Stefania e Amos: nasce dal curling il primo sogno olimpico

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Il Giorno del Presidente nel primo pomeriggio di Raiuno mi ha emozionato: non lo nascondo. E non perché sono ormai un povero vecchio che si commuove facilmente o va matto per Sergio Mattarella. La cui rielezione in verità non mi ha entusiasmato più di tanto. Ma perché dopo un bel po’ di tempo ho provato un sentimento che credevo si fosse ormai definitivamente allontanato dal mio cuore: l’orgoglio d’essere italiano. Le campane di Montecitorio che tornano a suonare felici, le frecce tricolori che sfrecciano sopra l’Altare della Patria, ventun colpi di cannone sparati dal Gianicolo nell’azzurro cielo di una Roma bellissima, i reparti d’onore stretti nelle loro magnifiche divise di tutti i colori, la Lancia Flaminia 355 decapottabile che dal 1960 accompagna il nostro capo dello Stato per le strade della capitale e non fa caso alle buche. E poi Briciola, il cagnolino mascotte dei corazzieri a cavallo, che sul tappeto rosso fa festa al presidente per il suo ritorno al Colle che evidentemente nemmeno lui s’immaginava possibile. Un paio d’ore senza Sanremo e Amadeus tra le palle. Solo due purtroppo. Prima che Alberto Matano riprenda la parola sulla rete ammiraglia della tivù di Stato e si esalti per gli 11 milioni e 320 mila telespettatori della seconda serata del Festival assieme a Cristiano Malgioglio che nella Vita in diretta c’entra come i cavoli a merenda, ma, per incrementare gli ascolti, si fa questo e ben altro. Anche soffiare sul fuoco di una lite improvvisata tra lo stesso Malgioglio e Orietta Berti per una squallida storia di cento dollari che la cantante dice d’avanzare dal paroliere che le soffiò in una boutique di Beverly Hills un paio di giarrettiere che non le avrebbe mai pagato. Fin che la barca va, lasciala andare. E chi l’ha detto? Io invece sono smontato e sono subito saltato su Eurosport. E anche stasera non guarderò Sanremo nemmeno per un minuto secondo come mi ero ripromesso di fare e mi pare d’esserci tranquillamente riuscito. Dal momento che ora sono alla testiera del pc, la televisione è spenta e sto buttando giù il pezzo che uscirà a mezzanotte e dintorni sul mio sito e domattina in replica pure su Facebook. Veramente avrei ancora da vedere on demand su Eurosport Player il recupero tra la Treviso di Max Chef Menetti e la Trieste di Franco Ciani che vale parecchio nella corsa ai playoff, mentre ho dovuto abbandonare sul più bello la sfida di EuroLega tra Armani e Fenerbahce, che al termine del primo tempo era sul 34-43 per i turchi di Sasha Djordjevic, altrimenti lo scrivete voi l’articolo che vi ho promesso al posto mio? Prego, accomodatevi. Ah, giusto, voi non potete perché non volete perdervi per nessuna ragione al mondo la terza serata del Festival dopo che nella seconda il duello tra Rosario Fiorello e Checco Zalone si è concluso sostanzialmente in parità con la bellezza di 16 milioni d’ascolti a testa durante il loro show. Per la gioia di Amadeus che pensa d’averli fatti lui quei numeri pazzeschi e gonfia a ruota la coda come i pavoni che zampettano indisturbati nei green del maestoso circolo di golf di Prato che per l’appunto si chiama delle Pavoniere. E comunque vedremo o, meglio, vedrete come se la caverà stasera Amadeus senza due fuoriclasse del valore di Fiorello e Zalone dopo il forfait di Luca Argentero che doveva promuovere Doc, la serie televisiva di maggior successo del 2021, con tre ospiti d’eccezione quali senz’altro sono stati Cesare Cremonini, Anna Valle e Roberto Saviano che però non credo possano aver avuto sul palco dell’Ariston lo stesso successo di quei due mattatori tanto spregiudicati quanto amati dal popolo invasato sanremese. Tenendo anche conto, e della qual cosa non so darmi una spiegazione, che non solo Maria De Filippi ha rinunciato da tempo a sfidare il Festival