta giù a secchi. Tanto che il sentiero è diventato presto un ruscello e mi sono tappato in casa neanche fosse pieno autunno. Senza televisione perché il vento a raffiche aveva scosso le parabole e piegato le antenne. Poco male, ma ho temuto il peggio. Perché qui la montagna frana ogni estate ai primi di agosto. Però meno ve ne parlo e meglio è: altrimenti pure m’accusano d’essere un guerrafondaio. E la gente non viene più in vacanza. E non si fanno più i Mondiali e le Olimpiadi. E allora leggo assieme a voi il sito del Corriere del Veneto. Così non m’invento nulla. L’occhiello del link: “Notte di paura a Cortina”.  Esagerato. Il titolo: “Bomba d’acqua a Cortina: smottamenti, strade allagate, ponti crollati”. Dunque nessuna frana, grazie a Dio. Il sommario: “La forte pioggia ha fatto intervenire i vigili del fuoco. Evacuato anche il famoso ristorante Tivoli”. Dove proprio stasera, guarda caso, volevo andare a mangiare con la Tigre e degli amici. “La strada regionale 48 è stata chiusa per delle ore: rimane il senso unico alternato per chi deve salire a Pocol e al passo Falzarego. Danni ingenti nella piccola frazione di Mortisa e in località Crignes”. Dove ha anche casa Deborah Compagnoni. Tutto qui. Adesso fa di nuovo caldo. Giusto ieri il Coni ha dato l’okay alla triplice candidatura delle Alpi per i Giochi del 2026. Dove spero d’arrivarci: davvero ci conto. Ma se Cortina esulta, e ne ha ben donde, Milano e Torino storcono il naso e non ci sentono da un orecchio. E non hanno in fondo torto. La Perla delle Dolomiti è stata prescelta per fare la parte del leone organizzando le gare di sci alpino, a parte lo slalom speciale del Sestriere, oltre a quelle di bob, slittino e skeleton. Alle altre due sono state date le briciole: l’hockey su ghiaccio da dividersi, il fondo e il biathlon alla Valtellina, il curling al Palalido (?), la cerimonia d’apertura a San Siro e di chiusura nello Stadio Olimpico del Toro come nel 2006. E persino a Predazzo, in Trentino, sono state assegnate il salto dal trampolino e la combinata nordica. Cortina non ha eguali al mondo: lo sa benissimo Giovanni Malagò. D’accordo, ma Giuseppe Sala e Chiara Appendino non ci stanno. E pure i grillini al governo figurati se non pianteranno casino. Mentre a Giampiero Ghedina, il sindaco ampezzano sempre abbronzatissimo, è scappato di dire nell’euforia del momento: “Però noi ci mettiamo la neve”. Grazie tante.