Tempi duri per il povero Sarri: è un comunista

Aggiornato di recente2

Trentatré righe al giorno. Come gli scudetti della Juventus. O quasi. E’ un impegno che mi prendo da qui a Pasqua. Poi vedremo. Trentatré righe: non una di più, non una di meno. Ogni giorno. Anche per togliersi il medico di torno. E non dovergli sempre ripetere “trentatré”. Ascoltando un trentatré giri di Fiorella Mannoia e canticchiando insieme a lei “il cielo d’Irlanda è un oceano di nuvole e luce”. Ma anche un tappeto che corre veloce. Trentatrè come il numero di maglia di Larry Bird e Scottie Pippen, il bianco e il nero del Dream Team di Barcellona 92, la più grande squadra di tutti i tempi. E io fortunatamente c’ero. Trentatré come gli anni di Cristo che morì in croce e che, se fosse nato oggi, sarebbe considerato un comunista dagli ipocriti e farisei del tempio della Santanchè e Belpietro. Trentatré, sempre con l’accento, mi raccomando, come le lettere della alfabeto cirillico di cui non ho mai capito un picchio. Trentatré come i trentini che entrarono a Trento tutti e trentatré trotterellando. Trentatré come i canti dell’Inferno. Nel quale manderò presto chi so io. Assieme ai suoi trentadue compagni di merende. Trentatré come il numero atomico dell’arsenio (As), ma qui il discorso si fa troppo complesso. Più semplice è ricordare che 33 sono gli stessi punti raccolti a tutt’oggi dal Borussia Dortmund di Klopp in Bundesliga e dall’Empoli di Sarri in serie A. Lo so anch’io che il Borussia è più forte dell’Empoli, ma senza i paradossi sarei un uomo morto e un giornalista uguale ad altri mille. Magari molto più bravi, però tutti piatti come sogliole. A proposito di Maurizio Sarri, mi ero perso un’intervista al “Fatto Quotidiano” nella quale il bravo tecnico, che a Monte San Savino si meritò – guarda caso – il nome di Mister 33 (schemi), non ha nascosto la sua simpatia per Maurizio Landini e il suo inequivocabile dissenso a Matteo Renzi: “Mio nonno era partigiano e mio papà operaio: come posso votare uno che fa le stesse cose di Berlusconi e che ha distrutto l’articolo 18?”. Si può essere o meno d’accordo con lui. Certo è che Sarri, in corsa – dicunt – con Mihajlovic, Montella e Conte per succedere il prossimo anno a SuperPippa Inzaghi, non sarà mai l’allenatore del Milan. Per una ragione molto semplice: è comunista. Già Berlusconi non poteva vedere Allegri solo perché era di Livorno. Neanche a Livorno tutti votassero Pd e il sindaco non fosse un 5 Stelle. Figuriamoci se si tira in casa Sarri che è più a sinistra di Zaccheroni, Prodi e Travaglio. Eccoci, sono trentatré righe esatte.