La Reyer cambia play: da Tarik Phillip a Renato Brunetta

renato Brunetta

Il terzo Scacciapensieri del mio 2022 è dedicato in apertura ad una notizia che avrebbe dovuto fare un sacco di rumore se la gente non perdesse invece il suo tempo davanti alla televisione con Milly Carlucci che ritrovi un po’ dovunque, persino davanti ai fornelli, o con Alfonso Signorini che un giorno dovrà pur confessarci il suo amore segreto che è noto ormai anche a mio nipotino. Il prezzo della carta è aumentato del 70 per cento rispetto all’anno scorso. Ovvero più delle bollette del gas e della luce. Ma i giornali ne hanno parlato poco. Se non distrattamente e per una ragione molto semplice: dovranno diminuire, se non l’han già fatto, la foliazione dei loro quotidiani. E questo non sarebbe poi un dramma. Poiché se Il Corriere, come del resto La Repubblica, per non parlare della Gazzetta di Cairo o del Gazzettino di Zaia, dovessero anche ridurre il numero delle loro pagine, non darebbero un grosso dispiacere al lettore che piuttosto non ne può più degli inserti che gli infilano nel giornale e che gli servono al massimo per incartare il pesce fresco. Come nove Amache su dieci del comunista e interista Michele Serra che non scrive una cosa di sinistra dalla Pasqua del 2020. Cioè da quando Maurizio Molinari ha assunto la direzione del quotidiano di John Elkann al posto di Carlo Verdelli. La tragedia è che presto aumenteranno i prezzi anche dei libri e gli italiani, che già leggono pochissimo ma erano in aumento, torneranno a rituffarsi negli iPad e nei  cellulari che detesto più del grande Papa Francesco. Il quale a Natale ha esortato i fedeli a non parlare con il telefonino a tavola ma con i propri familiari. Magari non guardando, mentre ti spari due spaghi al sugo di pomodoro, i telegiornali nei quali non c’è pericolo che non incappi prima o poi in una Meloni o in un Salvini che almeno a me bloccano in mezzo secondo la digestione. Ho trovato invece meraviglioso che nei Migliori Fratelli di Crozza di Capodanno Renato Brunetta (nella foto mentre schiaccia nell’urna) abbia confidato “d’aver da ragazzo giochicchiato a pallacanestro e non mettetevi a ridere”. Difatti non rido. Anzi. Consiglio a Federico Casarin, che magari si è perso la puntata speciale di Maurizio Crozza, di mettersi subito in contatto con il metro e 43 del governo Draghi per sostituire al più presto Tarik Phillip di 191 centimetri che come playmaker non si può proprio vedere. Così come credo che non servisse comprare Jordan Morgan come alternativa all’intoccabile Mitchell Watt per rinforzare con il trentenne centro americano di passaporto sloveno una Reyer che quest’anno, bene che le vada, arriverà terza e, male che le vada, quarta. Ovviamente sto scherzando, ma è il caso che lo sottolinei subito. Perché non si sa mai. Emiliano Carchia, il fondatore di Sportando, che un giorno chiamo Sciacallando e un altro Scimmiottando a seconda della luna con la quale mi sono svegliato, potrebbe infatti credermi e rubacchiarmi pure questa strepitosa news avendo il vizietto di farla passare una volta per propria e un’altra di Mamma Rosa, la consorte di Papà Urbano, o dell’Anonimo Veneziano, pericolosissimo no var. E comunque mica me la prendo. Più di tanto. Essendo non meno permaloso di Erode Messi(n)a. Ed infatti in anteprima gli preannuncio che l’ho inserito nella Banda Osiris con il numero di tessera 095, lo stesso che ha conquistato su Superbasket, e con un soprannome che gradirà senz’altro: la Pettegola. A domani. Avendo ormai preso gusto a scrivere cazzate e non mancandomi gli argomenti. Specie di basket. Come il pasticcio del rinvio di Reggio Emilia-Derthona che ha fatto ridere i polli e che sarà recuperato nel tardo pomeriggio dell’Epifania. Che tutte le feste si porta via lasciando però la nostra povera palla nel cestino sempre in braghe di tela e in  balia degli eventi.