Sulla pagina di Facebook di Katia Hackett, la cara mamma di Daniel, c’è una bella foto del figlio che a torso nudo, tatuatissimo sotto il sole d’ottobre, sta pescando nel laghetto con la canna: dopo un’estate tempestosa finalmente un autunno sereno. Nonostante l’assurda squalifica e le brutte chiacchiere da cortile. Tanto che quasi quasi lo invito a venire a farmi compagnia sulla riva del fiume dalla quale in verità non mi sono mai mosso dopo lo scudetto di Milano. Daniel pesca e io gli passo i vermi. Che prima o poi qualche pesce grosso anche abbocca. Molte cose avrei da raccontargli. Per esempio del cavallo di battaglia di Nando Marino. Ovvero l’istant replay. Che nella prima giornata di campionato non è funzionato indovinate un po’ su quali campi della serie A? A Roma per un guasto nella facile vittoria della squadra dell’uomo Dalmonte su Caserta (75-62). Capita. Ma è successo anche a Brindisi e, qui, se non vi dispiace, mi scappa ancora da ridere non fosse altro perché il numero uno dell’Enel è anche il presidente della Lega che dell’istant replay, imposto a tutti club, ne aveva fatto una questione di vita o di morte. E d’onore. Dici sul serio? Vi rispondo con una controdomanda: quando mai vi ho raccontato una frottola? Raramente e comunque, se non mi credete, andate pure a leggervi il comunicato federale del 13 ottobre nel quale il giudice sportivo ha ammonito Brindisi, come del resto Roma, “per rilevante irregolarità dell’istant replay”. Ora quale sia stata la rilevante irregolarità commessa non so proprio dirvi e neanche m’incuriosisce saperlo. Resta però il fatto che ultimamente al nostro Marino non riesce una sola ciambella col buco e per questo dovete un’altra volta credermi: giorno dopo giorno il povero Nando, tanto inviso alla stampa milanese e bolognese, nonché romana e esquimese, mi sta diventando sempre più simpatico. Difatti d’ora in avanti, visto che se c’è sulla faccia della terra un erede del Bastian Contrario morto in battaglia, questo non può che essere il sottoscritto, guai a chi mi tocca il Marino che, abbandonato persino dal Livido Proli, suo grande elettore, adesso è sistematicamente attaccato pure da Angelino Costa nel gustoso Overtime del lunedì sul Carlino. Sul quale giusto l’altro giorno ha scritto: “Il numero uno di Lega, casualmente anche presidente di Brindisi, sta studiando il fenomeno Lnp (Lega non pervenuta): vuole imparare come si fa a sparire dai radar in un anno”. Nemmeno io avrei potuto essere stato così cattivo con l’abbronzatissimo leader delle Puglie che negli ultimi quattro mesi – per dire il vero – si è fatto più nemici che amici nel mondo della pallacanestro. Cominciando da Giannino Petrucci al quale non è andato giù che sia stato Marino, e non lui, che ne aveva il sacrosanto diritto, a premiare Giorgio Armani nel giorno della celebrazione al Forum dello scudetto milanese. Per non parlare del divorzio dallo storico e mitico ex patron di Brindisi, il presidente onorario Massimo Ferrarese, che se ne è andato dalla società, che nel 2010 dopo 29 anni aveva riportato nella massima serie, per attriti e incomprensioni proprio con Fernando Marino. Al quale non ha sbattuto la porta in faccia “solo perché uno nasce e muore signore”. In fondo alla Juvecaserta sono contenti delle tre Mini che hanno avuto in accomodato d’uso grazie all’accordo tra la Legabasket e la Mini Italia. E pazienza se Frank Gaines, che è solo alto uno e 91, alla guida della nuova autovettura pareva una giraffa in gabbia con il collo fuori dal finestrino. Sabato per Brindisi-Trento, anticipo della quarta di campionato, funzionerà anche l’istant replay. E Marino sarà felice come una Pasqua. Quando, cioè per allora, il presidente dell’Enel avrà smentito il perfido Angelino Costa e dal radar del basket avrà già fatto sparire da un bel pezzo la Lega. Evviva. Mentre Sassari a Kazan oggi ha preso un altro brutto sberlone (85-62) da Zisis, Jerrell, Langford, l’ex Withe e persino da Sanikidze (col barbone dei mormoni) che a Siena ricordano soprattutto per le gran sbornie che prendeva quasi ogni sera. Mai una buona notizia. E allora sai che ti dico, caro Daniel Hackett? Pensaci almeno tu domani a Monaco con il Bayern a regalare la prima vittoria italiana di quest’anno in EuroLega perché, da solo, neanche Alessandro Gentile, lo Spaccone, ce la può fare. Che poi sulla riva del fiume, seduti pescando, ce la raccontiamo…