Messina molto peggio di Pianigiani e Proli in A2 a Modena

proli armani

Per Natale, ve lo avevo già accennato l’altro giorno, sarà mia premura d’aggiornare la classifica della Banda Osiris stavolta non contando da uno a cento e nemmeno partendo dal numero di tessera d’iscrizione alla loggia del basket, ovvero dallo 001 di Ciccioblack Tranquillo al 100 di Simone Gioffrè, il diesse del SottoMarino (n.032) di Brindisi, ma in ordine alfabetico. Cioè dalla A di Aloi Marco, il precario Zio Fester (007), alla Z di Zanotti Cinzia, l’allenatrice della Geas, new entry, che erroneamente avevo chiamato Silvia, nonché moglie di Roberto Galli (050), socio in affari di Virginio Bernardi (023), il simpaticissimo agente casertano che mi dicono sia ai ferri corti col suo Poz. La notizia, che sarebbe clamorosa, è ancora tutta da verificare e quindi mi piacerebbe che lo stesso San Bernardi, persona molto corretta, me la smentisse o me la confermasse. Dal momento che io, dopo aver fatto due passi, sono già stanco morto e rischierei d’inciampare se quella montagna di Nico non mi sorreggesse tenendomi stretto stretto sotto braccio come una tenaglia. Paron Zorzi, col quale mi sento quasi ogni giorno, mi ha consigliato il bastone, ma è ancora presto – spero – per deambulare già a tre zampe. E poi lunedì mi tolgono il trombo. Così potrò incominciare la rieducazione e recuperare un po’ di massa muscolare. Certo è che, avendo perso in un paio di mesi una ventina di chili, non sarà un gioco da ragazzi rimettermi presto in sesto, ma gli eroi sono altri, come per esempio Sinisa Mihajlovic, e non ho nessuna intenzione di piangermi addosso per il mio piccolo, quanto terribile, plasmocitoma rino-faringeo. Prozzecco Pozzecco (071) domenica non era in panchina, egregiamente sostituito dal debuttante Casalone, che non è neanche lontano parente di Casalini, ed è per questo, sussurrano i maligni, che il Banco di Sardara, salito al secondo posto nella hit parade della Band dal 52esimo, ha battuto domenica la Germani di Enzino Esposito per la verità priva di Ken Horton  e con una palla al piede come l’indecente DeAndre Lansdowne (1/10 al tiro e 0/6 da tre). “Due squadre, Sassari e Brescia, allenate in modo perfetto”, ha sentenziato in telecronaca Hugo Sconochini. Al quale mi permetto di fare solo una domanda: “Non ti sembra, caro Fiorello, d’essere un cincinin esagerato e a volte di parlare un po’ troppo?”. Come persino Paul Biligha (n.084), il Montato, avrà forse capito, questo mondo della pallacanestro è davvero piccolo e quello della Banda Osiris lo è ancora di più. E comunque il sottoscritto, che si vanta d’averla inventata, non ha alcuna intenzione d’allargarla: già in cento hanno fatto più danni della gradine approfittando della mia latitanza, figuriamoci – faccio per dire – se fossero centoventitré: sarebbero peggio dell’acqua alta a Venezia o, per restare in tema, dell’Armani di Ettore Messi(n)a (015) e di PantaLeone Dell’Orco (“Panta Panta Panta, Leon Leon Leon”) che, risultati alla mano, è molto più scandalosa dell’Armani di Simone Pianigiani e di Livi(d)o Proli. Però – mi raccomando – questo è un segreto che dovete assolutamente tenere tutto per voi perché nel Belpaese chi tocca Messina muore o, come minimo, gli tirano le pietre e gli rompono i vetri delle finestre. L’anno scorso le scarpette rosse di Simone persero infatti la prima partita di campionato ad Avellino dopo Natale mentre la Milano di Ettore è già caduta quattro volte, e due persino al Forum con Brescia e Brindisi, e deve ancora giocare con la Reyer e la Virtus in trasferta. Sculacciata poi giovedì in casa da Lorenzo Brown e Ojo Ojo, che ha spazzato via Della Valle come un tornado fa volare un ramoscello d’ulivo, ora ha la stessa classifica in EuroLega (settima con 7 vittorie e 5 sconfitte) della passata stagione. In più la Stella Rossa di Sakota e il Fenerbahce di Obradovic stanno risalendo minacciosamente la china e i playoff per la squadra del gruppo Armani non sono più in cassaforte. Anche se il Messi(n)a continua a spendere e spandere, vuol tagliare Pippa Mack e, perché no, anche Rock n Roll o Nedovic, e non gli basteranno 35 milioni di budget. Nel frattempo capitan Cinciarini  (numero di tessera 047), il Raccomandato, è finito in tribuna e Biligha con Burn in panchina. Dalla quale non si alzano mai. Neanche se manca Gudaitis. E nessuno dice niente. Men che meno Mamma Rosa. Tanto nessuno lo può licenziare essendo di fatto presidente e allenatore del più spendaccione club d’Europa. Dei fatti e misfatti della Lega vi tornerò invece a parlare la settimana prossima. Mentre vi segnalo che c’è maretta non soltanto a Venezia e a Varese, alleata di Sassari, Brindisi, Fortitudo e Roma nel fallito e insulso golpe contro Egidio Bianchi, ma pure tra gli arbitri. Dove i soliti tredici noti (più Sahin) hanno fatto fuori dal sindacato il presidente Gianluca Sardella, che doveva essere sostituito da Saverio Lanzarini (della scuderia bolognese di Tedeschi) che però ha rinunciato in favore di Bobo Begnis che si è proposto. Vi terrò informati e intanto i rivoltosi hanno anche provveduto a silurare di brutto Guerrino Cerebuck e a promuovere Mauro Pozzana a capo dei commissari di campo. E tra i giornalisti di Sky. Dove si domandano se l’azienda sa che Alex Mamoli (018), profumatamente retribuito, lavorerà per la LegaBasket che dovrebbe smetterla d’ingraziarsi la stampa e d’oliare la Banda Osiris. Quando piuttosto avrebbe dovuto convincere Proli a diventare il suo presidente super partes se non altro perché l’ex numero uno di Milano, con le conoscenze che ha, avrebbe potuto portare qualche sponsor di prestigio e qualche soldino nella casse vuote dei quindici club di serie A. Più la Virtus e l’Armani che fanno parte di tutta un’altra parrocchia. La quale finanzierà a sue spese la loro sfida di domenica 29 dicembre al PalaFiera di Bologna che andrà in diretta alle 15.30 su Raidue. Non ci posso credere. Mentre Proli, nella foto con l’ex grande amico, Giorgino Armani, sta acquisendo una squadra di A2 del Nord Italia per far giocare Modena in quel campionato con l’ambizione di salire subito nella massima serie. Il che non mi dispiacerebbe. Anzi. Nonostante mi abbia pure lui rifiutato un’intervista perché sembra che l’abbia già promessa al fedelissimo Vincenzo Di Schiavi.