La Corea del Mago che ha infinocchiato anche i baschi

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E anche luglio se ne è andato, ma non ditemi adesso che il tempo vola perché lo so benissimo. Mica sono scemo. Sembra ieri che la Croazia di Aza Petrovic ci ha umiliato. In casa nostra. A Torino. Era il 9 luglio, un sabato sera. Il giorno del 45esimo compleanno dei miei gemelli e della Corea del nostro basket. A mezzanotte (e un quarto) di domani cominceranno le Olimpiadi a Rio de Janeiro. Ma noi non ci saremo. Come cantavano Francesco Guccini e i Nomadi. E adesso cantatela a Giannino Petrucci. Per favore. Perché il vostro beato santo sembra essersene già dimenticato. Cinquant’anni fa Pak Doo Ik, caporale dell’esercito nordcoreano, poi promosso sergente, segnò ad Albertosi al 42’ del primo tempo un gol che ci fa ancora male. Era la nazionale di Facchetti, Fogli, Bulgarelli, Mazzola e Rivera. Non proprio uno schifo. Anzi. Come la nostra di basket: Hackett, Belinelli, Datome, Gallinari, Bargnani. Che mezzo secolo dopo ha conosciuto un’altra Corea. Stavolta dei canestri. Esagero? Non credo. Per il terzo giorno di fila la Gazzetta ha sbattuto il secondo sport di squadra d’Italia in fondo al giornale tra Tuttenotizie. Oggi a pagina 41. Dopo venticinque di calcio, nove dei Giochi e tre di pubblicità. E non c’è quella di Armani. Che pure veste gli azzurri a Rio. Sotto il pakistano Aftab Farooq, azzurro di cricket, sospettato d’essere intenzionato a preparare un attentato all’aeroporto di Orio al Serio di Bergamo e per questo espulso dal nostro Paese. Dove andremo a finire? C’è sempre l’ippica che per ora ci salva. Certo è che la notizia dei due Gentile che s’allenano negli States con Mike Penberthy, un nome che non mi dice niente, sono però un ignorante in materia, non è di quelle che meritano un richiamino in prima. Sopra magari l’Urbano Cairo che è diventato presidente e amministratore delegato di Mamma Rosa e del Corriere della sera. Povera Italia dei La Qualunque. Al fianco del RompiPallone di Gene Gnocchi che è l’unica rubrica della Gazzetta che merita ancora attenzione. I giocatori dell’Inter infuriati con Candreva: “Basta con questi italiani che vengono qui a rubarci il lavoro”. Ma c’è poco da ridere: il Corriere dello sport è anche peggio. Cestisticamente parlando. Per il secondo lunedì di seguito infatti non ho trovato un pallino che s’occupasse di pallacanestro sul quotidiano dove scrive Andrea Barocci. Che deve essere (stato) in ferie. Nemmeno un rigo. Il basket è scomparso. E così sarà sino a settembre. Chi l’ha visto? Più nessuno. Nemmeno Federica Sciarelli. E poi avete ancora la spudoratezza di sostenere che la sconfitta con la Croazia non è stata una Corea? Io anche saprei chi ringraziare, ma, se solo ve lo nomino, vi scandalizzate pure. E allora vado avanti diritto per la mia strada spronando Ronzinante all’assalto dei mulini a vento che incrocio ogni due passi e che non spaventano più nemmeno il mio Sancio Panza. Tanto più che gli argomenti non mi mancano e che delle disgrazie della nostra palla nel cestino potrei continuare a parlare tutti i giorni dell’estate. Anche durante le Olimpiadi. Per esempio mi piacerebbe sapere quanti soldi ha sganciato il Baskonia di Vitoria ad Andrea Bargnani per tirarselo in casa due anni. Dopo che il Mago aveva chiesto un paio di milioni a Milano per una sola stagione e gli avevano risposto se fosse matto da legare soprattutto alla luce della sua ultima penosa prestazione nel preolimpico contro Dario Saric (18 punti e 13 rimbalzi) e gli altri lunghi croati. Quella sera da incubo me la ricordo sin troppo bene. Al punto che ci soffro ancora e non ci dormo la notte. Compreso il guasto al tabellone elettronico del bellissimo impianto torinese che è durato quasi mezzora (di blackout) come non sarebbe successo neanche in un palazzetto di Mogadiscio. Ma preferisco che sia Massimo Oriani a descrivere con parole sue sulla Gazzetta la Corea del Mago (4 punti e 3 rimbalzi): “Invisibile, inesistente, si fa prendere rimbalzi in testa da tutti e non segna i tiri che dovrebbe mettere bendato. Voto 4”. Anche largo di manica per uno che nel draft 2006 è stato scelto col numero uno assoluto dai Toronto Raptors di Maurizio Gherardini e che ha giocato per dieci anni nella Nba guadagnando un centinaio di milioni di dollari o poco ci manca. Fosse almeno umile e simpatico. E comunque ho molti dubbi che nel Saski di Sito Alonso, che ha sostituito Velimir Perasovic, il nostro Bargnani riesca a non far rimpiangere Ioannis Bourousis che aveva nostalgia della Grecia ed è tornato al Panathinaikos. A meno che i baschi non lo paghino una pipa di tabacco, ma non penso. E allora sono stati anche più fessi dei canadesi.