Shields vuole l’EuroLega e allora lo prenda l’Armani…

Neanche vi dico quanto era buona la torta di mele trentine con la pasta frolla di Maria Pia e quanto si sta ora larghi sul carro dei vincitori targato Armani: Sutton e Hogue le hanno messo paura e Simone Pianigiani si è di nuovo sentito tradito da qualche suo giovanottone che si era già mostrato fragile ai tempi dell’EuroLega e non poteva aver cambiato carattere nella stagione delle cicale. Uscendo dal Forum sul 2-0 avevo pensato ad alta voce: e adesso come fa Milano a rinunciare l’anno prossimo a Andrew Goudelock e Curtis Jerrells? Non è possibile. E invece mi sbagliavo. Perché sabato mi sono ricordato che né l’uno né l’altro, a dirla senza il preservativo sulla lingua, sanno passare la palla sotto canestro perché nemmeno si sognano di volerlo fare dopo una caterva di estenuanti palleggi. Il futuro delle scarpette rosse sono Arturas Gudaitis e Kaleb Tarczewski, entrambi del 1993, due macchine da guerra: poche storie. Che però, se non vanno accese, diventano i mulini a vento del mio caro Don Chisciotte con le pale ferme e le palle sgonfie. Tutto il resto si può anche buttare se hai un budget da 25 milioni di euro che per Giorgio Armani sono monetine. Tranne Micione Micov. Che nessuno mi può toccare. Anche se l’altra sera era il più nervoso di tutti ed è stato per me il più deludente. Sono cresciuto col mio maestro Franco Grigoletti a Terodelgo e Marzemino. Quindi come potevo ieri non fare un salto a Mezzocorona nella cantina De Vescovi Ulzbach seguendo il corso del torrente Noce e domani, sulla strada di ritorno, come potrò non fermarmi a Isera da Armando Simoncelli che “l’è andà in Africa” mi ha detto la moglie. Di-vino è il Marzemino che è il preferito da Alessandro Dalla Salda che ora ha poco tempo libero e quindi gliele regalo io un paio di bottiglie. Che stapperà dopo il parto dell’allenatore virtussino che spero avvenga prima di Ferragosto e prima che vada in aceto. Ma non ditemi che sarà Sacripantibus in grande ascesa, come gira voce in piazza del mercato, perché non ci credo neanche se lo vedo. Il Terodelgo è invece il principe dei vini del territorio. Come Cirillo Fesenko era il signore di Avellino amante della birra fresca in lattina. Ne ha ordinate infatti diciassette in camera alla vigilia dell’ultimo quarto di finale perso il giorno dopo con l’Aquila. Diciassette e perché non diciotto? Ho chiesto e mi hanno risposto: perché diciotto sarebbero state troppe e probabilmente gli avrebbero fatto girare il capoccione. Se ne raccontano tante in queste valli bagnate dall’Adige e chissà se sono tutte vere. Di sicuro Trento va giustamente fiera della sua squadra di basket che Salvatore Trainotti ha costruito con cuore e cervello e con gli stessi soldi, ma anche meno, che prendono Theodore e M’Baye. E dunque nessuno s’offenda se sostengo che meriterebbe di vincere lo scudetto più di Milano. Perché oltre tutto ha più fame e beve come dio comanda. Ma sarà comunque molto dura. Più dura dei duroni che mi arriveranno da Vignola. Pensi solo a mangiare e bere: già la sento la Tigre. E in effetti ho una pancia da vermi. Ma dopo i playoff e tutte le cene che avrò vinto o perso con gli amici dei canestri giuro che mi metto a dieta. E, già che ci sono, smetto pure di fumare di nascosto dalla Tigre. Mi credete? No. E fate bene. Anche perché poi che vita sarebbe? Nel pomeriggio sono passato per il mercato. Poca roba. E cose vecchie d’almeno una settimana che Mamma Rosa ha scritto oggi: Maffezzoli assistente alla Sidigas. Capirete. Ma vice di chi? Di un allenatore straniero che non sarà Gelsomino Repesa, che si era offerto in tutte le salse, ma tale Nenad Vucinic, serbo naturalizzato neozelandese, che nel 2011-12 era a Forli in A2 con l’attuale general manager di Avellino, il diabolico Nicola Alberani. Liti in famiglia: Luca Vitali ha allungato sino al 2022 mentre il fratello Michele vuole andar via da Brescia e tentare l’avventura all’estero. Per questo si sta separando dal Gabibbo Sbezzi che è l’agente di casa. Una buona idea e una news niente male. Quei quattro imbecilli che contestano da anni senza motivo Flavio Portaluppi penseranno d’averla avuta vinta, ma si sbagliano di grosso: il diesse dell’Olimpia cambia infatti mestiere e ha aperto un’agenzia di ticketing che voi sapete meglio di me cosa sia. In bocca al lupo. Per questo sarà promosso un altro Lupo: l’Alberto Rossini che a Cantù è cresciuto sotto le ali di Pierluigi Marzorati. Bei tempi. E’ quasi l’ora del quarto duello tricolore, Betinho e Pascolo nella foto-battaglia, e m’incammino verso il palasport alle pendici del Monte Balon – guarda caso – tra due filari di mele piccole e ancora verdi. Poi a mezzanotte e dintorni il terzo tempo che a Trento si celebra al Green Tower. Dove ceneranno gli inseparabili Hogue e Sutton. E un tavolo più in là con la loro ombra, l’agente Lupatelli, pure Ojars Silins e Shavon Shields. Al quale anche fa gola la Spagna e l’EuroLega. E allora mi chiedo: perché non lo prende l’Armani? Tanto uno in più poco cambia. E a Shields (stavolta 31 punti) non mancano di certo le qualità per non essere mai di troppo.