Scappa Moss, scappa: la grande fuga dal Paese dei figli di…

E’ un sabato qualunque. Un sabato italiano. Lo scudetto degli imbrogli l’ha vinto l’Armani che una volta era Jeans e adesso è un Emporio tricolore: ho tutta un’estate davanti, ve ne riparlerò. Intanto fatevi un groppo, sì un nodo, al fazzoletto e ricordatemi che un capitoletto, prima o poi, lo dedicherò anche ai figli di. Che non sono quelli di buona donna. Altrimenti non basterebbero quattro stagioni per scrivere l’un per cento di quanti abitano nel villaggio della nostra pallacanestro. Ma quelli che hanno un padre importante. Sì, insomma, i raccomandati con tutti i conflitti d’interesse che si portano appresso. Del resto, come mi ha fatto notare la Tigre, mentre apro la finestra e una ventata d’aria calda mi sconsiglia d’andare al golf, siamo il Paese dei figli illegittimi: quasi uno su dieci, un numero pazzesco. Vale a dire che, se al Forum ieri sera c’erano dodicimila tifosi di Milano, almeno mille non erano figli di papà. Io ne ho contati per la verità molti di più, soprattutto quelli che gridavano “ladri” ai quattrocento giovani e forti che erano arrivati da Siena di verde vestiti e senza il lutto al braccio. Ma non escludo che mi possa anche sbagliare. Però credo di no. Anche solo cinque sei buche mi avrebbero fatto bene. Lo so. Tra i fairway e i green. Se non altro un po’ di veleni del basket avrei scaricato nel driver. A Wimbledon piove, qui neanche una goccia. Peccato. Mentre la mia Sharapova strapazza la Riske infilando 11 games di fila. Ad Assen, in Olanda, si corre il sabato. Sono stato anche lì, nel paradiso delle moto, e ho visto vincere Valentino Rossi, oggi quinto, che era ancora un bimbo molto ricciolino. Al Forum c’ero anch’io. E mi hanno detto pure Tranquillo che quindi è tornato dagli States. Bene, son pronto al duello. Due ore e mezza d’autostrada da Venezia, un’ora e un quarto di tangenziale intorno a Milano più quaranta minuti buoni di coda davanti all’unico botteghino aperto (e cento chiusi). Insieme ai disabili. Nella calca un vecchio amico ha smarrito una stampella, un altro ha perso l’orologio. Ma si può? Ho così scoperto che il responsabile di tutto quell’immenso casino non era che un figlio di. Non di mignotta, per carità, non lo conosco neanche e non mi permetterei mai, ma il figlio di Nando Marino che è responsabile della biglietteria dell’Armani. Il presidente di Brindisi tra poco più di quarantottore sarà anche il nuovo presidente della Lega. Ecco, forse è il caso che al figliolo trovi un altro lavoro. Cominciare col piede sbagliato non è mai bello. Oggi è un sabato così. Un sabato italiano. Nel quale non avrei voluto parlare di pallacanestro, ma solo leggere quelli che la pensano in un modo e poi scrivono esattamente l’opposto. Sono in percentuale tra i giornalisti molti più dei figli illegittimi. Come i fischi di Citofonare Lamonica e lo scudetto dell’Armani annunciato da tempo e consigliato da Petrucci agli arbitri. Ma se ne riparla domani. Va bene? Oggi non sono sereno e non sarei lucido. Oggi forse è partito, credo, David Moss che in Italia ha vinto gli ultimi quattro scudetti, ma che nel Belpaese non metterà più piede. E non chiedetemi perché? Forse ha aperto qualche conto con la giustizia e con il fisco. E, ancora non bastasse, ci sarebbe per lui un’altra denuncia per stalking. Stavolta milanese. Ma si può? Mentre al Comune di Siena consiglierei per il Palio di mercoledì di nominare Giannino Petrucci mossiere. Sai le uova e i pomodoro. Corro.