Come ti faccio fuori il Presidente delle Rosse in sole 66 ore

Se fossi entrato io così a gamba tesa, e il piede a martello, su Luca di Montezemolo, magari mi avreste sbranato e dato in pasto ai tribunali o ai pescecani. Ma purtroppo non ho la classe, né i danari, né i maglioncini scuri di Sergio Marchionne. E men che meno posseggo l’ironia di Gene Gnocchi. Onde per cui, rannicchiato in un cantuccio, sono stato a guardare in silenzio, come del resto ha fatto oggi la Stampa, che l’ad della Fiat scannasse il presidente della Ferrari (da 23 anni) e lo facesse fuori, prendendo il suo posto, nello spazio di neanche 72 ore. Per la precisione 66. Ovvero dalla 15 di domenica, quando Alonso ha parcheggiato la sua Rossa ai margini del Gran Premio di Monza con il motore in fumo, e le 9 di stamane, minuto più minuto meno, quando un comunicato della Fiat ha ufficializzato il cambio di guida a Maranello che era nell’aria, ma che solo la Repubblica ha dato per certo nella giornata di oggi. Mentre il giornale della famiglia Agnelli, quasi che la faccenda neanche lo riguardasse, ha sbattuto la notizia del faccia a faccia di ieri all’ora di pranzo tra Marchionne e Montezemolo a pagina 37. Sotto Schumi che torna a casa e senza manco una riga di richiamo in prima. E la stessa cosa ha fatto la Gramella, muto come un pesciolino rosso nella boccia dorata. O mi sbaglio? Impara, mi ha subito redarguito la Tigre ben sapendo che sul mio gazzettino quotidiano non ce l’avrei più fatta a star zitto. E difatti adesso parlo. Sono solo pensierini da V elementare. Per carità. Ad altri lascio gli elzeviri. Per esempio a Leo Turrini. Con una erre o con due? Non me lo ricordo mai, anche se un amico mi suggerisce con tre come piacerebbe all’inviato di QN. Punto primo: tutti sono utili ma nessuno è indispensabile. D’accordo, però d’ora in avanti il discorso vale soprattutto per il Marpionne di Dagospia. Il quale nella conferenza-stampa, indetta tra pochi minuti a Maranello, se magari ci volesse anche spiegare dove paga le tasse non sarebbe male. Non fosse altro perché ho letto da qualche parte che il dg della Fiat guadagna quanto 6.400 dei suoi operai, ma secondo Diego Della Valle, amico e socio di Montezemolo, “è un furbetto cosmopolita che dovrebbe cominciare a pagare le sue tasse personali in Italia, dove cioè le pagano i lavoratori della Fiat”. Di sicuro poi, se fosse ancora vivo Gianni Agnelli, tutta questa gazzarra non sarebbe mai neanche iniziata. Così come sono straconvinto che l’Avvocato non avrebbe mai messo nelle condizioni il fedele Luca e il Conte Antonio di dare le dimissioni facendo passare il primo per un povero incapace e il secondo per un terrone depresso. Ma questo è un altro discorso e sapete bene come la penso: dopo il Trap è stato Conte il migliore allenatore che la Juventus abbia mai avuto. E comunque vi tranquillizzo: stanotte dormirò lo stesso. Anche perché Montezemolo non rimarrà senza lavoro: lo aspetta infatti la poltrona di presidente di Alitalia. E, non bastasse, ha davanti a sé una lunga e ricca vecchiaia se, come sostiene il Sole 24 Ore che gli ha fatto i conti in tasca, la sua liquidazione ammonterebbe a circa 14 milioni da incassare nei prossimi vent’anni.