Due milioni dal governo per un capriccio di Giannino

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Bisogna che lo ribadisca ancora una volta e subito. Non scrivo su questo blog per piacere agli altri o in particolare a qualcuno. Ma per il mio esclusivo piacere di scrivere. Visto che soldi non ne prendo, non ho sponsor e non sono servo di nessuno. E quindi, se non vi garba come e quel che scrivo, dovete fare semplicemente una cosa: andate pure a leggere i paraculi di mestiere e le puttane di marciapiede. Che io mica m’offendo. Anzi. Se poi una delle libidini della satira è quella d’irretire i potenti che credono d’aver sempre chiusi bene i loro scheletri nell’armadio, ma si sbagliano, e di grosso, sarò sincero: ho solo cominciato a divertirmi avendo per le mani un passepartout che vale più di cento o mille chiavi. No, non mi è andato nulla di traverso. Ve lo giuro. Anche se ho passato una domenica e un lunedì da brividi a letto coi virus che prima hanno attaccato il mio blog e poi, non ancora contenti, se la sono presa con il mio stomaco. Succede. Ma non mi piego. Né indietreggio. Anzi, vado avanti a testa alta per la mia strada. E accelero. Vi piaccia o meno. Dove eravamo dunque rimasti? All’assemblea della Confraternita dell’Osiris che si è tenuta venerdì notte, nella bicocca che s’affaccia sul Lambro, e che vi dico subito è andata deserta. Strano. Perché il gran capo invece pensava che la sala sarebbe stata piena e che il suo intervento d’apertura sarebbe stato accolto dagli applausi come quello di chiusura di Matteo Salvini, acclamato nella piazza rossa di Bologna dalle sue camicie verdi e qualcuna anche nera. Ma che il Gufo con gli occhiali sia riuscito nell’impresa di far fuori Simone Pianigiani francamente non è importato una sega ai suoi fedeli. Anzi. Soprattutto a Gas Gas Trinchieri e a Orate Frates. Ai quali era stata promessa la nazionale maschile e quella femminile. Tanto più che Giannino Petrucci ha fatto tutto da solo e aveva in mente di pugnalare il commissario tecnico sin dalle Idi dello scorso marzo. Quando si è messo in testa che, per essere rieletto presidente della federbasket anche per il prossimo quadriennio (2017-2020), doveva inventarsi qualcosa di davvero molto ma molto stravagante che gli garantisse di finire sulla stampa tutti i giorni, o quasi, da Pasqua a Natale. Chiedendo e ottenendo al massimo l’appoggio della Gazzetta dello sport. Tu quoque, Brute, fili mi. Anche a rischio d’essere citato a giudizio dai dodici apostoli di Nantes ’83, già vicecampioni olimpici a Mosca, tra i quali i più inviperiti erano Dino Meneghin e Pierluigi Marzorati, oltre a Renatone Villalta, Marco Bonamico e Renzo Vecchiato. Ai quali non è mai andata giù che quello che per loro all’epoca era niente più del segretario della nazionale di Sandro Gamba, insomma una sorta di ragionier Filini di fantozziana memoria, come lo chiamava il Principe Rubini, avesse spudoratamente dichiarato che Pianigiani aveva tra le mani l’Italia più forte della storia della nostra pallacanestro. In modo che Simone, con le spalle al muro, fosse costretto a far notare che magari la nazionale di Gamba aveva Marzorati come terzo playmaker, e gli altri due erano Caglieris e Brunamonti, e come pivot Dino Meneghin. Mentre lui avrebbe dovuto arrangiarsi con Cinciarini e Cusin. “No, si deve vincere la medaglia d’oro e andare alle Olimpiadi di Rio”: fu il dictat. Altrimenti? “Fai le valigie e al tuo posto arriva Ettore Messina”. Che poi neanche Giannino credesse molto a quel che andava raccontando in giro, è dimostrato dal fatto che già un mese prima degli Europei di Berlino e Lilla avesse bussato alla porta di Giovanni Malagò, di cui solo tre anni fa aveva detto peste e corna, supplicandolo di mettere una pietra sopra al passato e d’aiutarlo ad organizzare il torneo preolimpico magari a Torino. Ma come? Eccepì il presidente del Coni: hai appena dichiarato che, male che vada, vincerai la medaglia d’argento e adesso mi chiedi di salvare capra e cavoli? “Lascia stare – gli rispose Petrucci in ginocchio – alle stupidaggini che racconto ai giornali. In verità abbiamo un girone di qualificazione terribile con Spagna, Serbia, Turchia e Germania. E il rischio di non arrivare tra le prime sette dell’Europeo è notevole?”. E allora cosa vuoi da me? “Voglio comunque andare a Rio de Janeiro e l’unica maniera per arrivarci è convincere Matteo Renzi a darci qualche soldino per giocare il preolimpico in Italia. Tanto più che Messina mi ha promesso che, pur d’allenare la nazionale, lo farebbe gratis”. Se è per questo anche Boscia Tanjevic. E Pianigiani? A me poi non sembra che sia così male. “So io come farlo fuori. Dirò che non c’è stato feeling, che non è scoccata la scintilla, che non ride mai, che si mette le dita nel naso, che non va a cena coi giornalisti. Insomma qualcosa m’invento”. Il resto della storia lo conoscete anche troppo bene. E qui vi lascio, perché l’ho fatta anch’io troppo lunga, con una domanda: vi sembra proprio il caso che di questi tempi il Governo, grazie all’ultima Legge di Stabilità, debba scucire due milioni di euro come contributo per dare soldi alla Fiba, ospitare la cinque o sei giorni di Torino e soddisfare un capriccio del Giannino, mentre un milione e mezzo di famiglie in Italia non riescono più a pagare l’affitto, le bollette e il mutuo? Rifletteteci pure con calma. Che tanto presto se ne riparla.