Il meraviglioso dono della sintesi di Edi Dembinski

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Se non la smettete d’interrompermi continuamente, magari prima o poi riuscirò anche a finire un discorso. Dunque l’altro giorno stavo parlando di Stefano Tonut e avrei voluto accostare a lui un altro ragazzo di belle speranze del ’93, Awudu Abass, la madre del Togo e il padre del Ghana, ma nato a Como e cresciuto a Camerlata. Tonut e Abass insieme hanno vinto due anni fa il titolo europeo under 20. Di quella nazionale, allenata da Sacripantibus, faceva parte anche Amedeo Della Valle, ma del mio Ricciolino, al quale ultimamente poche ciambelle riescono con il buco, non dico niente: gli voglio troppo bene e in più non sia mai che perda di nuovo il filo del discorso. Abass ha giocato domenica una partita straordinaria: 29 punti, 8 su 9 da due, quattro triple. Salvando la ghirba a Fabio Corbani, già nel mirino di Dmitry Gerasimenko, il nuovo padrone di Cantù che in autunno-inverno cambia più allenatori che cappotti e che è ucraino, e non russo, caro Max Oriani. E mettendo nelle peste proprio Stefano Sacripanti che, se tra tre giorni non batte Avellino, rischia grosso. Una volta vi racconterò anche della leggenda metropolitana tra Corbani e Sacripantibus di cui si parla da quest’estate nei salotti del basket, ma ora, per favore, non distraetemi ancora. Dicevo di Tonut e Abass che da due anni sono le colonne della sperimentale di Artiglio Caja nelle fortunate tournee in Cina sulle tracce di Marco Polo. Per la verità arditamente mi sarebbe piaciuto vederli tra i quindici azzurri di Pianigiani, ma mi sa tanto che non li vedrò nemmeno nel preolimpico di Torino. Ed è stato quindi assolutamente inutile che anche Edy Denbinsky, o come cavolo si scrive, li abbia proposti in tutte le salse a Ettore Messina. Il quale domenica sera era con lui al telefono dagli Stati Uniti in Dai e vai. Lo so, vi avevo supplicato per favore di non interrompermi, ma devo, prima che me ne dimentichi, riconoscere che il telecronista di Raisport non sarà un fulmine di guerra, ma ha il dono della sintesi ed è indiscutibilmente telegrafico nelle sue domande. Ha chiesto infatti al commissario tecnico, vice di Popovich agli Spurs, dopo un breve preambolo, testualmente: “Hai parlato, Ettore, degli italiani giovani (Abass e Tonut per l’appunto) che sono chiaramente il più bell’aspetto di queste prime sette giornate di campionato. E’ però anche vero che c’è il rischio che tu arrivi sotto il preolimpico. E così ancor più importante sarà il ruolo dei tuoi collaboratori, no?, da Luca Dalmonte a Mario Fioretti, e di chi ti circonderà (Giordano Consolini, ndr). Mi viene pure da pensare che hai parlato di nucleo storico e dunque non sarà facile in così poco tempo, e tra l’altro con un torneo preolimpico che nel caso ci porterà alle Olimpiadi, anche con un peso specifico e una pressione notevoli, inserire i giovani italiani. Come si fa d’altra parte in questo periodo a tenere d’occhio i giovani, il nucleo storico e tanti giocatori che se ne sono anche andati in giro per l’Europa per affrontare l’Eurolega e i campionati più importanti, e far sì che tutto questo possa diventare una squadra? Non è semplicissimo immagino?”. Al posto di Messina gli avrei risposto “no” e avrei buttato giù il telefono, come si faceva una volta quando non c’erano ancora i cellulari, e comunque avrei fatto finta che fosse caduta la linea. Ma Giannino l’ha pregato d’essere carino e molto disponibile con i giornalisti, anche con quelli che ti domandi sempre da dove mai siano saltati fuori: forse dal fustino del Tide nel quale il noto detersivo in polvere nascondeva anni fa il suo gadget? E se anche Ettore, quando vuole, è più schivo di Simone, checché ne pensi Petrucci, ha comunque a Denbinsky, o come cavolo si scrive, fatto cortesemente notare che anche in Texas esiste Stream “dove poter vedere tutte le partite che voglio”. Mentre Stefano Michelini al suo fianco aveva nel frattempo preso sonno e io, sfinito, mi ero già sparato con una pistola d’acqua in bocca: avevo sete, perché non posso? E avevo già cambiato canale arrivando a sciropparmi persino Bonfardeci, o undici o dodici, scegliete pure voi con comodo. Il quale, grazie ai suggerimenti di Mozzarella Pessina, ha scoperto che Manuel Ginobili è un fenomeno capace anche di vincere una partita da solo. Pure contro Portland, battuto 93-80 da San Antonio. E così ho potuto rivedere Messina che sembrava essersi ripreso dall’intervista choc con Edi Denbinski che credo si scriva proprio in questo modo. O mi sbaglio ancora?