Cortina bavaglio: non si può scrivere che ci sono i saldi

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C’è Matteo Renzi contro i sindacati dell’Alitalia e di Pompei. Ci sono i due marò sempre più nei guai. Mentre Berlusconi scarica Verdini: Meglio soli che male accompagnati. Senti chi parla? Ci sarebbe semmai da parlare della legge bavaglio ai giornalisti o, se volete, più terra terra, di Cortina bavaglio. Dove sono in vacanza e mi dispiace per i quattro o cinque ampezzani che mi detestano, ma ci resterò per almeno un altro mese. E mezzo. No, il Corriere della sera preferisce far chicchirichì da San Gallo e dare risalto alla sconfitta dei campioni d’Italia con il Borussia: “Juventus ko, coast to coast e tunnel a Bonucci: il gran gol del 2-0 di Reus”. Povero frustrato. Anche se va capito: sono almeno quattro anni che le sue due milanesi non gli danno più soddisfazione. L’Inter intanto perde il derby: capolavoro di Mexes e la Gazzetta è mogia mogia. Copio le prime righe di Max Nerozzi sulla Stampa: “Sette partite giocate (il Borussia Dortmund) a zero (la Juve), 26 giorni di preparazione a 5: poteva finire diversamente? No”. Serve aggiungere altro? Neppure. Se non ricordare la classifica dello scorso campionato: 1. Juventus 87 punti, 8. Inter 55, 10. Milan 52. O quella dell’anno prima: 1. Juventus 102 punti, 5. Inter 60, 8. Milan 57. Ora Mihajlovic e Mancini mi vogliono convincere che la voragine è stata tappata con gli onerosi acquisti di Bertolacci, Bacca e Luiz Adriano da una parte e di Montoya, Miranda, Murillo e Kondogbia dall’altra. Io dico che tutti questi sette magnifici campioni sarebbero le riserve in bianconero di Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Marchisio, Pogba, Dybala e Morata. E la Juve deve ancora comprare un trequartista. Ma forse sono troppo tifoso della Signora: non lo nego. Così come non nascondo d’avere un debole per Max Nerozzi che, di quella generazione di cronisti, è fuor di dubbio il numero uno. Alle due c’è il Gran Premio d’Ungheria: un’occasione d’oro per una bella pennichella. Con due enne, mi raccomando, ma anche con tre. Ieri sera è piovuto o, come dicono quei quattro o cinque amici miei di Cortina, ha piovuto. Ci siamo comunque capiti. E il temporale ha rinfrescato il bosco che era secco come il pane vecchio e non regalava funghi ai viandanti. Peccato solo per la festa campestre dei sestieri che ha trovato però lo stesso riparo sotto i capannoni. E così le stupende costicine alle braci e le crepes alla marmellata non si sono bagnate. Alle cinque invece allo Stadio olimpico del ghiaccio la nazionale azzurra di hockey affronterà la squadra russa del Metallurg Magnitogorsk. Ovviamente la Gazzetta non ha dedicato all’evento neanche una riga, ma domani ve ne posso ben parlare io. Sempre che vi fidiate. In verità devo stare molto attento a quel che scrivo sul paese che più amo al mondo: già sono stato la settimana scorsa da qualcuno rimproverato soltanto perché mi ero meravigliato che in molti negozi del centro ampezzano ci fossero i saldi. E ora non vorrei che, dopo i reciproci insulti, anche m’imbavagliassero. Mentre Alex Del Piero m’inonda di retorica spicciola negli spoot del pallone di Sky e sarei tentato di mandare pure lui in mona. Pardon, in India.