Anche a Berlino ho la mia spia. Che ovviamente mi racconta tutto. Persino che ieri sera ad una cena di Sky, alla quale hanno partecipato anche Walter Fuochi (Repubblica) e Flavio Vanetti (CorSera), non c’è stato uno solo dei saccenti commensali che abbia speso una mezza parola in favore di Simone Pianigiani. Anzi, l’amato cittì è finito presto al muro. E nel mirino proprio di tutti. Berlino era sembrata un po’ triste a Lucio Dalla. Che c’era stato col Bonetti qualche anno prima che abbattessero il Muro. Quando la storia d’amore tra due ragazzi, lei di Berlino Est e lui di Berlino Ovest, gli regalò l’ispirazione per scrivere una delle sue più belle poesie: Futura. A Berlino le telecronache di Azzurra su Sky non le fa Geri De Rosa, che è cento volte più bravo di Cicciobello Tranquillo. E questo mi mette una gran tristezza addosso. Più delle spie che le due Germanie si scambiavano sul ponte di Glienicke. Perché significa che neanche nella televisione libera di Murdoch esiste la meritocrazia. Per la verità a me Tranquillo è sempre stato indigesto sin da quando faceva da piccolo, ed era già ciccio, le radiocronache da sotto canestro insieme a Federico Buffa. E con Michelino D’Antoni, un altro di buono, parlava in inglese. Quindi onestamente non faccio testo. Ma non posso più star zitto dopo che negli ultimi giorni sta diventando insopportabile anche a tutti gli italiani, tra i 18 e i 70 anni, che sono rimasti a casa e pure ieri hanno avuto il coraggio d’affrontare le orribili urla antipatriottiche del milanese d’origini calabresi che chiaramente tifava Islanda neanche fosse nato a Reykjavik. Tanto che un amico mi ha confessato d’essersi dovuto imbottire di Plasil durante la sua diretta. A cosa serva il Plasil è presto detto: fa passare la nausea. Ma più terribile ancora è che Davide Pessina, il compagno di merende di Cicciobello, abbia avuto a cena parole di fuoco nei confronti di Pianigiani. Reo, secondo il severo valdostano, che somiglia con la barba al nonno di Heidi, d’aver difeso gli azzurri davanti al plotone d’esecuzione di Sky durante la conferenza-stampa. “E’ stata una grande sofferenza, ma la squadra mi è piaciuta soprattutto nel carattere”. Perché cosa avrebbe dovuto dire il cittì? “Abbiamo fatto schifo e, continuando a giocare in questo modo, perderemo anche con Spagna, Germania e Serbia”. Alla vigilia della partita inaugurale con la Turchia il nostro presidente federale si era chiesto ad alta voce: “Perché non pensare all’oro?”. Sì, a quello del Giappone che in Italia si chiama ottone. E nessuno dei giornalisti, Fuochi e Vanetti compresi, si erano a loro volta domandati perplessi: “Ma Giannino è andato fuori di zucca?”. Come avrei fatto io se fossi stato a Berlino. E invece stamane sono andato a funghi. E ne ho presi quasi tre chili. Che ho già pulito, cucinato e messo sotto vuoto per l’inverno. Veramente ha fatto tutto la mia Tigre, ma questo è un altro discorso. Come quello di una nazionale che era al massimo da settimo posto e ora, dopo lo stop forzato di Gigi Datome sino alla fine dell’Europeo, sarà già grasso che cola se mercoledì batterà la Germania e staccherà il biglietto per gli ottavi di Lille. Il guaio è che siamo capitati in un girone di ferro. Mentre gli altri tre fanno morir da ridere se Koponen oggi ha sotterrato la Russia e il Belgio ha battuto la Lituania anche se grazie ad un furtarello arbitrale. A proposito di fischietti: a nessuno è passato per la testa di scrivere che forse il greco, l’ucraino e il macedone che hanno diretto Italia-Islanda si sono inventati almeno un paio dei cinque falli fischiati al Gallo innervosendolo al punto che l’unico vero fenomeno della nostra nazionale ha giocato poco e male come gli capita raramente. Già, me ne ero dimenticato: adesso siete tutti preoccupati a gettare la croce addosso a Pianigiani e a salvare Petrucci come fecero i sacerdoti del tempio e il popolo con Barabba davanti a Pilato. E così vi dimenticate anche di chiedervi: ma chi è mai questo Davide Pessina che pontifica a tavola solo per ruffianarsi il capo? Ve lo spiego magari io domani. Adesso è tardi. E se è una femmina si chiamerà Futura. Aspettando che ritorni la luce. Senza avere paura. Domani. Dai coraggio, Simone. E buonanotte.