Parlando con Dan Peterson mi è venuta una grande idea

Saranno stati cinque minuti alle nove. So che alle nove avevo appuntamento dal barbiere e che ero, come al solito, in ritardo. Quando squilla il telefono. O, meglio, gracchia il cellulare. E’ un numero che non conosco: difatti è quello nuovo di Dan Peterson. Qual buon vento? Una volta mi chiamava alle sette o, quando mi andava proprio di lusso, alle sette e un quarto. Comunque mi tirava sempre giù dal letto. E mi diceva di tutto, mentre ancora mi stropicciavo gli occhi e mi domandavo: sto sognando o son desto? “Ma cosa cazzo hai scritto?” era la cosa più carina che amava sussurrarmi. Dopo di che non mi dava neanche il diritto di replica e mi squalificava per due o tre mesi. Ma non c’era verso che scontassi la squalifica per intero. Difatti conoscevo il suo punto debole: invitarlo fuori a pranzo. In quel ristorante milanese dove facevano le sogliole ai ferri meglio che a Rialto o in Riva degli Schiavoni. Francamente non so chi fosse (e chi sia) più paraculo dei due. Forse lui. E comunque paraculo per paraculo per 3,14 trovavamo sempre la chiusura del cerchio e del duello. Però adesso posso confessarlo: le sogliole per le quali Dan andava matto non erano sempre freschissime. Qualche volta erano anche congelate. Beccati questa. Se invece volete sapere la ragione per la quale stamattina mi ha telefonato, non è un mistero: voleva avere da me un breve curriculum per scrivere su una delle sue mille riviste, per le quali collabora negli States, forse che io in Italia sono il numero uno. Tranquilli, la stessa cosa l’ha detta, prima che a me, a Oscar Eleni o, meglio, a Oscar Bear Eleni, come lui lo chiama. E quindi non mi monto la zucca. Anche se essere portati da Dan su un palmo di mano è comunque per me motivo di vanto e semmai per gli altri d’invidia. Difatti, alla faccia vostra, dopo che Proli e Brugnaro hanno rifiutato l’incarico, io proporrei sul serio, e non per scherzo, Peterson come futuro presidente di Lega nell’assemblea elettiva di venerdì 13. Quando nessun club avrà le idee chiare e un candidato sicuro. Marino, Landi, Vescovi, Bassani, Veltroni. E perché non Ciglione Toti e la nonna del Corsaro nero?Intanto, come vi avevo suggerito, potete andare tutti tranquillamente al mare e sotto l’ombrellone cominciare a pensare, anche se non è proprio il vostro forte, che state solo facendo il gioco di Petrucci che vi vuole a qualsiasi costo commissariare. Tanto Sassari è scoppiata come era facile pensare. E Roma si è squagliata ancor prima. Fa caldo, ma darla vinta a Giannino è peggio che mettere la Lega del basket nelle mani del primo bagnante che passa per la spiaggia. Se invece volevate sapere perché sono andato alle 9 e un quarto dal barbiere nemmeno questo è un segreto: dovevo tagliarmi i capelli.