Perché si veste di rosa se le piace tanto il nerazzurro?

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Andrà a finire che Papà Urbano s’arrabbia sul serio. E la moglie, Mamma Rosa, che lo conosce come le sue tasche (vuote), dovrebbe saperlo che c’è molto poco con lui da scherzare. Anche se Cairo sembra un omino così mite e gentile che non farebbe del male a una mosca. In verità ha il pelo sullo stomaco così alto e fitto che se cerchi una posticino sicuro nel quale imboscarti, magari con la tua vistosa amante, t’infili dentro la sua camicia e non c’è pericolo che qualcuno ti becchi. E comunque per avere eventuali e ulteriori informazioni sulla selva oscura che protegge la trippa del presidente del Toro con le corna basse (e la coda tra le gambe) non occorre disturbare Sinisa Mihajlovic, che ha ben altri cazzi per la testa, o Walter Ego Mazzarri, che è talmente pieno di sé che non si è ancora accorto che due mesi fa Cairo l’ha silurato, ma basta chiedere a Silvio Berlusconi. Che ti risponderà seccato: “Meglio perderlo che trovarlo. E difatti Io (con la i maiuscola, ndr), appena ho capito di che pasta era fatto, ho ordinato a Marcello Dell’Utri di licenziarlo su due piedi con un bel calcio sul sedere”. Che avrei anche potuto chiamare culo, ma ho già detto cazzo e non vorrei che qualcuno di me pensasse che sono più scurrile dei due Littorio, Feltri e Sgarbi, che della gente hanno la stessa concezione di Zio Aurelio De Laurentiis che dalla mattina alla sera ripete sempre: siete tutti delle merde. Però c’è poco da fare: il cuore di Mamma Rosa, che porta lo slip nero e il reggiseno azzurro, batte fortissimo per l’Inter. E così una volta può fare un titolo anche sulla Signora di Andrea Agnelli (“Juve biturbo, può contare su due squadre: ripartirebbe favorita”) e un’altra sul povero Diavolo di Paolo Scarioni (“Al Milan troppa confusione: per vincere servono campioni”), ma la terza non ce la fa più e, dopo aver scoperto per due giorni di fila l’acqua calda ed aver evitato le imprudenti code alle edicole, mette in mano una specie di cannone a Brozovic, che solo lei può confidenzialmente chiamare Brozo, e gli fa sparare in prima pagina tutti i prossimi giovani acquisti della Beneamata: Chiesa, Tolisso, Kumbulla ed Emerson Palmieri. Aggiungendo in una piccola nota a parte che le servono però 130 milioni di euro. Bruscolini per Zhang. Il quale comunque li racimolerà facilmente dalle cessioni di Mauro Icardi, Radja Nainggolan, Ivan Perisic e Valentino Lazaro che gli rientreranno dai prestiti e che nessuno per la verità vuole più vedere neanche dipinti, ma non importa: non è questo il discorso. Quel che Mamma Rosa non ha purtroppo ancora capito è che suo marito è con lei terribilmente incavolato non perché lo tradisce con il Conte Antonio, ma perché non porta soldi a casa. E qui, per carità di Dio, nessuno le vuol dare della zoccola. Avete equivocato. Volevo semplicemente dire, e chiedo scusa se mi sono espresso male, che a Urbano Cairo interessa solo una cosa: fare soldi vendendo giornali e acquisendo sponsor. Mentre del resto non gliene importa un tubo e men che meno di quel che compra l’Inter al mercato. E’ che negli ultimi tempi, sarà anche colpa di quel maledetto virus carogna, ma la Gazzetta perde (copie) a rotta di collo come neanche il Brescia di Balotelli e il Gazzettino di Papetti, detto il Trombone, che nella sua redazione sportiva ha un unico redattore che sa tutto della bislunga, ma nulla o quasi della palla rotonda da prendere a pedate. Ora Papà Urbano sarà anche un padrone al quale il più grande complimento che un suo dipendente gli puoi fare è dirgli che non è poi così male come di lui si dice in giro, ma vorrei vedere un altro al posto suo quale reazione avrebbe avuto dopo che i dati di ieri gli hanno confermato che la Gazzetta dello Sport, proprio nel giorno del suo 124esimo compleanno, non ha mai venduto tante poche copie come in questa settimana se non durante la prima e la seconda guerra mondiale. In effetti Mamma Rosa, accecata dalla sua folle passione per l’Inter, non può dedicarle tre aperture di prima pagina negli ultimi sei giorni come potete anche voi vedere nella foto qui sopra e neanche un richiamo da qualche parte sul Torino che bene o male, più male che bene, è pur sempre la squadra di Papà Urbano. Guai a chi le tocca il Conte Antonio. D’accordo, anche perché potrebbe restargli in mano il parrucchino. E guai a chi osa dubitare del valore di Lautaro e Lukaku. Ai quali per la verità Bonucci e De Ligt in 180 minuti, tra andata e ritorno, non hanno mai fatto toccare la palla. Ma nemmeno Lukaku può dire: “E’ stato necessario che un giocatore della Juventus risultasse positivo al coronavirus perché il calcio in Italia si fermasse”. E questo non è assolutamente vero, ma nella casa delle bambole di Mamma Rosa nessuno si è permesso di farglielo notare. Juve-Inter, se non sbaglio finita 2-0 per i bianconeri, gol di Ramsey e capolavoro di Dybala, si è giocata a porte chiuse la sera dell’8 marzo e il giorno dopo la serie A è stata fermata come tutti gli altri campionati da un decreto del primo ministro Conte Giuseppe. Mentre Daniele Rugani, povero cristo, e sua moglie, Michela Persico, incinta, sono stati sottoposti alla prova del tampone il 12 marzo. E Matuidi il 17. Un motivo in più per i gobbi di non comprare la Gazzetta che per la verità mio figlio non acquista dal 2006. E una ragione in più per Cairo di fare nei prossimi un quarantotto e un bel repulisti con qualche figlio prediletto di Mamma Rosa che vola dalla finestra. Cambiando discorso ricordatemi che domani vi racconto della mia grande passione invece per Monica Guerritore che le confessai una notte davanti al primo marito Gabriele Lavia e di cui ho ieri accennato a Valerio Bianchini che mi ha subito postato un monologo della Guerritore dal Prometeo incatenato di Eschilo. Che non è il prossimo acquisto di Beppe Marotta. E vi parlerò anche del giro delle sette chiese di Giannino Petrucci che è già stato in sei, oggi sul Corriere dello sport, e gli manca solo la Repubblica che però tratta il basket ormai come le bocce pur avendo come prima firma Emanuela Audisio che all’inizio di ogni primavera di quei magnifici anni Ottanta che sono stati per la nostra pallacanestro intervistava proprio il Vate facendo ogni volta rumore. Buonanotte. E un canestro d’auguri a Gasper Vidmar, il gigante buono della Reyer campione d’Italia, che è diventato in Slovenia papà di Elena. Una bella notizia finalmente. Dopo tanti lutti e troppe tragedie. Quando è molto difficile sorridere, ma io comunque ci provo. Assieme a voi. Con la mia cara satira da due soldi che vi tiene compagnia, spero, dall’11 marzo tutti i giorni. Come promesso. E mi pare d’esser stato di parola.