Come son contento che Berruto si sia tolto dai piedi

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Luglio, col bene che ti voglio, vedrai non finirai. E invece dopodomani sarà già agosto. Il tempo vola. A chi lo dite? Mi sembra ieri che con la cinquecento blu pagavo il pedaggio dell’autostrada Mestre-Padova ben cento lire. Che allora mi sembravano tante per venti chilometri a 90 all’ora. Col piede pigiato sull’acceleratore e, per non prendere vento, ovviamente con il tettuccio (di tela) chiuso. Oggi invece per abbonarti alla Reyer bisogna come minimo aver studiato economia e commercio a Ca’ Foscari e forse nemmeno basta ancora: andrebbe meglio una laurea a Cambridge. Difatti ti offrono ben 35 probabilità d’abbonamento e un libretto di 35 pagine per studiarle tutte. Così alla fine uno non ci capisce più niente. E si compra di volta in volta il biglietto. Se lo trova. Altrimenti si guarda più comodamente la partita in televisione. Però si perde lo show di Luigi Brugnaro. Che non sta fermo un secondo. Manda a quel paese l’arbitro e spesso anche il suo allenatore. Ed è uno spettacolo unico al mondo. L’altro giorno il sindaco di Venezia si è esibito anche a Favaro Veneto rispondendo per le rime, e ovviamente in dialetto, ad un cinque stelle che lo contestava: “Mi so sta democraticamente eletto e ti te a magni. Sta sito e va fora”. Ossia: mi spiace molto che tu non mi abbia votato, ma io comunque ti offro lo stesso un pranzo o una cena da Cipriani. A patto che stai zitto e poi ti togli dalle scatole”. Cartellino rosso insomma. A chi? Scegliete pure voi. Del resto se uno spera e pensa d’avere consensi da tutti, diventa matto. Prendete per esempio Mauro Berruto, il commissario tecnico (cittì) della nazionale di pallavolo maschile, ormai ex, dal momento che giusto ieri si è dimesso. Piaceva a mezza Italia perché non ha mai nascosto insistentemente d’amare il Toro e d’odiare la Juventus. Come del resto la Gramella (Massimo Gramellini) e Gigi Garanzini (La Stampa), Marinella Marianella (Sky) e Emanuele Gamba (La Repubblica). O kappa, niente da dire: ad ognuno piace il gusto di gelato che vuole. Però non potete adesso rimproverarmi se vado controcorrente e vi confesso che mi ha fatto un immenso piacere che si sia tolto dai piedi. La ragione? Semplicemente è un granatina. Anche se con lui gli azzurri del volley hanno conquistato a Londra la medaglia di bronzo olimpica. E allora? Berruto poteva benissimo vincere l’oro e chiudere un occhio se Travica, Zaytsev, Sabbi e Randazzo due settimane fa si sono concessi una notte brava. In fondo tutti siamo stati ragazzi. E un paio di caipirinhas sulla spiaggia di Ipanema non se le nega neanche un astemio di San Pietro in Volta o di Crea, comune di Spinea. Sarebbe bastata una multa molto pesante. E invece li ha rispediti in patria. Ma so bene come sono fatti quelli del Toro: per una volta che battono in dieci anni la Juve, le tirano dietro pietre e sassi. E uova marce. E i loro amici giornalisti anche se la godono. Tenendo democraticamente la bocca chiusa.