Un bel calcio sul sedere a Tavecchio: questo s’ha da fare

venturaCi siete rimasti male? Per la verità anch’io. Che pure ero stato un anno fa Cassandra con gli spavaldi troiani di Ventura. E vi sembra ancora incredibile: eliminati dalla Svezia? Non ci posso credere. Vi capisco. E vi vedo: prendereste per il bavero il primo che vi capita a tiro. Tutti con la verità in tasca e tutti pronti a sparare nel mucchio. Provo a consolarvi: cosa ci saremmo poi andati a fare al Mondiale con Parolo e Gabbiadini? Ve l’avevo chiesto anche ieri e non avevo ricevuto mezza risposta di rimando. Tanto in Russia noi c’andiamo comunque: questo lo pensavate tutti e ho finito scioccamente per pensarlo pure io. Mentre ora non c’è più niente che possa in qualche modo alleviare il vostro immenso dolore: adesso chiedete la testa del cittì e non volete sentire altra ragione. Il processo è stato sommario e avete fretta che gli mettano un cappio al collo. Ventura si è dimesso: ha annunciato cinicamente ieri sera Marino Bartoletti da Fazio neanche mezzora dopo il disastro con la Svezia. Non era vero niente, guarda caso, però almeno gli italiani avrebbero preso sonno non dico felici, ma se non altro in parte appagati dalla notizia del giornalista consumato e furbetto che, quando ride sotto i baffi, sembra la iena che è. Ma sarebbero stati completamente sazi soltanto se anche Tavecchio avesse detto “tolgo il disturbo”. Come non succederà né oggi, né domani, né quando mai. Del resto non l’ho votato io presidente del calcio nella Repubblica delle banane e delle zucche vuote, ma quella che voi chiamate la base. Cioè i dilettanti. Un gregge di pecore che fanno sempre tutto quello che vuole il padrone. Che ha l’appoggio anche di Claudio Lotito, un altro di buono e solo perché (per il momento) tiene il passo dell’insopportabile Juve in campionato. Un italiano su due ha visto ieri sera lo strazio di San Siro in televisione. Gabbiadini in nazionale: questa è la vera tragedia. E pensare che dall’altra parte c’era anche l’imperdibile Grande Fratello Vip. Con la moglie di Francesco Totti, Alfonso Signorini e il suo ex moroso Cristiano Malgioglio. Eppure sono stati ben quindici milioni invece i compatrioti disperatamente incollati a Raiuno e tutti d’accordo, sin prima del fischio d’inizio, che Giampi Ventura aveva sbagliato per l’ennesima volta formazione e modulo di gioco. Ma come si fa a non far giocare Insigne tra tanti bisonti ciechi? Già, come si fa? Anche se Insegne non è Rivera. E neanche Mazzola. Intendiamoci. E come aveva potuto Ventura solamente pensare d’affrontare la Spagna con un presuntuoso 4-2-4? Robe da matti. Così come, dopo il novantesimo più cinque angoscianti minuti di recupero, non c’è stato un italiano su quindici milioni che non sia saltato in piedi urlando sulla seggiola che lui l’aveva sempre detto che quello non era adatto a fare il commissario tecnico della nazionale, ma al massimo il salumiere sulla Riviera di Ponente o di Levante. Scelga pure. Okay, si è un po’ esagerato a caldo, ma anche a freddo è tutto molto vero. E comunque in fondo cambia poco se Ventura non se ne è andato subito o se lo farà domani. Basterà dargli i soldi che avanza. Avendo un contratto ancora in essere d’altri 800 mila euro sino al giugno prossimo e non sino all’estate del 2020. Perché per fortuna una clausola di questo prevedeva il divorzio consensuale del genovese dalla Federcalcio nel caso in cui gli azzurri non si fossero qualificati per i Mondiali di Russia. E arriverà anche Carletto Ancelotti che piace all’Italia intera perché, dovunque ha allenato, ha fatto felici tutti. La Lazio e la Roma per esempio quando ad inizio millennio era alla guida della Juve di Zidane, Del Piero e Trezeguet. E lo scudetto lo vinsero le due capitoline: prima l’una e poi l’altra. Ma più urgente è piuttosto che si trovi subito il modo di far fuori in qualche modo Carlo Tavecchio. Che dopo Conte ha avuto la sventura di scegliere Ventura. Anche se per la verità gli aveva in un primo momento affiancato Marcello Lippi. Non è invece proprio tutto da rifare nel nostro calcio come brontolava il grande Gino Bartali. Questo lasciatelo dire oggi agli ignoranti di mestiere o ai politici di cinque stelle, agli sfascisti della politica o a Matteo Salvini che non ha perso occasione per essere il solito opportunista sciacallo: “Troppi stranieri in campo”. Perché in Germania giocano solo i tedeschi? Così come non si può essere guerrafondai come il Tempo che ha sparato in prima a tutta pagina la foto di un contadino che vanga la terra accompagnandola con un titolaccio da curva ultrà: sud o nord dell’Olimpico, fa lo stesso. “Andate a lavorare” e un catenaccio tragico: “Mondiali di calcio addio: dopo 60 anni l’Italia a casa. Vergogna”. E il punto esclamativo? Almeno quello il direttore Gian Marco Chiocci ce l’ha risparmiato. Facendo contento Gianni Mura che nel suo incipit ha detto in tre righe tutto: “Niente da fare. Niente Russia. Più dolorosa che clamorosa questa eliminazione. Parlano le lacrime di Buffon”. Che erano sincere e non come le mie magari di coccodrillo.