Dal tabaccaio in piazza ho comprato un pugno di caramelle gommose, verdi e dallo strano sapore. E le ho nascoste in fondo al cassetto. Nella busta degli occhiali. Temendo che le trovasse lo Zio Aurelio. Che me le avrebbe mangiate tutte. O, peggio, mio nipote di sette anni e otto scudetti che è di un goloso pazzesco. Me ne aveva offerta una Michele. Ridendo di gusto mentre la scartavo. Ma solo adesso ho capito il motivo. Sono caramelle alla cannabis. Al cento per cento legali. Come le piantine di marijuana in vendita ora anche in Italia in oltre seicento negozi ad un prezzo variabile tra i venti e i trenta euro a seconda della grandezza. Una caramella di Cannabidiol (nella foto) costa invece cinquanta centesimi. Poco più di una sigaretta. E fa senz’altro meno male. E’ assodato. “Le volpi e l’Iva” è un titolo di prima pagina di Repubblica del passato giovedì santo che a me è sembrato molto carino. Anche se mi è venuto il dubbio che Salvini, Di Maio e i loro seguaci l’abbiano capito. Ma non importa. Lega e 5Stelle contro il ministro Tria. Che Crozza imita benissimo. “Impediremo l’aumento della tassa” hanno sbraitato insieme. Per una volta d’amore e d’accordo. Peccato che servano 23 miliardi di euro. Che non sono bruscolini e che erano, per capirci, 46mila miliardi di lire. Pure Massimo Gramellini ogni dieci Caffè ne indovina uno di buono. Come gli Insopportabili. “Salvini vuole licenziare la Raggi, la sindaca intercettata. Salvini e Di Maio vorrebbero licenziare Tria, che non è intercettato né indagato, ma è parecchio scoraggiato. Tria vorrebbe licenziarsi e andare in pellegrinaggio in India, a condizione di non trovarci Di Battista. Di Battista, prima di partire per l’India, vorrebbe licenziare Salvini, e lo dice, ma pure Di Maio, anche se non lo dice. Nemmeno a Conte, che nessuno si sogna di licenziare, per la semplice ragione che forse si sono dimenticati d’averlo assunto. Quanto a Giorgetti, a occhio il più serio della compagnia, se fosse per lui licenzierebbe tutti. Nessuno sopporta nessuno, eppure si supportano a vicenda”. Un gran bel pasticcio. Come cercavo di spiegarvi. Con parole mie, meno eleganza e più impazienza. La politica mi ha stomacato del resto al pari della pallacanestro: lo avrà capito persino lo Zio Aurelio De Laurentiis. Che non mi è mai sembrato un fulmine di guerra, ma un fulminato (e sgradevole) padrone del vapore. Come Papà Urbano Cairo che a Giuseppe Cruciani ha urlato dietro per ben tre volte “capra”. Scimmiottando (male) Vittorio Sgarbi. “Dicci almeno qualcosa dell’ultimo libro del tuo amico Ciccioblack Tranquillo” mi stanno supplicando in ginocchio. Sono stato il primo in verità ad averne dato l’annuncio sette o otto mesi fa cercando invano di scoraggiarlo. E non ho altro per il momento da aggiungere se non che non ho mai visto fare tanta pubblicità ad un mattone scritto dal massone dei massoni della celebre Banda Osiris. Il titolo del mio Scacciapensieri d’oggi ve l’ho già dato ieri: “Ancelotti come Berlusconi: non può essere processato”. O almeno così pare. Il suo Napoli infatti è stato eliminato dal piccolo Milan di Gattuso in Coppa Italia. Giovedì è stato buttato fuori anche dall’Arsenal in EuroLeague perdendo all’andata e al ritorno senza neanche segnare una rete per sbaglio. In campionato ha 67 punti contro gli 81 dell’anno scorso al 33esima giornata con Sarri poi ripudiato da De Lamentiis. E nessuno gli dice niente. Anzi. Tutti lo coccolano e lo trattano come un santo. Al quale però non riescono i miracoli. A domani con questo titolo che vi anticipo: “Il peggio del peggio: lo juventino che detesta la Juve di Allegri“.