L’imperdonabile gaffe di Dembinski o come cavolo si chiama

Non imparerò mai a scrivere shock. E ben mi sta. Parla come mangi, mi diceva papà. Ma i sinonimi di shock in italiano, trauma colpo scossa, non rendono l’idea di chi è sotto shock. Come Dembinski, o come cavolo si scrive: anche questo mai me lo ricorderò. Fatto sta che il telecronista della Rai-tv, tifoso di Milano, anzi proprio un ultrà, forse perché Siena presto scomparirà, o perché l’Armani non perde in Italia da Natale, dimenticando magari le final eight di Coppa Italia e i playoff con il Maccabi, è andato ieri sera completamente nel pallone e ha dovuto chiamare la pubblicità mentre sul parquet facevano festa quelli di Pistoia e lui non ne capiva francamente la ragione. Preso dal panico e per l’appunto sotto shock. Spero si scriva proprio così. Difatti dall’inizio della diretta Dembinski, o come cavolo si chiama, era andato dicendo che per accedere ai playoff Caserta avrebbe potuto perdere anche di sei punti. E aveva perso di cinque. E allora perché esultavano Moretti, Meini, Wanamaker, Galanda, Gibson e tutta una città dove Catilina è morto nel 62 a.C. e la sua testa Antonio riportò a Roma? “Pubblicità, restate con noi”. Durante la quale qualcuno deve avergli detto, magari il buon Stefano Michelini, che Reggio Emilia aveva nel frattempo perso ad Avellino e per questo, grazie alla classifica avulsa, non Lele Molin da Mestre ma Paolo l’aretino aveva conquistato l’ottavo posto nella griglia di partenza dei playoff. Che inizieranno tra otto giorni proprio con Milano-Pistoia su Raisport ed il commento di Dembinski, o come cavolo si scrive, dal Forum. Obietterete: ma non c’è nessun altro in Rai che ne sa un po’ di più di basket, e di matematica, e che soprattutto non fa queste clamorose e imperdonabili gaffe? Ci sarebbe Maurizio Fanelli, più bravo e pacato di lui, ma il problema è un altro: nessuno in via Mazzini probabilmente si è accorto di nulla prima di cena e con Roma-Juventus in contemporanea su Sky. Perché altrimenti come minimo un paio di giornate di squalifica o di riposo almeno Franco Laurito gliele avrebbe potuto e dovuto dare. O no? No, probabilmente sono io il cattivo che ce l’ha con Dembinski, o come cavolo si chiama. Veramente io ce l’ho con altri e per esempio con Dan Peterson, direttore di Superbasket, ma si può?, che non avrà mai il coraggio di farmi scrivere neanche gratis sul suo mensile che a fine settimana tornerà in pista per celebrare il prossimo scudetto di Milano e il primo di Giorgio Armani. E comunque nella nostra tv di Stato ne sono successe anche di molto peggio come gaffe e lapsus (freudiani). Ad Antonella Clerici una volta scappò: “Non posso vivere senza cazzo”. Voleva dire calcio. E si corresse subito. Mentre prima di “Pistoia sì Pistoia no” abbiamo dovuto attendere il tempo della pubblicità.