Per Treviso nel derby con la Reyer mission impossible?

de raffaele

Nessuno se lo ricorda. Eppure è passato solo un anno e poco più. Per l’esattezza quindici mesi tondi tondi. Era infatti il 2 ottobre 2021 quando alla Treviso di Max Chef Menetti riuscì l’impresa di battere al Palaverde la Reyer di Walter Ray Ban De Raffaele (nella foto) per quattro punti: 80-76. E poi hanno anche il coraggio di pensare, e qualche volta pure di raccontare in giro, che sono completamente rimbambito. In verità – lo confesso – non ho la memoria di un elefante. Magari. Né quella di un delfino che riesce a ricordare persino i fischi di un compagno anche a 20 anni di distanza. Quasi come DindonDan Peterson o Ettore Messi(n)a che però dimentica in fretta le sconfitte. Delle quali non vorrebbe sentir parlare nemmeno un quarto d’ora dopo nel corso della conferenza-stampa. Semplicemente sono andato a cercare nel mio diario dove scrivo tutto quel che faccio, anche quando vado dal barbiere, e ho trovato il derby che ha risolto Akele dalla lunetta. Con Davide Casarin, il figlio di Federico, presidente della Reyer, che a quel tempo giocava nella Nutribullet, punito da Lanzarini con un antisportivo pesante che aveva rimesso in gioco i lagunari e che, a dirla proprio tutta, solo l’arbitro bolognese aveva visto. Di quella partita vi posso anche ricordare chi furono i migliori: Sims da una parte (14 punti, 4/7, 13 rimbalzi, voto 8) assieme a Dimsa e Tonut dall’altra (20, 4/4 da tre, 7 e mezzo) con De Nicolao. Così come vi posso elencare la lunga fila degli inguardabili oro-granata: da Vitali a Brooks, da Daye a Echodas. Da allora molto acqua è passata sotto ai ponti sul Sile, ma pure a Rialto se oggi dei protagonisti di quella sfida sono rimasti davvero in pochi. Di Treviso addirittura nessuno se Sokolowski, come pare, non sarà della partita. Di Venezia invece sono tre i sopravvissuti: De Raffaele, De Nicolao e Watt. Dal momento che Bramos quindici mesi fa era ancora out e Brooks si è strappato alla coscia.

Insomma oggi, prima del salto della palla a due delle 19 tra Cooke e Watt, non sarà proprio il caso di fare alcun confronto con il passato. Nemmeno con quello recente. Semmai l’importante sarà soprattutto che nessuno come Mara Venier, che pure è nata a Mestre, si sogni d’affermare senza incertezze che le grandi navi non possono più transitare per il Canal Grande. D’accordissimo. Anche perché il ponte di Rialto non è girevole come quello di San Francesco di Paola a Taranto. Né è assolutamente vero che la Virtus quest’anno spenda 25 milioni contro i 30 dell’Olimpia per tentare di rifare lo sgambetto a Milano che le riuscì due anni fa con il cappotto e per conquistare i playoff d’Eurolega. Questi sono i dati che distribuisce Ettore Messi(n)a agli amici giornalisti affinché poi il mondo non dica che Armani butta i soldi dalla finestra come Maria Antonietta d’Austria, moglie di Luigi XVI, avrebbe voluto fare con le brioche per il suo popolo affamato o come ha scritto ieri quel cattivone sul suo sito www.claudiopea.it di cui vi consiglio comunque la lettura magari accompagnandola a quella sui “canestri da ricchi” di Walterino Fuochi (Repubblica). A me invece risulta che il budget della Segafredo intorno ai 25 milioni – lo confermo –  sia più o meno la metà di quello che ha invece per le mani il presidente-allenatore più facoltoso d’Europa, ma questo non si deve sapere troppo in giro. Altrimenti Milano dovrebbe vincere l’Eurolega o andarci molto vicino.

Scappo perché troverò la coda per raggiungere il Palaverde. Dove, non ci piove, Marcelo Nicola dovrà compiere un altro miracolo per battere la Reyer, lanciatissima verso le final eight di Coppa Italia, come gli è riuscito nel giorno di Santo Stefano a Casale Monferrato con il Derthona del mio Merendino che si è fatto stavolta fregare dai suoi americani e da Filloy eternamente innamorato delle sue diaboliche triple anche quando dovrebbe magari invece chiudere il contropiede con un assist sotto canestro per Cain o Radosevic. Difatti non ho visto Bertram-Nutribullet in registrata tivù una sola volta ma tre. Perché non potevo neanche immaginarmi che Treviso, squadra già di per sé cortissima, potesse mettere nel sacco Tortona pur priva di un giocatore per lei importantissimo come Paulius Sorokas oltre al malato più o meno immaginario polacco e al lungo Alessandro Simioni. Stasera l’ala lituana sarà di nuovo disponibile, ma basterà per ammanettare sotto canestro Willis e Watt o gli ex Parks e Tessitori? Felice di sbagliarmi ma francamente non lo penso. E invece, ma questo ve lo racconterò domani…