Sui giornali c’è di tutto: anche la mappa delle cacche

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Tutte le mattine, intorno alle sette, il giornalaio dell’edicola di Riviera XX settembre m’infila i quotidiani e le riviste sotto al portone di casa. Poi ogni fine mese passo da lui e con un assegnino saldo il conto. Leggere i giornali a letto con due cuscini dietro la schiena, sorseggiando il caffellatte ancora caldo, è uno di quei piaceri ai quali non riuscirei più a rinunciare per nessuna ragione al mondo. Non lo nego: sono molto viziato. E il vizietto non mi costa neanche poco. Diciamo più o meno 50 barra 60 euro a settimana. Senza contare le parole crociate per la Tigre e le figurine della raccolta dei calciatori per i nipoti. Ora il nuovo album della Panini è grosso ben 130 pagine e dunque, se vuoi completarlo prima che la Juve vinca il quinto scudetto consecutivo, due o tre bustine al giorno neanche bastano. Ce l’ho, mi manca. Son tornati i tempi belli dell’introvabile Pizzaballa, mitico portiere dell’Atalanta dell’inizio anni ’60. Dovevo diventare vecchio per riviverli con Dodo e Rocco. Il quale giusto ieri mi ha domandato: “Ma perché, nonno, non c’è la figurina di Daniele Rugani?”. Dovresti chiederlo a Max Allegri, gli ho risposto e non sono andato oltre perché il discorso sarebbe stato troppo lungo e difficile da capire per un ricciolino di soli quattro anni e mezzo. Anche se molto sveglio e intelligente. Tutte le mattine sfoglio quattro cinque giornali. Per primo il Gazzettino cominciando dalla pagina dei morti. Che di solito è la penultima. E poi? Poi passo direttamente alla Gazzetta dello sport. Non è proprio così, ma la boutade mi piaceva e l’ho scritta. In verità anche ieri nell’inserto di Venezia ho trovato un’interessantissima e imperdibile quinta pagina che ho ritagliato e chiusa in un cassetto per rileggerla oggi insieme a voi. Magari dopo mezzogiorno. O, ancora meglio, lontano dai pasti. “Cani, ecco le zone a rischio cacche” era il titolo a cinque colonne. Le zone più colpite sarebbero Saccafisola e il parco giochi della Giudecca. Seguono San Pietro di Castello (vicinanze approdo) e Campo Rotto (tra calle Catapan e Calle Correra). Ma anche Viale Garibaldi e Riva degli Schiavoni non scherzano. E comunque il Gazzettino di Roberto Papetti vi fornisce anche la mappa dettagliata e completa delle aree del centro storico dove è più facile “imbattersi in deiezioni animali” ma anche “in escrementi umani” nelle callette più sconte (nascoste). Come ha rivelato in una lunga lettera una piccata lettrice che rispondeva per le rime al disperato appello di un suo concittadino che aveva nei giorni scorsi supplicato Napoleone Brugnaro di bandire i cani da Venezia. Né poteva mancare un fondino ad hoc nel quale non si è persa l’occasione per accusare il sindaco d’aver fatto poco o nulla per risolvere la grana. Per mia fortuna abito in campagna, a Mestre, e quindi per me il problema è secondario. O quasi. Né ho cani. In compenso ne hanno tre i miei fratelli con i quali divido il cortile di famiglia. E quindi, se volete, anch’io potrei (o forse dovrei?) in una mappa indicarvi i punti dove il rischio d’imbrattarmi le scarpe è più elevato. Per esempio tra la grande magnolia e il porticato delle auto. E sentiste la puzza?