Occhio Venexia: gioca Sutton e Trento ci spera ancora

sutton

Quanti gradi sono oggi a Trento? Ovviamente trentatré come i trentatré trentini che andarono a Trento tutti e trentatré trotterellando. Battutaccia. Umidità al duecento per cento, ma non si sogna ancora di piovere. E così ho dormito con la portafinestra spalancata sul giardino e i frutteti. E non hai paura dell’orso? Neanche un po’. A Rovereto dal Rolando ho comprato lo spray al pepe che funziona anche contro i lupi. Voglio crederci. Certo è che, se nella notte mi entra in camera un orso in cerca di miele, non so se avrò il sangue freddo di prendere il flaconcino dal comò e di spruzzarglielo negli occhi prima che quello mi molli una carezza. E ha poco da garantirmi Rolando che dai tre quattro metri lo spray è fortemente aggressivo e non sbaglia un colpo. Persino a Aaron Craft, quando sono venute meno le forze, è capitato nel finale di gara 3 di sbagliare un paio di canestri che anche Andrea Bernardi, nipote del grande Lollo, avrebbe segnato a occhi bendati. Mi sbaglierò, ma i giornali nazionali stanno tentando di sgonfiare queste partite di finale scudetto con tutte le loro forze. Vuoi perché non c’è Milano. Vuoi perché si gioca ad orari indecenti: stasera alle 21 e quindici. Vuoi perché tutti danno ormai per tricolore Venezia e tutta Italia, compreso più di qualche vecchio mestrino, tifava sino a mercoledì per Trento. E non venite da me a dire che non è vero perché vi smentisco subito con il numero delle righe che i quotidiani politici hanno dedicato oggi all’evento: quattro la Repubblica, otto il Corriere della sera, dieci la Stampa che si è sprecata. E il Giornale? Mi dicono zero, ma non posso confermarvelo perché non l’ho più comprato da quando se ne è andato Cilindro Montanelli sbattendo la porta in faccia ai fratelli Berlusconi. D’accordo, molto spazio l’ha portato via la rinuncia di Ettore Messina alla nazionale dopo gli Europei di settembre. Ma ugualmente vedrete se mi sarò sbagliato quando domani conterete le righe che gli inviati e i corrispondenti scriveranno sui giornali sopra citati: trentatré sarebbero già grasso che cola. E questo perché? Perché la quarta finale scudetto non finirà prima delle 23. Come del resto Italia-Lichtenstein del pallone o la partita del cuore. E allora? Inventavene un’altra che magari anche vi credo. Però adesso mi avete fatto proprio arrabbiare e così sapete cosa vi dico? Che potete tutti morire. Come temete. Perché esistono i blog che non hanno orari e che vi possono sempre raccontare, anche meglio di voi, Trento-Venezia per tutta la notte nei minimi particolari. E poi c’è la televisione con la diretta su Raidue. Che non farà meno di un milione di contatti. Dal momento che solo nel Triveneto grande è l’attesa e il nostro povero basket per una sera non sarà visto da quattro gatti spelacchiati, ma da famiglie intere. Le quali si potrebbero pure appassionare per questo sport popolare e bellissimo dietro al quale qualche povero cretino come il sottoscritto ha perso anche la vita. In più sarà della partita Dominique Sutton e quindi non è detto che la Reyer vincerà domenica lo scudetto, ma magari tra quattro giorni o sei. Ora non è che Sutton possa oggi giocare più di sette o otto minuti. Anche se lui ferocemente spererebbe addirittura un quarto d’ora. Però anche cinque o sei sarebbero comunque sempre meglio di niente per una Dolomiti Energia che ha gli uomini contati e le forze al lumicino, ma che non ha ancora sventolato bandiera bianca perché ha dentro una voglia pazzesca di battere di nuovo la Reyer almeno una volta. Quanto a Ettore Messina, che possiamo già chiamare ex cittì, non me ne voglia, e so che con me ha la pazienza di Giobbe, non se ne poteva stare ancora qualche giorno in California e aspettare la fine dei playoff bianchi rossi e verdi per annunciare a Petrucci che non avrebbe più potuto allenare gli azzurri da metà settembre in avanti? Chi gli correva dietro? E perché tanta fretta? Tanto più che Giannino era Praga per gli Europei femminili, dove l’Italia ha strapazzato oggi nell’esordio la Bielorussia: 20 punti della veneziana Giorgia (come mia figlia) Sottana 20 e 18 della pavese Cecilia Zandalasini che ve l’avevo detto: è un vero fenomeno. Oltretutto il presidente federale avrebbe risparmiato tempo e danaro al telefonino per dettare a C10H16O il pezzo sulla Gazzetta. Dal quale candidamente traspare che il mite Pino Sacripantibus è stato fatto fuori e che l’erede di Messina in nazionale sarà Sasha Djordjevic, molto amato dalla Banda Osiris. E io, che speravo ancora in Boscia Tanjevic, ero il solito inguaribile povero illuso?