della canzone italiana con il suo robusto C’è posta per te, ma pure quel fifone borioso di Alfonso Signorini rinvierà alla prossima settimana la puntata di domani del Grande Fratello Vip e persino il derby dei derby tra Inter e Milan è stato anticipato sabato alle 18 per evitare lo scontro delle 20.45 con Fiorello che tornerà a Sanremo. Se tornerà. Robe da matti. Problemi comunque io non ne ho. Se non quello di dormire poco. Perché m’appassiona molto il golf, e lo sapete benissimo, ma anche il curling e questo magari non potevate nemmeno immaginarlo. E invece dopo il giuramento di Mattarella al Quirinale mi sono sparato in vena il doppio misto olimpico di curling che mi ero opportunamente registrato. Ma come? obietterete: non è forse domani alle 13 la cerimonia d’apertura dei Giochi invernali di Pechino 2022? Certo che sì. Con Michela Maioli che sostituirà Sofia Goggia come portabandiera delle azzurre e degli azzurri che sfileranno per penultimi dopo la Cina nello stadio a nido d’uccello (Bird’s Nest) indossando una mantella tricolore di un tessuto tecnico lucido che Giorgio Armani ha disegnato apposta per loro nella speranza che non sia orribile come la divisa dell’Italia alle Olimpiadi di Tokyo. Il curling ha però anticipato di due giorni le sue sfide di mixed doubles non essendo concomitante con il festival di Amadeus. E così Stefania Constantini (nella bellissima foto) accoppiata a Amos Mosaner hanno prima battuto gli Stati Uniti d’America e poi a sorpresa i rossocrociati Jenny Perret e Marin Rios che a PyeongChang 2018 conquistarono la medaglia d’argento dei cinque cerchi. Chapeau. Stefania è di Cortina d’Ampezzo e lavorava come commessa in Corso Italia alla North Face prima d’entrare nelle Fiamme Oro. Mentre Amos viene da Cembra, in Trentino, e vive a due passi dal palacurling: è casa e bottega insomma. I due non stanno insieme come s’è affrettato a precisare l’inviato di Repubblica, Mattia Chiusano, al quale piace raccontare queste cose ed è persino più curioso di me, però ha soprattutto fiuto per le grandi imprese ed è sempre un piacere leggerlo. Il che, in questi tempi grami, è quasi una rarità. “Siamo felicemente impegnati in altre relazioni” ha confessato l’ampezzana che penso di sapere con chi sta, ma per ora lo tengo per me. Tanto di Constantini e Mosaner s’avrà occasione di riparlarne nei prossimi giorni dopo che oggi Stefania con l’ultima pietra all’extra end ha magistralmente preso il centro del cerchio della pista sul ghiaccio dando all’Italia il 9-8 della prestigiosa vittoria sulla Svizzera. Anche di pallacanestro vi dirò meglio domani con più calma e meno sonno perché adesso chiudo con una news di golf che pure è fantastica: Matteo Manassero è in testa dopo le prime diciotto buche del più ricco torneo dell’Asian Tour, il Saudi International, in Arabia Saudita, con otto birdie e un prepotente -8 finale sul par 72 del Royal Green che ha -9 di record del campo. Il veronese di Negrar non più giovanissimo (compirà 29 anni a Pasqua) era completamente sparito da un bel po’ di tempo dalla ribalta mondiale dopo aver vinto nel 2013 il Bmw Pga Championship giocando alla pari di Tiger Woods se non pure meglio ed essere stato considerato all’epoca il giovane di maggior talento in Europa del Pga Tour. Perdendosi, mi hanno raccontato, dietro a qualche gonnella di troppo. Vero o non vero, so però per certo, e lo sussurro subito in un orecchio all’amico Mattia Chiusano, che Matteo a settembre sposerà Francesca che ha conosciuto al circolo di golf di via Stretta a Brescia ed evidentemente gli ha messo la crapa a posto. Almeno così pare e comunque lo seguirò meglio domattina su Sky nel secondo giro del Saudi International che per ora comanda con due colpi di vantaggio su un quintetto mica male composto dagli americani Bubba Watson e Varner III, il giapponese Kinoshita, lo spagnolo Arnaus e l’inglese Horsfield. Incrociando le dita.