Clamoroso: Capobianco dice no a Proli e Abass alla Reyer

ABASS

E’ una giornata di nuovo calda la prima di quest’estate che Barbanera prevede invece molto piovosa soprattutto in montagna. E così, per associazione d’idee, accendendo l’aria condizionata, che fa malissimo, peggio di una diretta della nazionale di basket su Sky che ti scassa i timpani, ho pensato al mio caro Ciccioblack che va matto per il fondente nero-nero della Novi, lo sponsor di Casale Monferrato, e al libro che sta ultimando di scrivere sul nero di Siena nel quale s’impasticciò anche lui così tanto che da allora, e sono passati ormai quattordici anni, non si dà più pace e dorme poco o niente. Eppure è sempre largo e tondo, mentre dovrebbe essere un chiodo. La verità è che, soffrendo d’insonnia, ogni notte si divora almeno un paio di partite della Nba e poi, non ancora sazio, svuota il frigorifero (sino a sentire l’eco) riempiendosi la pancia con tutte le più grandi porcherie di questa terra che solo gli americani degli States riescono a ingurgitare assieme a litri e litri di Coca Cola ipocritamente Zero, ovvero senza zucchero e basso contenuto calorico. Neanch’io, ad essere schietto, non sono sempre sincero con me stesso e per esempio, dopo tre belle fette di torte al cioccolato, prendo un caffè con una bustina di Dietor pensando così di far pace con il diabete che invece, prima o poi, mi presenterà il conto. E comunque bisogna che un giorno o l’altro qualcuno anche mi spieghi, visto che con Tranquillo non ci parlo da lustri, la ragione per cui Ciccioblack con tutte le storie che ci può raccontare sulla decadenza della Banda Osiris, di cui è stato il gran burattinaio, e le baruffe che ultimamente hanno diviso quella gabbia di sapientoni in tanti serpentelli solitari, si ostini invece a voler mettere il naso su fatti e (presunti) misfatti commessi in merito all’inchiesta Time Out che sono molto più grandi di lui e sui quali semmai si pronuncerà il tribunale a metà del prossimo mese. In fondo illo tempore ha già confessato sul suo blog “d’aver percepito in un’occasione un compenso in nero per un lavoro regolarmente svolto, la presentazione pubblica della Mens Sana… Ora, crediateci (!) o meno, io in quel settembre 2004 non mi rendevo conto di commettere un’illegalità”. Stento a crederlo, ma va bene lo stesso. In fondo anche l’ex ministro Claudio Scajola ha sempre sostenuto che “a sua insaputa” gli avevano regalato un attico a Roma con vista sul Colosseo e l’hanno pure assolto. Piuttosto, rileggendoti, caro Ciccio, poi diventato Ciccioblack, non ti sembra che il tuo italiano sia un po’ stenterello. No, vero? Ed infatti è molto probabile che sia di nuovo io che mi sbaglio. Però hai anche scritto: “Oggi non lo rifarei, ma l’ho fatto. E mi è capitato di farlo in un altro paio d’occasioni, non a Siena”. Ecco, sono due anni e mezzo ormai che aspetto davanti al portone, come canta Gianni Morandi, ma non mi hai ancora raccontato dove e quando hai beccato dell’altro nero. O aspetti pure qui la prescrizione per lavarti la coscienza? Se invece stai indagando, come mi dicono, per sapere se anch’io ho preso da Messer Ferdinando Minucci dei compensi in nero, tranquillizzati, caro Tranquillo: mi spiace per te, ma io al massimo non pretendo che mi diano lo scontrino per un caffè col Dietor al bar sotto casa. E adesso vai con il mercato prima che lo trovi chiuso come succede tutti i santi giorni a Mario Canfora (C10H16O) così poi deve inventarsi le cose. L’altro giorno infatti aveva dato in esclusiva la notizia di “Capobianco vice di Pianigiani” che chissà mai chi gliela aveva soffiata ad un orecchio se non il buon Giannino Petrucci che è sempre molto premuroso con i figli di Mamma Rosa. Ebbene sapete invece com’è andata a finire? Semplicemente Andrea Capobianco ha ringraziato Livio Proli, ma gli ha risposto che lui sta bene in Federazione e che per questo non aveva motivo di lasciarla dopo otto anni. Tanto più che non aveva capito cosa ci andasse bene a fare all’Armani se non doveva essere il primo assistente di Simone Pianigiani. Milano campione d’Italia, ma anche cuore delle trattative. Per esempio stamattina Proli ha incontrato Vittorio Gallinari, il padre del Gallo, e Andrea Forti che sono gli agenti di Awudu Abass, Simone Fontecchio e Bruno Cerella. Fumata bianca. Nel senso che il presidente dell’Olimpia ha confermato le decisioni prese nei giorni scorsi insieme al suo allenatore. E cioè che dei tre solo Fontecchio potrebbe restare a patto che poi durante la stagione si risparmi le sceneggiate che ha messo in piedi quest’inverno per tuffarsi tra le braccia di MaraMeo Sacchetti a Cremona. Dove per la verità ha perso un anno. E, se non proprio un anno, senz’altro del tempo prezioso per crescere e migliorare. Cerella invece, legato alle scarpette rosse ancora da contratto, non tornerà a casa come Lassie e, se vuol rimanere a Venezia, non ci saranno problemi per mettersi d’accordo tra due società che si vogliono un sacco di bene. Però lo vorrebbero anche la Sidigas e Pesaro. Infine Abass che vuole giocare e per questo non è stato convinto da Casarin e De Raffaele ad andare alla Reyer in cui sarebbe stato chiuso da Bramos e pure dal neoacquisto Deron Washington. Né ha accettato l’offerta della Virtus e di Avellino. E allora? Dovrà accontentarsi di Torino e Trento. Sperando che almeno scelga Fred Buscaglia. Altrimenti tanto valeva che vincesse un altro scudetto con l’Armani.