Un tè col latte basta e avanza per rovinarti la bella vacanza

A certe cose non credo, però è bastato che facessi quel nome (e cognome) perché con il gomito urtassi involontariamente la tazza e il tè col latte (freddo e molto zuccherato) si rovesciasse sulla tastiera del personal computer e il pc cessasse di vivere. Ho provato anche a rianimarlo, ma non c’è stato proprio nulla da fare. Tutto questo è successo giovedì. Ero in attesa della sentenza per Daniel Hackett o, meglio, volevo vedere a quale grado di perfidia potesse arrivare la vendetta di Giannino Petrucci: cinque, dieci o sessantasette mesi di squalifica per aver rubato al mercato di Trieste una mela e mandato a quel paese l’intera Gazzetta dello sport che, detto tra noi, se lo strameritava. Già, ma dove eravamo rimasti? Per la verità non mi ero mai mosso dall’Isola dei conigli, nell’arcipelago delle Pelagie, dove si sta da papi e dove non s’era mai vista tanta gente come quest’estate. C’era l’Osiris Band che provava e riprovava la sigla del prossimo show, Chissà chi lo sa?, che sarà trasmesso in prima serata da TeleGiannina, la tivù della Federbasket che è costata già tre volte quanto la partecipazione della nazionale ai Mondiali di Spagna ai quali Petrucci non l’ha voluta iscrivere per problemi di bilancio, dice lui, o forse per problemi tutti suoi, come penso io. Ma non importa. La sigla del primo telequiz a premi della storia della pallacanestro doveva essere e sarà, poi vi spiegherò perché, NunTereggaepiù di Rino Gaetano. Ovviamente riveduta e corretta in NunVereggaepiù di Claudio Pea. Anche perché il pci è morto come la dc e il pri. E neanche ci sono più l’avvocato Agnelli Umberto Agnelli Susanna Agnelli Gianni Brera Bearzot Villaggio Mike Bongiorno. E allora vai col nuovo stacchetto: sulla spiaggia di capocotta, Cartier Cardin Gucci, il quindici diciotto, il prosciutto cotto, Tranquillo Bassani, il sessantotto, la pitrentotto, Andrea Agnelli Marotta Rizzitelli, nunvereggaepiù, Vitali che la passa a Belinelli, onorevole eccellenza cavaliere senatore, nobildonna emittenza monsignore, son tutti in galera, nunvereggae più, dribbla Cenci che la dà a Balotelli, Berlusconi Mastella, Galan Monti Pirelli, Turini o Turrini, Gianni Petrucci, Cortina Bigoni, nunvereggaepiù. Poi però Daniel Hackett aveva mandato a quel paese la Gazzetta dello sport, avendone tutte le ragioni del mondo, ed era diventato il mio unico, indiscusso e intoccabile idolo. Onde per cui la sigla di Chissà chi lo sa?, prossimamente su questo schermo in diretta dall’Isola dei conigli, tutti vestiti di rosa, potrebbe esser stata invece Vaffanculo di Marco Masini. Ed è qui, appena nominato, lo giuro, che il pc si è bevuto tutto il mio tè con il latte (freddo) e due cucchiaini, forse anche tre, di zucchero. Gradendolo moltissimo. Al contrario di me che, mannaggia a te, ho dovuto precipitevolissimevolmente interrompere la bella vacanza nell’Isola dei conigli per rientrare di corsa in città ed acquistare alla modica cifra di 600 euro, Iva esclusa, un nuovo personal computer. Ecco allora che vi ho spiegato il perché all’improvviso dei miei ultimi quattro giorni di silenzio stampa con voi, dopo aver salvato il salvabile, cioè poco o niente, ma non mollo: ci vuole ben altro per tapparmi la bocca e chiudere questo blog che, grazie a voi, sta avendo un impensabile e vasto successo. E comunque non tutti i mali vengono per nuocere come diceva la cara nonna. Difatti ho imparato: 1. che non si beve mai nulla quando si è al computer, piuttosto si muore di sete; 2. che non si lascia mai la strada vecchia per la nuova, ovvero che NunVereggaepiù andava benissimo come sigla di Chissà chi lo sa? e non andava cambiata per nessuna ragione al mondo; 3. che se uno è Innominabile vorrà pur dire qualcosa. O no? Anche se continui a non crederci, però… (Hackett 3 – continua)