Lo voglio proprio vedere il Gallo che rinuncia alla Barilla

gallinari

Arsenio e vecchi ritagli: da dove ricomincio? Ho solo l’imbarazzo della scelta andando a pesca tra gli appunti di un block notes più gonfio del portafogli di Livio Proli. Che non posso più chiamare Livido perché è persino più abbronzato d’Ettore Messina al sole del Texas. Dove – pensa un po’ – gli indiani chiamavano visi pallidi gli uomini bianchi. Del mio paisà mi è piaciuta l’uscita sul Gallo dalle uova ancora più fragili delle sue ossa di cristallo. “Se anche Danilo rinunciasse alla nazionale per gli Europei di settembre, in qualche modo comunque farò: di certo non mi butterò dalla finestra”. E neanche io. Solo Ciccioblack Tranquillo e i suoi sottopancia si potrebbero tagliare le vene. O Peppe Poeta perché non potrebbe più essere suo compagno di stanza. Non so se vi ricordate di Robertino, interpretato da Francesco Paolantoni, che in Mai dire gol era il concorrente di un finto quiz a premi nel quale, dopo l’ennesima risposta sbagliata, domandava lo stesso insistentemente: “Ho vinto qualche cosa?”. Nooo. Ecco pure io a Gallinari, d’azzurro vestito, mi piacerebbe chiedere. “E tu hai vinto qualche cosa dal 2006 a oggi?”. Non mi pare, ma mi potrei sempre sbagliare. Tanto più che di campionati europei il figlio di Vittorio ne ha sinora disputati solo un paio. Quello del 2011: tre sconfitte e due vittorie nella fase a gironi con la Lettonia e Israele di un punto all’overtime. E quello del 2015 a Berlino che costò l’esonero di Simone Pianigiani, l’unico colpevole di un onorevolissimo quinto posto che andò di traverso a Giannino Petrucci e ovviamente a Sky e alla Banda Osiris. E’ vero: il Gallo segnò anche 33 punti alla Turchia, ma – guarda caso – perdemmo pure quella partita. Per cui se dico che è il più grande perdente di successo della storia della nostra pallacanestro magari esagero, e sono forse un po’ birbante, ma nemmeno sparo un’eresia per la quale meriterei d’essere scomunicato. Né cominciano a pensarla molto diversamente da me pure i Nuggets che rischiano di nuovo di non disputare i playoff a vantaggio di Portland che ha vinto nella Western Conference una partita più di Denver. E comunque: applausi a Messina. Che si saprà arrangiare lo stesso. Anche (magari) senza il Mago Bargnani. L’importante è che si ravveda su Pascolo e Polonara. E che la fortuna assista finalmente Pietro Aradori e Gigi Datome, che è il vero leader della nazionale. Quanto a Danilo, tanto meglio se deciderà d’essere dei nostri a Tel Aviv e poi a Istanbul. Dove a settembre la sua presenza sarebbe oltre modo gradita e pure – perché no? – importante, ma non lo pregherei in ginocchio, né ne farei un caso di stato conoscendo soprattutto il tipo che, se va a cena con una top model, raccontano le malelingue che chieda il conto e lo divida per due. Ma a questo non voglio credere pur non escludendo che sia capacissimo di farsi pagare il caffè persino da Dan Peterson o da Giorgio Armani. E quindi fortemente dubito che possa rinunciare a cuor leggero ai soldini di Barilla che lo vuole testimone principale della squadra azzurra ai prossimi Europei. Dai vecchi ritagli potrei pescare anche un po’ d’arsenio per Eric Maynor che con Norvel Pelle (alla guida) hanno avuto un incidente stradale uscendo di discoteca a Milano che erano le quattro e mezza del mattino. L’americano della North Carolina se l’è cavata con il classico colpo della frusta e un bel collare, domani potrebbe anche non giocare a Reggio Emilia, ma non è neanche questo il problema. E’ che, siccome Varese aveva vinto il derby con Cantù a Desio, magari non gli hanno dato nemmeno la multa. Perché, qualora invece lo avesse perso, sarebbe andato direttamente a letto senza cena? E così, se volete, mi potete pure dare del puritano, ma per favore non prendiamoci anche in giro. Come i dubbi sulla riconferma di Repesa che sono venuti persino a Mamma Rosa e forse pure a Livio Proli se li ha addirittura ventilati Vincenzo Di Schiavi. Un po’ di veleno l’avrei invero anche messo da parte per i miei fratelli reyerini se lunedì non sono riusciti a riempire il piccolo Taliercio nemmeno per Venezia-Avellino che valeva il secondo posto in classifica, però mi sembra ancora più ardito sostenere che la permanenza del mio Gelsomino piangente è legata alla conquista di un altro scudetto. Perché sono per caso acqua fresca il cucchiaio di legno vinto dall’Armani in EuroLega e l’ultima sconfitta di 23 punti subita al Forum da Milano con un Kazan che perdeva da dodici match di fila? O forse 8 vittorie su 30 partite non somigliano al 7 su 25 di Cremona e Pesaro in coda alla serie A? Di sicuro Pesaro un’altra partita prima della fine del campionato probabilmente anche la vincerà e allora devo pensare che pure Spiro Leka Lecca sarà per questo comunque riconfermato e che Ario Costa non darà le dimissioni in caso di molto probabile retrocessione della Consultinvest in A2? Brigante e puritano anche sì, ma stupido e ridicolo spero mai.