Il nero di seppia di Tranquillo e la nuova Banda Osiris

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Forse perché ieri è stato Capodanno, oggi mi pare che sia lunedì e invece è domenica. Cambia poco. Anzi, per me assolutamente nulla. La serie A di calcio riapre alla Befana. Se riaprirà. Ma penso proprio di sì se il consiglio di Lega nel primo pomeriggio non ha disposto il rinvio della SuperCoppa italiana tra Juve e Inter in programma mercoledì 12 gennaio a San Siro. Mentre il campionato di basket riprenderà il 5 con Armani-Segafredo alle 16 su Raidue che ovviamente non guarderà nessuno. Avevo comunque già deciso di non mettere il becco fuori di casa dopo che il primo dell’anno sotto mezzogiorno avevo fatto quattro passi e mi sono presto girate le palle. Perché sono entrato con la mia bella mascherina Ffp2 bianca in uno dei due o tre bar che erano aperti nell’antica piazza della torre con l’orologio. Il bar-pasticceria era vuoto, ma mi hanno chiesto lo stesso il green pass. Giusto. Anzi, giustissimo. Ho ordinato allora una delle poche cose che riesco ancora a bere oltre all’acqua del sindaco. Cioè un succo di pomodoro condito con limone e sale. “Vuole anche del ghiaccio?”. No, grazie. Bene. Ho pagato e, uscendo, ho visto i miei due amici, rimasti fuori, che se la ridevano tra loro maliziosamente. La ragione? Semplice: mi hanno poi confessato che la padrona del bar e la sua graziosa banconiera che mi aveva identificato il green pass sono due ostinate sostenitrici del no vax. Uno scherzo da prete. Robe da non credere. E invece dovete credermi. Come quando, all’inizio di questo secolo, vi raccontavo che Cicciobello Tranquillo, che poi dal 2014 ho preferito (per ovvie ragioni) chiamare Ciccioblack, s’accaniva contro Messer Ferdinando Minucci da Siena e ne parlava molto male alle spalle come era sua abitudine fare anche con DindonDan Peterson, del quale diceva che era un tirchio da morire, avrebbe fatto invece molto meglio a star zitto e buono preoccupandosi piuttosto di tener sempre ben chiuso a chiave l’armadio degli scheletri che custodiva in camera da letto. Sapevo infatti che pure lui, come molti altri suoi noti compagni di merenda con i quali spesso ancora s’accompagna su Sky e dei quali Minucci, ora che la Federazione di Giannino Petrucci l’ha radiato, potrebbe finalmente fare anche nomi e cognomi, era una seppiolina (nella foto, ndr) del nostro grande mare della pallacanestro e quindi, come tale, un produttore di melanina più o meno modesto a seconda dei compensi ricevuti dal Monte dei Paschi. La melanina è un inchiostro che per la verità è più marrone che nero. E addirittura blu se è prodotto da un altro cefalopodo più famoso ancora: il calamaro. Ma convenzionalmente si dice nero di seppia (anche per i diritti d’immagine) e quindi non avrò certo io la superbia e la pretesa di cambiare la lingua di Dante l’Alighieri come Tranquillo avrebbe quella di spiegarci la pallacanestro col risultato che ormai non lo bada e non lo ascolta più nessuno. Perché non solo strilla e ti scassa i timpani, ma s’intorcina nei discorsi e finisci per non capire cosa mai voglia dire. Eccezion fatta per Ettore Messi(n)a che, anzi, gli regge addirittura la coda, l’ospita nello spogliatoio più esclusivo d’Italia ed è persino orgoglioso d’essere il suo vice nella Banda Osiris che, a detta ormai di tutti, è considerata l’Omicron 21-22 del basket sulla terra. E per questo, come ho già promesso a Umberto Gandini, al quale è stato di recente proposto dalla cordata di Federico Casarin il rinnovo del contratto di presidente della Lega per altri due anni, di buttar giù prima possibile la lista della Top 100 della band di Ciccioblack dalla quale potrà così guardarsi con grande attenzione. In modo che poi non capiti anche a lui quello che è successo a me al bar-pasticceria della piazza della Torre dell’orologio dove chissà quante volte anche Ettore da ragazzo sarà andato a gustare le pastine di riso o di semolino con le uvette. E la cioccolata calda. Senza Covid e senza Osiris. Con Alibabà Celada e Massimo Antonelli. Son tornati i tempi belli. A domani. E intanto lasciatemi verificare se è vero che il genero di Messer Minucci è entrato nella Fortitudo come bisbigliano sotto i portici di Bologna i tifosi della Virtus o che Luis Scola vuole davvero cambiare Adriano Vertemati con il quale è ormai ai ferri corti. Ma così allora (forse) si salverebbe dalla retrocessione ed è proprio questo quello che il fenomeno argentino credo non vorrebbe. Preferendo ripartire dalla A2. Ammesso e non concesso che poi i soldi li tiri fuori lui. O Xavier Zanetti o Esteban Cambiasso. E non ci credo. Neanche se li vedo.